giovedì 26 dicembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLVIII

1943 

16 maggio - Mentre il regime fascista si avvia al crollo militare e i partiti politici italiani pensano alla successione, un gruppo di anarchici della Toscana, della Liguria, dell'Emilia e del Lazio si riunisce a Firenze per impostare la ripresa del movimento. Partecipano tra gli altri: Pasquale Binazzi, Giovanni Grassini, Pozzo, Del Carpio e Augusto Boccone, a casa del quale si tiene la riunione. 

25 luglio - In seguito alla pressione delle sconfitte militari e del malcontento popolare, una congiura di palazzo guidata dalla monarchia rovescia Mussolini. Lo sostituisce il maresciallo Pietro Badoglio, un carrierista che ha saputo profittare del fascismo senza compromettersi troppo, e che ora si trova a capo della coalizione antifascista. 

Agosto - Il governo Badoglio libera i detenuti politici e i confinati appartenenti a tutti i partiti italiani. Gli anarchici relegati all'isola di Ventotene vengono invece concentrati nel campo d'internamento di Renicci, presso Anghiari (Arezzo). 

9 settembre - All'indomani dell'armistizio tra il governo di Badoglio e gli anglo-americani, nel marasma provocato dalla fuga degli alti ufficiali dell'esercito, quasi tutti gli anarchici internati a Renicci riescono a evadere. 


15 settembre
- Muore all'isola d'Ischia colpito dai tedeschi l'anarchico carrarino Gino Lucetti, da poco liberato dal penitenziario di Santo Stefano ove aveva trascorso 17 anni dopo l'attentato a Mussolini. 


Dicembre
- Muore nella campagna inglese Simone Weil. Nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, normalista, insegna filosofia nei licei e milita nel gruppo anarco-sindacalista di «Révolution prolétarienne ». Vive con salario operaio, lavora per un anno (1935) come  fresatrice nelle officine Renault (esperienza raccontata in La condizione operaia) e nel 1936 va a combattere in Spagna contro Franco nelle file della colonna Durruti. Una crisi religiosa la porta al cristianesimo. Costretta alla fuga dalle leggi razziali, da Marsiglia raggiunge New York e quindi Londra, ove aderisce alla resistenza gollista. Muore di stenti, per solidarietà coi francesi rimasti in patria.

1944 

5 marzo - Muore a La Spezia Pasquale Binazzi, fondatore e direttore (1903-1924) del settimanale "Il Libertario". Era nato nel 1873, nella stessa città ove aveva organizzato il sindacato degli arsenalotti ed era stato segretario della Camera del lavoro. Nel 1922 aveva cercato di convincere l'ambasciatore sovietico Cicerin a intervenire in favore degli anarchici perseguitati dai bolscevichi. Autore di diversi opuscoli di propaganda. - Esce clandestinamente a Firenze il giornale anarchico "Umanità Nova". Il tipografo incaricato, Lato Latini, noto individualista e pertanto non del tutto d'accordo con l'indirizzo del giornale, viene arrestato. 


23 luglio
- Muore esule ad Amsterdam lo storico Max Nettlau. Nato a Neuwaldeg (Vienna) nel 1865 di antica famiglia prussiana, studioso di lingue, si formò nel movimento socialista restando però sempre estraneo a ogni influsso marxista. Esordi su "Freiheit", la rivista diretta da Johann Most, nel 1890 con uno studio su Joseph Déjacque, precursore dell'anarco-sindacalismo. Nel 1895, incitato da Élisée Reclus, compilò la Bibliografia dell'anarchia. Non uomo d'azione ma ricercatore nato, Nettlau visse nel luglio '36 il trionfo anarchico di Barcellona, continuando a scrivere la sua Grande storia dell'anarchia. I nazisti gli asportarono i suoi immensi archivi raccolti ad Amsterdam. 

10-11 settembre - Delegazioni dei gruppi libertari del Lazio, della Puglia, della Lucania, dell'Umbria e della Toscana si riuniscono a Napoli. Sono presenti tra gli altri un rappresentante della CNT, Giovanna Berneri (vedova di Camillo Berneri), Cesare Zaccaria e Pio Turroni. Nelle risoluzioni approvate si ribadisce la necessità di «dedicarsi da una parte a combattere lo Stato e la Chiesa ed ogni forma o tendenza autoritaria della vita sociale, e per l'altra a portare contributi positivi per la ricostruzione del nostro paese, con studi e realizzazioni di libere associazioni, di gestioni pubbliche, di gestioni collettive, tendendo con costanza alla rivoluzione sociale, da cui deve nascere il Libero Comune ed il lavoro senza salariato». I gruppi libertari, inoltre, «esaminata la situazione sindacale: considerato che l'unità sindacale propugnata dai funzionari di Partito, autonominatisi al centro della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) non è altro che la prosecuzione dello pseudo-sindacalismo totalitario ed oppressivo del fascismo; affermano che il sindacato, come alleanza di tutti i lavoratori sul terreno specifico del loro lavoro, non può nascere che dal basso e dai liberi accordi e deve poter ammettere in sé uomini e donne di qualsiasi pensiero politico, concordi nella volontà di liberarsi dalla schiavitù del salariato; deliberano di costituire rapidamente, dove possibile, dei sindacati dissidenti per tutte le  organizzazioni aderenti alla CGIL». - Fuggiti dalle carceri e dal confino, numerosi anarchici partecipano alla lotta armata contro i fascisti. Tra le formazioni più importanti sono le bande anarchiche che operano nell'Apuania, in provincia di Piacenza e in Liguria. In Lombardia è particolarmente attiva la formazione «Bruzzi». Pietro Bruzzi, nato a Maleo (Milano) nel 1888, è fucilato dai nazi-fascisti a Melegnano il 17 febbraio 1944. Militante anarchico fin dalla giovinezza, persona assai colta, Bruzzi era stato nel 1921 in Russia, aveva poi vissuto lunghi anni in Francia, dove fece parte del Comitato Pro Vittime creatosi a Parigi. Catturato dopo avere partecipato alla guerra di Spagna, era stato deportato in Italia e confinato per cinque anni nell'isola di Ponza. Tra i primi a partecipare alla lotta dopo l'8 settembre 1943, pubblica e diffonde a Milano il giornale anarchico clandestino "L'Adunata dei Libertari". Arrestato dai fascisti, è fucilato come ostaggio. Le formazioni lombarde «Errico Malatesta» e «Pietro Bruzzi» sono incorporate nelle brigate socialiste «Matteotti». 



Modificazioni del corpo

"Il primo dovere dell'uomo è quello di essere artificiale" (Oscar Wilde)

Che la natura modelli il corpo non è certo una novità e senza andare a scomodare ricordi etnologici basta pensare a quante vittime continuano a mietere le riviste di moda con i loro improponibili canoni di bellezza. Certo esiste una differenza tra un cambiamento dettato da rituali magici e gli interventi da palazzinari sui nostri tessuti. Siamo abituati alla colonizzazione del corpo: cementificazioni, buldozerate, nasini alla francese, tette siliconate, liposuzione, cambi di sesso, raggi UVA. Alle facili ironie verso le usanze degli altri popoli dettate dallo sciovinismo eurocentrico si va sostituendosi un formicolante rifiorire di pratiche corporali sino ad oggi condannate come primitive. Se il tatuaggio ha ormai assunto lo status di moda, per altre pratiche hardcore di modificazioni del corpo, come scarnificazioni o foratura indiscriminata delle parti molli, la strada per essere accettate sembra ancora lunga. Ma paiono di godere di grande favore presso le avanguardie creative, i cosiddetti primitivi moderni che hanno riscoperto il fachirismo. Certo l'idiozia è sempre in agguato e qualche flippato potrebbe avvicinarsene come ad un hobby, giusto un pò più impegnativo della filatelia. Le società tribali hanno sempre usato le modificazioni del corpo sia per vanità, sia per aumentare il piacere sessuale, sia per simbiosi con il proprio animale totemico, sia per controllo nazista sulle femmine ma soprattutto, ed è questo che ci interessa, per ragioni esoteriche, per una spinta verso il soprannaturale.

Il corpo è il nostro schiavo più fedele e può condurci ovunque, modificandolo si modifica anche la mente. Il piccolo chimico che ci portiamo dietro geneticamente, è assolutamente democratico, stimolato nel modo giusto è programmato per farci connettere con la Dinamo Celeste. Niente sostanze strane per accedere alle Visioni Cosmiche, ma posture e respirazioni adatte, esercizi fisici, vibrazioni, digiuni e mortificazioni, e innamoramenti.




L'egemonia del cemento armato

Le opere umane rispecchiano in larga misura, la cultura del tempo in cui sono realizzate.

Oggi ciò è oltremodo lampante pur limitandosi ad osservare, nello specifico, l'architettura e l'edilizia che ci circonda. che ci si ritrovi in pianura, in zone collinari o all'imbocco stesso di valli montane si è destinati ad imbattersi, sempre più spesso, in aree industriali-commerciali indistinguibili tanto si somigliano le une con le altre. Campagne, frutteti e pascoli vengono quotidianamente sostituiti da capannoni grigiastri prefabbricati che prendono forma nel giro di pochi giorni. Nel momento in cui l'area interessata viene circondata dall'onnipresente nastro arancione di plastica, le ruspe iniziano a circolare e cemento ferro e acciaio in poco tempo colonizzano un nuovo lembo di terra rendendolo improduttivo per i decenni a venire. in tal modo, mentre le fabbriche delle metropoli, ormai dismesse ed inutilizzate da anni, si trasformano in club alla moda, il territorio extraurbano si popola di lugubri parallelepipedi in cemento armato in cui per lo più non si  produce nulla: si espone, si sostituisce e si commercializza. Al tempo stesso, le periferie di piccole e medie città, nonché di molti paesi, vengono inesorabilmente incatenate da condomini ed infrastrutture costruiti con gli stessi tempi e la stessa logica delle aree commerciali. Verosimilmente, vista la qualità dei materiali e della tecnica costruttiva, subiscono anche la medesima sorte, diventando fatiscenti nel giro di pochi anni. Coloro che non sono completamente assuefatti dalle nocività delle metropoli sapranno cogliere un ulteriore denominatore comune nell'urbanistica e nell'architettura del nostro tempo. una sensazione sempre più diffusa e soffocante di invivibilità legata alla natura degli edifici e alla loro disposizione. Tra pochi anni, probabilmente, faremo fatica a distinguere un quartiere residenziale da una zona industriale. Annullato ogni possibile spazio destinato alla socialità, queste nuove aree sono concepite per vendere, consumare e spostarsi nelle poche direzioni obbligate, insomma sconfinati quartieri dormitorio.



giovedì 19 dicembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLVII

1943 

Nel 1912 ha difeso con vigore Ettor e Giovannitti, agitatori anarco-sindacalisti imprigionati e processati sotto l'accusa di omicidio durante un conflitto sindacale a Lawrence, Massachusetts; poi Mooney e Billings, operai antimilitaristi accusati di strage nel 1916; i boscaioli di Centralia (Washington) militanti dell' IWW, rei di avere sparato sugli squadristi dell'American Legion che volevano devastare la loro sede; i tipografi simpatizzanti anarchici Andrea Salsedo e Roberto Elia perseguitati dal Bureau of Investigations al punto che Salsedo si uccise (o fu «suicidato» dalla polizia) volando dal quattordicesimo piano della prigione; Sacco e Vanzetti; Athos Terzani, un giovane antifascista accusato di avere ucciso un compagno nel 1933 durante una sparatoria avvenuta ad Astoria (Long Island) a un raduno delle filofasciste camicie kaki d'America, e molti altri militanti vittime di violenze, di persecuzioni poliziesche, di errori giudiziari. Simpatizzante con la rivoluzione russa nel 1917, Tresca ha mantenuto cordiali rapporti con tutti i rivoluzionari e gli antifascisti, ma verso il 1933, col consolidarsi della dittatura staliniana, trova impossibile collaborare coi comunisti ai quali rimprovera un atteggiamento ispirato a malafede, settarismo, persecuzione dei dissenzienti. Ha anche difeso militanti comunisti trotzkisti perseguitati dagli stalinisti e dalle autorità americane. Comincia cosí a combattere la burocrazia stalinista con lo stesso vigore con cui contrasta il passo ai fascisti e ai mafiosi che vogliono controllare il sindacato degli scaricatori di New York, i longshoremen del fronte del porto. I mafiosi siculo-americani, in prevalenza fascisti, allo scoppio delle ostilità con la Germania seguono l'esempio di Generoso Pope, l'influente proprietario del giornale in lingua italiana "Il progresso italo-americano" che giunto in America dall'Italia come Tresca nel 1904, si era arricchito flirtando col fascismo per poi convertirsi alla democrazia e al rooseveltismo, posizione che anche dal punto di vista affaristico rende di più. Inserito nel mondo sindacalistico americano, Tresca, uomo di grande onestà personale, pur considerandosi sempre un anarchico a poco a poco sposta e limita i suoi interessi al campo dei diritti civili e dei problemi sindacali, rinunciando all'opposizione pratica all'imperialismo americano. A differenza di quanto aveva fatto durante la prima guerra mondiale come militante dell'IWW – organizzazione risolutamente avversa alla partecipazione al «conflitto intercapitalistico» - Tresca aderisce insomma alla logica dell'antifascismo, e tra i due campi in lotta: fascismo e democrazia borghese, finisce per parteggiare per quest'ultima, dando un appoggio critico alle Nazioni Unite. Nella sua vita di combattente Tresca si è creato molti nemici. Diverse sono quindi le ipotesi fatte al momento della sua morte: l'uccisore, un killer professionista che ha sparato a sangue freddo allontanandosi poi con calma nella sera buia a bordo di un'automobile parcheggiata nei pressi dell'incrocio tra la 5a e la 15 strada (ove ha sede "Il Martello"), può essere stato mandato: dall'entourage di Generoso Pope, che Tresca ha diffidato dal metter piede nella Mazzini Society, organizzazione antifascista unitaria; oppure dagli stalinisti, anch'essi diffidati dal penetrare nella  Mazzini Society da Tresca che rimproverava loro il massacro degli anarchici compiuto durante la guerra di Spagna; oppure dagli ambienti mafiosi del fronte del porto e del sindacato degli scaricatori. In ogni caso, il killer non viene scoperto. Un processo intentato a un piccolo gangster italo-americano non porta alcuna luce sulla fine di questa emblematica figura dell'anarchismo nuovaiorchese. 



OHIO – Neil Young

Nixon e soldatini i latta stanno arrivando

Alla fine siamo da soli

Quest’estate sento i tamburi

Quattro morti in Ohio


Bisogna arrivare al dunque

I soldati ci stanno abbattendo

Avremmo dovuto reagire molto tempo fa

Cosa faresti se la conoscessi e la trovassi morta per terra?

Come puoi fuggire quando lo vieni a sapere?


Bisogna arrivare al dunque

I soldati ci stanno abbattendo

Avremmo dovuto reagire molto tempo fa

Cosa faresti se la conoscessi e la trovassi morta per terra?

Come puoi fuggire quando lo vieni a sapere?


Nixon e soldatini i latta stanno arrivando

Alla fine siamo da soli

Quest’estate sento i tamburi

Quattro morti in Ohio

Quattro morti in Ohio

Quattro morti in Ohio



DELINQUENZA

Di una società senza delinquenza si è sognato alla fine del XVIII secolo. E poi, dopo, puff. La delinquenza era troppo utile perché si potesse sognare qualcosa di così stolto ed in fondo di così pericoloso come una società senza delinquenza.

Senza delinquenza non c'è polizia.

Che cosa rende sopportabile alla popolazione la presenza ed il controllo poliziesco se non la paura del delinquente? Quest'istituzione così recente e così pesante della polizia non si giustifica che per questo. Se accettiamo in mezzo a noi questa gente in uniforme, armata, mentre noi non abbiamo il diritto di esserlo, che ci chiede i documenti, che si aggira dinanzi alle nostre porte, come sarebbe possibile se non vi fossero i delinquenti? E se non ci fossero tutti i giorni nei giornali degli articoli in cui si racconta quanto numerosi e pericolosi siano i delinquenti? 


giovedì 12 dicembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLVI

1943 

Tresca non si limita però alla semplice azione sindacale. L'IWW ha in proposito un programma assai preciso: il fine dell'azione è una società dalla quale sia eliminata la dominazione capitalistica: il lavoro della classe operaia è la fonte di ogni ricchezza, ogni ricchezza deve essere restituita alla classe operaia. Inoltre l'IWW è internazionalista e non ammette divisioni di popoli inferiori e superiori, odio tra le nazioni e ogni altra forma di sfruttamento dell'ignoranza. Quindi propaganda con grande energia l'istruzione, la necessità di organizzarsi, di opporsi alla guerra. Quando scoppia la prima guerra mondiale molti militanti dell'IWW sono trascinati in galera, uccisi dalla polizia o linciati dagli interventisti per la loro coerente opposizione alla guerra. Mussolini nel frattempo è diventato, col finanziamento di Marcel Cachin e dell'ambasciata francese, acceso sostenitore dell'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Francia. Ritroviamo Tresca a Lawrence nel 1912 in occasione del grande sciopero delle fabbriche tessili. Tresca è uno degli organizzatori dello sciopero che agita il Massachusetts, e successivamente della marcia dei disoccupati di New York City che occupano le chiese in cerca di un tetto e di cibo; nel 1915 viene condannato con altri per «conspiracy to commit murder» per aver partecipato alla storica agitazione legata allo sciopero

del Mesaba Iron Range nel Minnesota. Nel 1917 il giornale “L'Avvenire" da lui diretto a New York è bloccato dalla direzione delle poste perché sostiene una campagna contro l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Due anni dopo Tresca fonda  "Il Martello" che a costo di grandi sacrifici anche finanziari continua a pubblicare fino al 1943, e che con le coraggiose denunce dei misfatti fascisti, stalinisti e della mafia italo-americana è tra le cause della sua condanna a morte, decretata da una misteriosa e potente «organizzazione» internazionale. Mussolini in quel momento dà ordine di assalire e devastare le camere del lavoro e massacrare gli antichi compagni di fede. Nel 1922  perfeziona la conquista del potere con la marcia su Roma. Tresca non dà tregua al grande «rivoluzionario », ne denuncia i crimini e attacca anche le complicità della casa Savoia. Nel 1923 l'ambasciata italiana riesce a incastrare l'agitatore anarchico intentandogli un processo per diffusione di «materiale osceno» attraverso la posta. L'accusa era manifestamente infondata, addirittura ridicola, e non potrebbe stare in piedi senza la complicità delle autorità americane bigotte e ipocrite. Tresca aveva pubblicato su "Il Martello" l'annuncio di un libro sul controllo delle nascite. Ecco in che cosa consiste il «materiale osceno»! Ma tale è l'arretratezza dei cosiddetti «pazzi anni venti» che la stampa non può neppure parlare seriamente di argomenti che riguardano il sesso. Tresca è trascinato sul banco degli imputati, condannato a un anno e un giorno di reclusione, pena ribadita in appello, e rinchiuso come un criminale nel penitenziario di Atlanta (gennaio 1925). Mussolini a Roma continua intanto a fare il grande rivoluzionario. Dopo aver fatto uccidere il deputato socialista Matteotti viene salvato dalla monarchia. Gli  elegantoni dell'ambasciata fascista si lisciano le mani soddisfatti: quel rompiscatole di anarchico ha avuto il fatto suo; non disturberà più, dopo una simile lezione!  Ma i lavoratori italiani d'America, gli intellettuali, i sindacati organizzano grandi dimostrazioni chiedendo la liberazione di Carlo Tresca. Il presidente Coolidge è costretto a intervenire e riduce la pena a quattro mesi. Non appena liberato, Tresca torna ad attaccare i fascisti e i loro alleati di New York. Egli  è ora lo stratega della lotta che sbarra il passo al fascismo in America. Organizza la guerriglia urbana contro le camicie nere e le parafasciste camicie kaki, interviene ai contraddittori e smaschera gli oratori simpatizzanti con Mussolini, denuncia dalle colonne de "Il Martello" le complicità dei big mafiosi che vanno e vengono dall'Italia recando doni a Mussolini e che si adoperano per far penetrare l'ideologia fascista tra gli italiani d'America. E anche merito di Tresca se l'offensiva fascista negli Stati Uniti viene stroncata sul nascere. Tornerà a essere preoccupante soltanto al tempo della conquista dell'impero in Africa (1936), quando le masse degli emigranti cominceranno a dare ascolto ai sogni di grandezza del duce che dichiara di essere il vendicatore dei torti subiti dagli italiani nel mondo. Tresca smaschera questa demagogia mussoliniana, ma non dimentica di essere un internazionalista. Egli difende non soltanto i lavoratori d'origine italiana ma tutti i lavoratori americani.



ERBA - Carl Sandburg

Ammucchiate i cadaveri ad Austerlitz e Waterloo.  

Copriteli di Terra e lasciatemi lavorare

 

Io sono l'erba; ricopro tutto. 


E ammucchiateli in alto a Gettysburg

E accumulateli a Ypres e Verdun.


Metteteli sotto terra e lasciatemi fare il mio lavoro.


Due anni, dieci anni, e i passeggeri chiederanno al conducente: 

Che posto è questo? 

Dove siamo ora?   


Io sono l'erba. 

Lasciatemi lavorare.


Dicembre 1969 - NON DIMENTICHEREMO MAI

L'anarchico defenestrato di Paolo Finzi

Eppure io ho l'intima convinzione - indimostrabile, certo - che se fosse ancora qui, sarebbe ancora "nel giro". Sarebbe ancora attivo nel nostro movimento: a fare che cosa, non importa. Diciannove anni sono tanti, e in questi 19 anni quanta gente - che pure è stata attiva ed entusiasta, o almeno lo pareva - è scomparsa alla fine nel nulla, si è svaccata, sistemata, allontanata. Quante cose sono successe, quante speranze sono appassite, quante facce sono comparse e scomparse in questi 19 anni!

Ma chi ha conosciuto Pino difficilmente potrebbe immaginarselo diverso da quello che era negli ultimi anni della sua vita - in quegli anni '60 che, ancor prima del '68, avevano visto una progressiva crescita del movimento anarchico a Milano. Niente di travolgente, d'accordo. Eppure, affianco dei compagni vecchi e di mezza età - molti dei quali passati attraverso l'esperienza della Resistenza e poi ritrovatisi intorno al giornale Il libertario ed al suo redattore Mario Mantovani - si era affacciata una manciata di giovani, con i quali Pino - di almeno un decennio più vecchio di loro - aveva subito legato.

Lui che, finite le elementari, aveva dovuto andare a lavorare, prima come garzone, poi come magazziniere, aveva però colmato le lacune della mancata istruzione scolastica con la lettura di centinaia e centinaia di libri, ammirevole esempio di autodidatta.

E poi, nel '44/'45, men che diciottenne, aveva partecipato alla Resistenza come staffetta partigiana, in uno dei vari raggruppamenti anarchici che operarono efficacemente dentro e intorno alla metropoli lombarda. Poi la Liberazione, l'entusiasmo per la ritrovata libertà, il rapido gonfiarsi delle fila libertarie con l'afflusso di tanti giovani. Tempo qualche anno e l'euforia del dopoguerra è solo un ricordo: il riflusso dell'ondata rivoluzionaria post-bellica "sgonfia" il movimento anarchico. Pino è tra i non molti giovani a rimanere, convinto ed attivo.

Nel '54, vinto un concorso, entra nelle Ferrovie come manovratore. L'anno successivo si sposa con Licia Rognini, incontrata ad un corso di esperanto.

Il circolo seconda casa

Nel '63 si unisce ai giovani anarchici della gioventù Libertaria, due anni dopo è tra i fondatori del circolo "Sacco e Vanzetti" - finalmente una sede anarchica, dopo che per un decennio i compagni erano "costretti" a chiedere ospitalità ai repubblicani o ad altri. Nel '68, dopo che lo sfratto costringe alla chiusura il "Sacco e Vanzetti", il 1° maggio (pochi giorni prima che scoppi... il Maggio) si inaugura un nuovo circolo, in piazzale Lugano 31, a pochi metri dal ponte della Ghisolfa.

Il clima sociale è surriscaldato e tale rimarrà anche per tutto l'anno successivo. Al circolo si succedono cicli di conferenze, riunioni di studenti, assemblee. Vi si riuniscono alcuni dei primi comitati unitari di base, i "mitici" CUB che segnarono la prima ondata, in quegli anni, di sindacalismo di azione diretta, al di fuori delle organizzazioni sindacali ufficiali. Pino è tra i promotori della (ri)costituzione della sezione dell'unione Sindacale Italiana (USI), l'organizzazione di ispirazione sindacalista-rivoluzionaria e libertaria.

Il circolo diventa per Pino la seconda casa (a volte la prima, si lamenta Licia, che lo vede sempre meno). È lui a promuovere l'organizzazione della biblioteca (e poi, dopo tante arrabbiature, a mettere i lucchetti agli armadi per farla finita con la "scomparsa" dei libri - tutti con la loro copertina nera, tutti schedati ed ordinati). Alla domenica mattina, quando nel circolo si ritrovano i "vecchi" (e qualcuno lo era davvero: 90 anni, ed anche di più), Pino c'era quasi sempre: lui che era il più vecchio - con Cesare - tra i giovani, ma certamente un giovane tra quei vecchi spesso attivi prima del fascismo, prima cioè che lui fosse nato.

Ma questa volta era diverso

Negli ultimi mesi della sua vita, poi, Pino è particolarmente coinvolto dalle attività connesse con gli arresti dei vari anarchici accusati delle bombe esplose il 25 aprile '69 a Milano, alla Stazione Centrale ed alla Fiera Campionaria. Ai compagni detenuti a San Vittore (saranno poi assolti nel giugno '71, dopo aver trascorso - alcuni di loro - 26 mesi di carcere) Pinelli assicura l'invio di soldi raccolti tra compagni ed amici, fa arrivare pacchi di cibo, vestiario e libri che lui stesso porta alla portineria del carcere. Nell'ambito della appena costituita Crocenera Anarchica, si impegna nella costruzione di una rete di solidarietà e di controinformazione, che possa servire anche in altri casi simili.

Quando, verso le 7 di sera del 12 dicembre, Calabresi e gli altri dell'ufficio politico piombano nella seconda sede anarchica milanese - in fondo al secondo cortile di via Scaldasole 5, nel cuore del quartiere Ticinese - Pinelli è appena arrivato per lavorare un po', con un altro compagno, alla sistemazione dei locali, in vista della prossima inaugurazione.

Pinelli viene invitato a seguire i poliziotti in questura, anzi a precederli sul suo motorino. C'era già stato tante volte, in via Fatebenefratelli: conosceva bene le regole del gioco, interrogatori, lusinghe e minacce, richieste di nomi, indirizzi, informazioni. Ma questa volta era diverso.

Tre giorni dopo, il corpo di Pino veniva scaraventato giù dalla finestra di una stanza dell'ufficio politico, al quarto piano della questura. Era la fine di una vita, l'inizio di una tragica farsa, tuttora in corso.


giovedì 5 dicembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLV

1940 

Muore nel Canada Emma Goldman, anarchica russa (era nata nel 1869) emigrata a 17 anni negli Stati Uniti. Legata sentimentalmente ad Aleksandr Berkman, anch'egli d'origine ebraico-russa, fu con lui l'animatrice dell'anarchismo americano alla fine del secolo e nei primi decenni del Novecento. Nel 1906, mentre Berkman stava scontando una lunga pena detentiva (22 anni di carcere) per aver sparato a un magnate della metallurgia americana noto per il suo atteggiamento anti-operaio, la Goldman ridiede impulso al movimento libertario perseguitato e fondò con altri compagni, a New York, la rivista  "Mother Earth" che esercitò un'influenza notevole sul pensiero anti-conformista statunitense. Deportata dagli Stati Uniti nel 1919 nel clima di isterismo reazionario del dopoguerra che sfruttava i contingenti sentimenti nazionalistici ai fini di rafforzamento del sistema, rientrò in Russia con Berkman, ebbe contatti con Zinoviev e altri esponenti della rivoluzione, ma non poté raggiungere l'Ucraina di Nestor Makhno e anzi riservò duri giudizi al movimento makhnovista che non conobbe comunque di prima mano. Delusa infine dal contrasto tra i suoi antichi ideali e la nuova realtà per lei incomprensibile del regime sovietico, centralizzatore oltre che in economia, anche nel campo delle idee, della cultura e delle ideologie politiche, emigrò nuovamente, prima in Inghilterra e successivamente in Canada, ove si stabili. Fece visita  alla CNT di Madrid durante la guerra civile spagnola. Col suo idealismo schematico e ottocentesco mantenne sempre un atteggiamento rigidamente antimarxista e di chiusura nei confronti non solo della dittatura staliniana ma anche dell'opposizione comunista  di sinistra di tendenza trotzkista o comunque bolscevica. A lei e a Berkman spetta una parte notevole di responsabilità per la   divisione tra marxisti e libertari. È scomparsa da circa un decennio anche "Mother Jones" (Mamma Jones), agitatrice e organizzatrice operaia americana. Attiva soprattutto nelle zone carbonifere della Pennsylvania e del West Virginia e nei distretti di estrazione dei minerali di ferro del West e del Southwest, a oltre 80 anni aveva cercato di raggiungere i minatori del Colorado in sciopero (gennaio 1914) ed era stata rinchiusa in una cella infame infestata dai topi. A oltre 90 anni militava ancora nel movimento operaio, e si era iscritta al Farmer-Labor Party, un raggruppamento di organizzazioni operaie e contadine indipendenti dai grandi sindacati di mestiere, fondato nel 1919 e scioltosi  poco prima della seconda guerra mondiale. Nel 1905 era stata delegata, come leader stimata dei minatori, alla prima «convention» dell'IWW, quella della fondazione in Chicago, cui partecipò al fianco di Lucy Parsons, vedova del martire anarchico Albert Parsons, direttore di "Alarm" impiccato a Chicago nel 1887. Nel 1925 aveva pubblicato a Chicago The Autobiography of  Mother Jones. Autentica  proletaria  americana, senza dubbi né retorica, ma anche senza filosofia, si era posta gli obiettivi più moderati («more pay and less hours», paga più alta e meno ore di lavoro) che aveva cercato di raggiungere con mezzi audaci e rivoluzionari. Sia la Goldman col suo razionalismo elementare e col suo individualismo eroico nutrito dalle letture di Kropotkin, Nietzsche e Ibsen, sia Mother Jones col suo primitivo empirismo rispecchiano una fase dello sviluppo americano. 

1943 

11 gennaio - Misterioso assassinio, a Manhattan (New York) dell'anarchico di origine italiana  Carlo Tresca. Nato nel 1879 a Sulmona, a vent'anni aveva abbandonato la ricca famiglia ed era diventato socialista e segretario dell'appena fondato sindacato ferrovieri. Per aver pubblicato un foglio d'agitazione intitolato "Il germe" con cui denunciava le malefatte dei potenti, fu processato; dimostrò che le cose da lui pubblicate erano vere,ma venne ugualmente condannato. A ventiquattro anni era già esule in Svizzera. Della colonia italiana faceva parte un chiacchierone esagitato, dagli occhi spiritati, magro come un chiodo: Benito Mussolini, allora socialista massimalista. Tresca un giorno gli diede del posatore, del ciarlatano. Mussolini urlò come un forsennato: «Tu non sei abbastanza rivoluzionario!». «Staremo a vedere», ribatté calmo Tresca. Mussolini diventerà il capo del fascismo, della nuova destra violenta. Tresca, emigrato nel 1904 come tanti altri italiani poveri negli Stati Uniti, divenne un abile e coraggioso organizzatore sindacale a Pittsburg, tra i minatori e i lavoratori delle acciaierie. Creò un giornale d'agitazione in lingua italiana, "La Plebe", e l'anno successivo aderi all'IWW, l'associazione degli Industrial Workers  of  the World, fondata a Chicago il 27 giugno 1905 da "Big" Bill Haywood, Eugene V. Debs, Daniel De Leon e altri con un programma di sindacalismo rivoluzionario. Tresca era già allora quello  che sarebbe rimasto per tutta la vita: un uomo alto, forte, un paladino dei deboli e degli sfruttati. Nell'America dell'inizio del secolo tra i più deboli e sfruttati erano gli emigranti italiani. Carlo si dedicò alla loro organizzazione, perché potessero meglio difendere i loro diritti. Ma erano diritti da strappare con dure lotte a un padrone  disposto a tutto pur di non riconoscere alla «plebe» la possibilità di una vita  umana.


SABOTAGE – Alfred Hitchcock

In  seguito a un attentato, Londra resta al buio. L'autore dell'atto di sabotaggio è  Verloc, un individuo dall'aspetto apparentemente bonario, che dirige una piccola sala cinematografica, a copertura della sua attività  segreta. Verloc vive  con la  giovane moglie, Sylvia, e il fratellino di  questa. Un giovane detective, Ted, fingendosi un  fruttivendolo, sorveglia il cinema e, nel frattempo, non manca di fare la corte alla moglie di Verloc. Ben presto Verloc si accorge di essere spiato. Ma  il sabotatore riceve l'ordine di compiere un nuovo attentato: questa  volta l'obiettivo consiste nel piazzare una bomba nella metropolitana. Verloc confeziona il pacco contenente l'ordigno a tempo, e consegna il tutto all'ignaro fratellino di Sylvia perché   lo recapiti dall'altra  parte della città. Nel   percorso del lungo tragitto, il ragazzo si attarda: la bomba esplode su di  un bus. Il ragazzo resta ucciso. La donna, che già sospettava di Verloc, conosciuta la verità, uccide, pugnalandolo,  il marito.  La  polizia arriva sul luogo del delitto per arrestare il sabotatore, ma la provvidenziale esplosione del cinema, opera di  altri sabotatori, cancella le tracce dell'assassinio. Sylvia può rifarsi una vita  insieme a Ted. 

Sabotaggio è una libera trasposizione de L'agente segreto di Joseph Conrad, questa pellicola appartiene al cosiddetto periodo inglese (1936-1939) quando il Maestro lavorava negli studi di Londra. La storia è molto ben congegnata, i personaggi sono ambigui e tenebrosi quanto basta per rendere l'atmosfera del film amara e imprevedibile. Sicuramente Oskar Homolka è l'attore che meglio si cala nel ruolo assegnatogli dal regista, interpretando un cattivo che si mimetizza fra la folla, fingendosi un cittadino qualunque, rispettabile e flemmatico, uno che potrebbe essere il tuo vicino di casa e di cui non sospetteresti mai niente di strano... per queste sue caratteristiche ogni suo gesto, anche il più insignificante, crea nell'animo dello spettatore, una tensione continua. Sebbene Hitchcock non fosse entusiasta di questo film, ne va riconosciuta l'importanza quantomeno sul piano dei limiti cinematografici che riesce a infrangere. Nello specifico, si parla di un cinismo nei confronti dei personaggi che raramente (o addirittura mai) si era visto fino a quel momento su pellicola: fra le altre cose in questa storia c'è un uomo che uccide un bambino facendolo saltare in aria, una moglie che accoltella un marito a sangue freddo e l'occultamento, nel finale, di un cadavere con conseguente rimozione della verità, con tanto di benestare della polizia. Insomma, il regista lo riteneva un disastro proprio per le ragioni che, in realtà, ne fanno un'opera in un certo modo rivoluzionaria e destabilizzante: da questo punto in avanti, per la drammatizzazione cinematografica si aprono nuove frontiere della crudeltà.

"La differenza tra "suspense" e "sorpresa" è molto semplice. Noi stiamo parlando; c'è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutto ad un tratto... boom! Esplode la bomba. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena assolutamente normale, priva d'interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, sa che l'ordigno esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto; la stessa conversazione insignificante diventa tutta ad un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico 15 secondi di sorpresa... Nel secondo caso gli offriamo 15 minuti di suspense! Una scena di suspense, tuttavia, ha di solito un esito positivo per l'eroe: la bomba non esplode oppure lui si salva. Lo spettatore vive un'eccitante tensione nell'intima fiducia che tutto si concluderà bene: ed è proprio questo che non succede in Sabotaggio". (Alfred Hitchcock)



SESSO E ARMONIA

La civiltà alimenta l'opposizione tra il corpo e l'anima, lo spirito e la carne e la maggior parte delle persone sono tormentate dalla contraddizione fra il desiderio e il piacere, il sentimento e il sesso. Questa lacerazione scompare in Armonia, dove la sessualità, praticata in virtù dell'attrazione passionale e sulla base del principio panteista delle analogie, permette una comunione mistica con lo spirito di Dio. Il piacere degli uomini permea la totalità del corpo mistico del cosmo; il godimento umano nutre gli astri, i pianeti, le anime dei morti, il meccanismo del vivente, dai fiori agli animali. In base al principio fourierista che nessuna passione è cattiva e che ci sono solo usi cattivi, il nuovo mondo amoroso permette la realizzazione di qualunque fantasia lubrica. La monogamia, il matrimonio, la fedeltà, la procreazione, la coabitazione, questi residui del vecchio mondo possono, ovviamente, continuare a esistere, perché niente è vietato in Armonia; ma non in maniera esclusiva, perché ognuno vivrà successivamente, simultaneamente, e in durate variabili, le esperienze che vorrà scegliere, nessuna delle quali è reprensibile o repressa. Con Fourier, ciò che comunemente si chiama bordello, scambismo, orge, adulterio, scambi di coppie, lesbismo, esibizionismo, voyeurismo, feticismo, sadismo, masochismo, sadomasochismo, saffismo, incesto, gerontofilia, triolismo, tutti vizi in Civiltà, diventano virtù in Armonia. Questi vizi vengono ribattezzati: celadonismo, angelicato, comunità momentanea, amore potenziale, orge di esibizione o orge dell'indomani, fantasie lubriche, poligamia d'incesto, prova d'amore amicale, fedeltà composita potenziale, amore pivotale, passione farfallante, simpatie onigame, fedeltà trascendente, comaniaca, onniginia; tra le manie erotiche si trovano i gratta-talloni, gioco coi capelli, sculacciatori, vecchi pupu, flagellisti. Tutto questo rappresenta il contorno di Armonia questo nuovo mondo amoroso - libero.