giovedì 27 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXI

1957 

Questa «invenzione» situazionista del conflitto tra le generazioni, s'intreccia all'esigenza dell'inventività di massa, e costituirà una delle componenti più vistose del Maggio 68, mentre la corrente di Debord darà un contributo particolare, di analisi creativa «diversa» al gauchisme francese, con cui comunque non si fonderà mai completamente. Essa continuerà infatti a rifiutare la ricomparsa della «figura paterna», impersonata vistosamente dal delirante culto del pensiero-del-presidente-Mao, per collocarsi in una certa misura parallelamente con le «provocazioni» degli anticonformisti olandesi: i Provos e i Kabouters-Goblins

3 novembre - Muore d'infarto nel penitenziario federale di Lewisburg (Pennsylvania) il medico, psicanalista e scrittore Wilhelm Reich. Nato nel 1897 nella parte germano-ucraina dell'Austria asburgica, medico nel 1922, neuropsichiatra a Vienna, allievo di Sigmund Freud, suo primo aiuto clinico al Policlinico Psicoanalitico, animatore fino alla fine del 1930 di consultori socialisti di igiene mentale e felicità sessuale in vari quartieri di Vienna e  successivamente a  Berlino, nel 1933 è costretto a fuggire dalla Germania dall'avvento di Hitler. Esule a Copenaghen, Oslo, New York (1939), cacciato dal partito comunista e dalla Società di psicoanalisi, vive perseguitato dalle varie polizie, Gestapo, Ghepeu, FBI, e dalla società filistea che non gli perdona le sue geniali scoperte nel campo della repressione sessuale come base della personalità autoritaria. Odiato dai nazisti e dagli stalinisti, scrive in campo politico alcune opere fondamentali come Psicologia di massa del fascismo, La rivoluzione sessuale, La sessualità nella lotta sociale, Materialismo dialettico e psicanalisi. Appassionato difensore dei diritti dei bambini alla felicità, influenza ampiamente il pensiero libertario. Nel 1956 fu condannato a 2 anni di carcere per «disprezzo criminale della Corte» che voleva si giustificasse sulle teorie orgonoterapeutiche (cura di varie malattie, anche gravissime, con la energia da Reich detta «orgonica») e le cabine orgoniche e i suoi libri vennero distrutti. La rivoluzione «reichiana» rappresenta uno dei momenti di lotta libertaria contro l'autoritarismo sessuofobico di marca staliniana e maccarthista. - Suscita interesse negli ambienti anticonformisti americani la pubblicazione del libro Memoirs of a Revolutionist di Dwight Macdonald. Nato a New York nel 1906, l'autore racconta le esperienze di un intellettuale negli anni 30 e 40, impegnato a combattere il nazismo e lo stalinismo Avverso all'uso della violenza e dell'autoritarismo, egli attacca anche la sinistra trotzkista a proposito della repressione di Kronstadt. Macdonald non risparmia neppure Roosevelt, cui imputa di  avere mascherato di nobili intenzioni la partecipazione degli USA   alla seconda  guerra mondiale, una guerra «essenziale per gli interessi nazionali dell'America in un sistema capitalistico». 



HEIM Roger

Direttore del Museo di Storia Naturale di Parigi dal 1951 al 1965, è stato uno dei più importanti micologi del Novecento. Fervente antinazista, militò nella Resistenza francese e fu deportato a Buchenwald e a Mathausen.

Fu anche strenuo difensore della natura e un ecologista ante litteram, mobilitandosi per la difesa della foresta di Fontainebleau e per la salvaguardia dei varani di Komodo. Queste battaglie gli valsero la nomina di presidente dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Il suo nome è legato soprattutto alla storia della riscoperta dei funghi sacri messicani, in cui fu fedele compagno d'avventura di R.G. Wasson, contribuendo all'identificazione di numerose specie di funghi fino allora sconosciuti alla scienza occidentale, alcune delle quali portano ancora oggi il suo nome, ad esempio la Psilocybe mexicana Heim, la Psilocybe  aztecorum Heim, la Conocybe siligineoides Heim.


DIRITTO E DOMINIO

Il diritto non è che la volontà del dominatore. Anche la società politicamente più dispotica è sempre alla ricerca del diritto. Tutti i tipi di governo partono dal principio che tutto il diritto e tutto il potere appartengono al popolo preso nella sua collettività. Nessuno di essi, infatti, tralascia di richiamarsi alla collettività e il despota agisce e comanda “in nome del popolo” esattamente come il presidente o qualsiasi aristocrazia. Il diritto è dunque la legittimazione del dominio. Non di questo o quel determinato dominio, ma del dominio in quanto tale. Esso si pone in modo estraneo rispetto all’unico, in quanto per sua natura il diritto mi “viene concesso”. Che sia la natura o Dio o la decisione popolare, ecc., a concedermi un diritto, si tratta sempre di un diritto estraneo, di un diritto che non sono io a concedermi o a prendermi. Non è perciò la fonte del diritto a decidere la sua intima valenza di ratifica del dominio, ma il fatto che comunque esso è sempre un’entità che si pone sopra l’individuo. Per cui non può mai esistere una completa coincidenza tra il diritto e la volontà individuale, dal momento che ogni diritto è, per intrinseca definizione, una categoria particolare e ipostatizzata che si fissa in dimensione universale, mentre l’individuo è una dimensione unica, in sé irripetibile. Diritto storico, diritto naturale o diritto divino o qualsiasi altro diritto; il diritto di per se stesso non è in grado di risolvere i problemi dell’unicità posti al singolo.



giovedì 20 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXX

1957 

Luglio - Nasce a Cosio d'Arroscia (Cuneo) l'Internazionale Situazionista, dalla fusione del «Movimento per un Bauhaus Immaginista», del «Comitato pisco-geografico di Londra» e dell'Internazionale Lettrista (sorta nel 1952 dalla rottura dell'ala radicale del Lettrismo nei confronti del fondatore Isidore Isou; si era espressa nella rivista "Potlatch"). Confluiscono pertanto nell'Internazionale Situazionista la ricerca sperimentale di Constant, Pinot-Gallizio e Jorn (tesa verso forme di realizzazione sempre più  estranee all'attività artistica tradizionale); l'indagine psicogeografica di A. Khatib, anticipata dalle osservazioni di Gilles Ivain (pseudonimo di Ivan Chtcheglov), che oppone al funzionalismo architettonico e urbanistico l'esperienza dello spazio urbano vissuto;  nonché la rimeditazione critica delle avanguardie (dadaista, surrealista, lettrista) operata da Guy Debord e Michèle Bernstein, che sfocia in un rifiuto del «mercato artistico», per un superamento dell'arte in direzione rivoluzionaria. In questa fase i situazionisti attaccano il mercato culturale della borghesia, che utilizza tutti i prodotti dell'arte, anche d'avanguardia, e li trasforma in merci. Viene contestata a Bruxelles l'assemblea generale dei critici d'arte  internazionali. Anche il surrealismo deve essere superato, ma per fare ciò si devono superare le condizioni alienate in cui si vive. L'immaginazione si scontra con la realtà organizzata. L'ispirazione  tecnico-scientifica  dell'IS si esprime in Constant e Pinot-Gallizio, che ipotizzano una nuova società post-economica e sur-poetica. Si tratta della copertura ideologica della fase espansiva del cosiddetto neo-capitalismo, che in quel momento ha bisogno di una dilatazione delle attività del tempo libero. Più rivoluzionaria la posizione di Guy Debord che afferma: «Io ritengo il capitalismo incapace di dominare e d'impiegare pienamente le sue forze produttive, incapace di abolire la realtà fondamentale dello sfruttamento, dunque incapace di lasciare il posto pacificamente alle forme superiori di vita evocate dal suo stesso sviluppo materiale» (IS, n. III). La posizione tecnico-scientifica non si discosta troppo da quella dei partiti riformisti, che anzi finiranno per adottarla adattandola alle esigenze produttivistiche del capitale europeo. Debord invece ipotizza un cambiamento della qualità della vita che è incompatibile con lo stato presente, sia esso capitalistico o neo-capitalistico che è poi la stessa cosa, ma implica un risveglio della rivolta proletaria. In questo modo Debord si colloca in una zona politica assai prossima    all'anarchismo e ai filoni dissidenti del comunismo (trotzkismo, luxemburghismo, comunismo dei consigli, posizioni del giovane Lukàcs, di Pannekoek, Korsch, Gorter), integrata da un'analisi della vita quotidiana che risente dell'opera, appena pubblicata, del « neo-marxista» Henri Lefebvre, Critique de la vie quotidienne. Infatti le organizzazioni storiche della classe, i grandi partiti operanti alla fine degli anni cinquanta (partiti socialisti e comunisti) non hanno saputo  fornire alcuna indicazione rivoluzionaria alle masse durante le crisi, per esempio, dello Stato francese. La totale mancanza di una risposta rivoluzionaria da parte della sinistra parlamentare e dei sindacati a essa collegati, nel maggio 1958, ha consentito la presa del potere da parte di De Gaulle, dimostrando il grado di putrefazione raggiunto da tutta una generazione di militanti e teorici social-comunisti. Cosi, il proletariato francese è rimasto senza un programma, una teoria, una guida capace di sostenere e indirizzare uno sciopero insurrezionale. Ciò dimostra che la rivoluzione «non può trarre la sua poesia dal passato, ma solo dal futuro».


MI CHIAMO ANDRÉS. E OVVIAMENTE, HO LA MIA PERSONALITÀ - Andrés Caicedo

L'hai mai provato?

Ti è mai capitato di ribellarti a chi sei veramente?

O meglio, come vorresti essere?

Io sono o dall'alto verso il basso o dal basso verso l'alto. E magro in ogni direzione

Piedi o scarpe 41.

Capelli castani lisci, o meglio ancora piedi 41 e un'unghia del piede grande

gigante.

La fronte è proprio come quella che passa, è brutta e mi fa prudere l'occhio.

Gambe nel momento in cui cadono le gocce di acqua calda su di loro

Chiunque può vedere le mie sopracciglia mentre le spazzolo.

denti.

Oppure ancora meglio potremmo continuare qui sotto:

Le mie ginocchia sono come quando ho sbattuto contro un palo della luce.

E sono stato circonciso.

Il naso nel momento in cui si ricordano i bei vecchi tempi.

Lo stomaco come quella volta che ci ho messo sopra sei valigie

E apparve mia sorella.

Le braccia nel momento in cui sono sull'autobus e mi rendo conto che

Quello di Flores mi sta guardando.

Oppure potrebbero essere le mani quando ho litigato con Abdul.

E gli occhi nel modo in cui la lesbica mi guardava mentre ballavamo

a tutto gas.

O meglio, il cumbamba quando mi ci sono sbattuto dentro...

da destra a sinistra.

La sua bocca dopo aver baciato María Elena nel suo garage.

Tutto questo e tutto il resto che si sarebbe potuto fare, ma non è stato fatto...

Amen.



Compagno e Compagna

Dal XIII secolo fino alla rivoluzione francese, il termine compagno, o compagna, di arte indicava l'artigiano operaio che, dopo aver terminato il suo apprendistato di parecchi anni al servizio di un maestro artigiano-operaio, aveva dimostrato le sue capacità realizzando un "capolavoro". La storia del compagnonnage, lunga e molto confusa, ha ben poca importanza per la conoscenza delle origini del socialismo e dell'anarchismo - salvo per quanto l'anarchismo individualista ha trovato un alimento in taluni concetti (specie economici) venuti direttamente dalla tradizione del lavoro artigianale e della sua organizzazione. L'apparizione delle manifatture, e poi delle fabbriche, facendo nascere prima gli operai proletari e poi una classe operaia, ha respinto il compagno-artigiano o verso la piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative di produzione della piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative di produzione della piccola industria d'arte e marginale, dato che questi due ambienti si sono dimostrati particolarmente favorevoli a un certo umanesimo individualista. L'operaio artigiano ha dei compagni d'arte, l'operaio proletario ha dei compagni,  dei camerati. Questi dividono con lui la sua camera (dallo spagnolo camerada); gli altri dividevano il pane. Bisogna segnalare che la differenza tende a sparire. La compagna è la donna con cui si vive. L'uso di questa parola, praticamente abbandonata dai comunisti francesi dagli anni 30, permette: 1) di negare le categorie borghesi (moglie, amante); 2)di inserire nel linguaggio la nozione di uguaglianza dei componenti la coppia.  


giovedì 13 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LIX

1954 

La situazione dell'Unione Sindacale si era andata complicando per un'altra ragione. Dalle elezioni parlamentari del maggio 1921 erano uscite due perle di deputati, militanti nell'Unione Sindacale: Giuseppe Di Vittorio a Cerignola, e Angelo Faggi a Piacenza. Nel 1908 erano stati espulsi dal partito socialista. Ma Faggi, in fondo, era rimasto un social-democratico accomodante anzi che no. Di Vittorio era stato mussoliniano interventista nel 1914; pentitosi di quel trascorso, diventò verso il 1916  collaboratore di "Guerra di Classe". Cosi poté far ritorno a Cerignola dopo la guerra, senza che  lo prendessero a sassate. Negli ambienti romani, dove persisteva  una corrente repubblicana estremista, con tradizionale simpatia verso gli anarchici, nacque l'idea di una Alleanza del lavoro. Questa doveva abbracciare tutte le forze sindacali, non soggette all'influenza fascista e decise a difendere i diritti operai in pericolo. Malatesta, che aveva deplorato l'assenza dei repubblicani dalla lotta rivoluzionaria nel dopoguerra, caldeggiò l'idea di questa coalizione, e lo disse chiaramente su "Umanità Nova". L'Alleanza venne costituita in un convegno tenutosi a Roma nei giorni 18, 19 e 20 febbraio 1922. Vi aderirono la Confederazione del Lavoro (D'Aragona, Azimonti); l'Unione Sindacale Italiana (Sacconi, Borghi); il Sindacato Ferrovieri (Mosca, Giusti); la Federazione dei Porti (Ciro Corradetti) e l'Unione Italiana del Lavoro (Teobaldo Schinetti). I comunisti e la Federazione del Mare di Giulietti non aderirono. A Parma aderì la Camera del Lavoro deambrisiana. 

1956 

23 ottobre - Sciopero generale di operai e studenti a Budapest, dove è concentrata la metà dell'industria ungherese, e primo intervento repressivo russo. Il processo di destalinizzazione aveva provocato le dimissioni di Rikosi e la riabilitazione delle vittime dello stalinismo. Consigli operai sorgono spontaneamente a Budapest, prima in fabbrica poi nei distretti. 

4 novembre - il controrivoluzionario intervento dei carri armati russi coalizza gli operai nei Consigli, diffusi anche in provincia. Ma è  troppo tardi: la controrivoluzione trionfa nonostante la disperata resistenza operaia. 


MANHOLE – Grace Slick

A volte è facile crederci Il

suono potrebbe essere la cosa più calda che abbia

mai trovato Inizia a suonare, poi mi dice:

"Prepara il tuo corpo all'amore, qui non c'è gravità"

Guarda in alto: il tetto è scomparso e la lunga lancetta si muove

Di ora in ora.

Guarda in alto: il tetto è scomparso

Il tetto è scomparso, il tetto è scomparso

La musica de Espana es para mi como la libertad

Canta como si la libertad es suiyo

Convenir resuena para escapar

Escuche viento norte escuche

Como corneta nevada corneta cantar.

Alrededor vient oriente vient oriente

Enroyar disenroyar

Querdas que gritan

Querdas que cantan

(La musica spagnola è per me come la libertà / Canta come se la libertà fosse tua / Accetto risuona per scappare / Ascolta, vento del nord, ascolta / Come la tromba nevosa che canta. / Intorno al vento da est vento da est / enroyar disenroyar / Vuoi che gridino / Vuoi che cantino)

Il vento spagnolo continua a raccontarmi

Come ci si sente a cantare liberi

Continua a soffiare su di me e mi mostra

Un altro modo, un altro modo di ascoltare.

E se senti, se senti il ??vento cantare Come

Qualcuno che canta per il tuo amore

Più canta più sai

Corni e archi e il tempo ti mostreranno

Mostra - mostrati, mostrati la libertà

Como libertad – se suona bene, quando lo senti

Se ha un bell'aspetto, quando lo vedi

Se si sente un brav'uomo, quando lo tocchi

Quando ti avvicini a lui

Continuo a pensare al modo in cui

Continui ad apparire nel mio orecchio

Il vento spagnolo continua a raccontarmi

Come ci si sente a cantare liberi

Continua a soffiare su di me e mi mostra

Un altro modo, un altro modo di ascoltare.

E se senti, se senti il ??vento canta come

Qualcuno che canta per il tuo amore

Più canta più sai

Corni e archi e il tempo ti mostreranno

Mostra - mostrati, mostrati la libertà

Como libertad – se suona bene, quando lo senti

Se ha un bell'aspetto, quando lo vedi

Se si sente un brav'uomo, quando lo tocchi

Quando ti avvicini a lui

Continuo a pensare al modo in cui

Continui ad apparire nel mio orecchio

Viento del sur suena como carne caliente en tambor

Carne en carne pero viento oeste resuena

Como alas metalicas

Giralda vena demonstrando el camino

Lamentando se por Ia noche.

La rueda de yairro hierro en frente del sol.

(Il vento del sud suona come carne calda su un tamburo / Carne nella carne ma risuona il vento dell'ovest / Come ali di metallo / La Giralda indicava la strada / Lamentarsi di notte. / La ruota di ferro davanti al sole.)

Quattro piedi di metallo con punta.

Corta el aire corta el cielo la hentes compelados para delatar

Resonar resonar escapar

(Taglia l'aria taglia il cielo Hentes è costretto a tradire risuonare risuonare scappare)

E se senti, se senti

Il vento argenteo che canta

Vola, naviga, naviga uccello umano - vola dentro di me

Guarda in alto - il tetto è sparito

E la lunga lancetta si muove a destra, sempre più a destra di ora in ora

Guarda in alto il tetto è sparito

Guarda di nuovo il tetto è sparito

Ascolta - il vento del nord suona come corni ghiacciati

Navigando attraverso il vento dell'est - e il vento dell'est

Ha corde che si avvolgono e si srotolano

Il vento del sud suona come pelle su tamburi,

Pelle su pelle ma il vento dell'ovest,

Ah il vento dell'ovest echeggia come ali di metallo

Come una vena meteorica che si lamenta nella notte

La ruota di ferro gira davanti al sole,

Il metallo a quattro punte taglia il cielo.

L'uomo deve volare!

L'uomo deve volare!

Convenir resuena escapar - escapar

Convenir resuena escapar - escapar

Se vuole andarsene e seguire

Il suono del vento

Canterà mentre soffia.

Lascialo andare.

Farà sorridere i visi lunghi

Trasformerà l'aria morta in suono.

Ritornerà in cerchio

Non se n'è andato, sta solo girando

Oh girando, ooh ooh girando

Non legarlo, vuole correre

Dagli il sole.

Non legarlo, vuole correre

Dagli il sole.

E se vedi - pensi che quell'uomo se ne stia per andare

Puoi seguirlo ma è già andato

Non legarla, vuole correre

Dalle il sole.

Non legarla, vuole correre

Dalle il sole.

E se vedi - Pensi che quella donna se ne stia per andare

Puoi seguirla, ma è già andata.

Non legarmi, voglio correre,

dammi il sole.

Non legarmi, voglio correre,

dammi il sole.

E se vedi - Pensi che io stia per andarmene,

puoi seguirmi ,

ma sono già andato via.

Non legarla, vuole correre

Dalle il sole.

Non legarla, vuole correre

Dalle il sole.

E se vedi - Pensi che quella donna se ne stia per andare

Puoi seguirla, ma è già andata.

Non legarmi, voglio correre,

dammi il sole.

Non legarmi, voglio correre,

dammi il sole.

E se vedi - Pensi che io stia per andarmene,

puoi seguirmi ,

ma sono già andato via.

DAMMI IL SOLE



L'ideologia e la comunicazione

La differenza profonda tra l'ideologia (o la sensologia (da un lato e la comunicazione dall'altro, consiste nel fatto che la prima conferisce ancora una determinazione. Per quanto le identità fornite dalle ideologie e dalle sensologie siano artificiose e già confezionate (e certo non siano destini), tuttavia conservano ancora una qualche persistenza. L'ideologia (e la sensologia a maggior ragione) assomiglia alla moda: dura qualche stagione e non ha la costanza dello spirito del tempo (di cui parla la filosofia della storia idealistica), ma per un determinato lasso di tempo essa è (o almeno pretende) di essere una cosa determinata.

La comunicazione invece si sottrae a ogni determinazione, come se fosse la peste. Aspira a essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. E' quindi totalitaria in una misura molto maggiore del totalitarismo politico tradizionale, perché comprende anche e soprattutto l'antitotalitarismo. E' globale nel senso che include anche ciò che nega la globalità.



giovedì 6 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LVIII

1954 

Giugno - La Fédération Communiste Libertaire francese e gli italiani Gruppi anarchici d'azione proletaria proclamano la nascita dell'Internazionale Comunista Libertaria, fondata sui seguenti principi di organizzazione interna: unità ideologica; unità tattica all'interno di ciascuna sezione dell'Internazionale; possibilità di tattiche differenti tra una sezione e l'altra, adeguate alle condizioni particolari dei diversi paesi, ma previa discussione in seno all'Internazionale. La  partecipazione  francese, particolarmente agguerrita, risente, più che dell'ideologia anarchica tradizionale, della formazione di giovani provenienti dal partito comunista francese e dai gruppi comunisti d'orientamento trotzkista. Essi portano con sé un'abitudine alla disciplina e al rigore organizzativo e d'analisi politica che contrastano con l'abito mentale anarchico. La loro prassi, che nasce dalla rimeditazione del marxismo alla luce dei fallimenti e dei tradimenti della dittatura staliniana, risente del pensiero del comunista-libertario francese Daniel Guérin (autore dell'importante opera Fascismo e grande capitale) che finirà con l'influenzare sempre più Georges Fontenis. La pressione di cosi contrastanti posizioni avrà come conseguenza, nel 1956, lo scioglimento della FCL che confluirà in un nuovo organismo cui aderiranno anche i trotzkisti lambertisti, e che sarà una delle componenti del gauchisme francese. 

Ottobre - Armando Borghi pubblica a Napoli il libro di memorie Mezzo secolo di anarchia che comprende eventi e figure dell'anarchismo internazionale dal 1898 al 1945. Gaetano Salvemini scrive nella  prefazione, rivolgendosi all'autore: «Se le vostre persone, le vostre opinioni e le vostre opere sono mal conosciute e giudicate, la colpa è vostra. Quando non siete in prigione, la prigione ve la costruite voi stessi colla vostra volontà, chiudendovi in un ghetto a parte. Se i benpensanti non vedono in voi che lupi mannari, questo non è dovuto solo ai loro pregiudizi, ma anche alla  loro ignoranza. Ne avevo sentite io sul tuo conto, prima di conoscerti di persona! Mi dici come potrei io accertare la verità, per esempio, sulla parte che tu prendesti, nel 1922, nella "Alleanza del lavoro",  se mi manca la tua versione, e se debbo lavorare solamente sulle versioni o fasciste o socialiste?». Sulle drammatiche circostanze della nascita e del clima generale dell'Alleanza del lavoro il Borghi scrive: «Durante la mia carcerazione, l'Unione Sindacale Italiana aveva inviato a Mosca due altri rappresentanti, sempre per trattare la questione dell'unità sindacale. Questa volta la scelta era caduta su due zucche vuote, che gli scaltri "compagni" fecero ballare a piacere. Una di esse, Mario Mari, veniva dagli Stati Uniti, e fece da violino di spalla. L'altra, Nicola Vecchi, era un sindacalista finito poi nel pozzo nero fascista. Tornarono dalla Russia con quel  patto, scritto e sottoscritto, di unione coi comunisti che l'anno prima è noto io avevo rifiutato. Per il partito comunista portava le firme di Egidio Gennari, Luigi Repossi e Umberto Terracini. Presi su di me la responsabilità di puntare pubblicamente i piedi. Il patto di "stretta collaborazione" (venne) respinto dall'Unione Sindacale Italiana. Ma  tutta la stampa comunista era al servizio di Nicola Vecchi nella polemica contro di noi. Più tardi Ugo Fedeli mi disse che gli risultava positivamente che era stata versata la somma di trentamila lire che il Vecchi riscuoteva a rate dalle mani del comunista Nicola Bombacci, finito poi anche lui fascista.


WALKABOUT – Nicolas Roeg

Una ragazza e suo fratello vanno a fare una gita nella savana australiana. Sono accompagnati dal padre. Mentre lei prepara il picnic, il padre, improvvisamente, estrae una pistola e comincia a sparare: i due ragazzi si nascondono e il padre si spara un colpo. La ragazza tranquillizza il fratello dicendogli che non è successo niente di grave. Lo prende per mano e cerca di tornare a casa attraverso il deserto. Al calar della sera si rendono conto di essersi perduti. II giorno dopo trovano un'oasi ma l'acqua finisce presto e la loro situazione appare disperata. Inaspettatamente, dal deserto, compare un giovane aborigeno. Egli sta compiendo il suo vagabondaggio - il periodo di sei mesi in cui, secondo le leggi tribali, egli deve vivere a contatto con la natura e trasformarsi in un uomo. L'aborigeno prende i ragazzi sotto la sua protezione e li conduce attraverso la vasta terra desolata. Finalmente trovano una fattoria abbandonata che sembra loro un buon posto per fermarsi. Ma poi l'aborigeno prende il ragazzo e gli mostra una strada che può ricondurli alla civiltà. Dispiaciuto dal fatto che il bambino e la ragazza tra breve se ne andranno ponendo fine alla vita in comune, l'aborigeno si dipinge il corpo e dà inizio ad una danza di corteggiamento; la ragazza, temendo un qualche tipo di violenza, si ritrae dal giovane. Lui continua  a danzare per ore. Al mattino lo trovano morto. Sconcertati, i due fratelli prendono la strada della salvezza, solo per essere accolti con ostilità nella prima cittadina che incontrano).

 In Walkabout lo scontro è insieme umano (la ragazza bianca e l'aborigeno nero) e culturale (la città, da una  parte, il deserto dall'altra). L'interazione è il prodotto di una necessita geografica e biologica (la ragazza è priva di aiuti nel mondo dell'aborigeno, come del resto lo sarebbe lui in quello di lei). Quanto alla separazione, non è altro che l'inevitabile conseguenza  di questa doppia origine così ricca di contrasti. Sono contrasti che Roeg rende subito espliciti, fin dalle prime inquadrature dove all'immagine di una città formicolante di vita si sovrappone quella del deserto fino a quando, da un buco in un muro, non compare in tutta la sua maestosità il panorama selvaggio che, poi, dominerà su tutto. Nel finale il procedimento appare rovesciato: è l'immensità del deserto a venire a poco a poco sommersa dalle immagini di case in costruzione, di cimiteri di oggetti abbandonati (il ragazzo che siede in un tram fuori uso)  e infine della stessa folla. Come risultato di questo montaggio di Roeg, città e deserto divengono simboli, ognuno dei quali destinato a nascere dall'altro. Gli abitanti della città appaiono sconcertanti come sabbie mobili, ma non per questo il mondo selvaggio, con tutto il suo fascino, pare privo di strutture sociali, anzi, e in esse predomina ciò che  più di ogni altro serve a sopravvivere:  l'esperienza. Natura e civiltà possono anche essere in contrasto;  cionondimeno hanno entrambe le stesse radici, gli stessi bisogni. Il modo con cui Roeg esamina questi bisogni rivela che ognuno di loro ha un terribile prezzo. 



Il potere della memoria

Il potere sulla memoria ha dato origine ad aspre lotte sociali e politiche e a continui sforzi da parte dello Stato per accaparrare la memoria collettiva.

Così la produzione di documenti che devono fornire lo stock e la base della memoria collettiva e il risultato di scelte e manipolazioni destinate ad imporre al futuro una visione orientata dal passato. Il documento non è innocente, esso serve ad avvertire, esso deforma quanto informa, impone un punto di vista durevole, è un documento/monumento.

Da ultimo, gli psicologi e gli psicanalisti hanno insistito, sia a proposito del ricordo, sia a proposito dell'oblio, sulle manipolazioni, conscie o inconscie, esercitate sulla memoria individuale dall'interesse, dall'affettività, dall'inibizione, dalla censura.

Analogamente, la memoria collettiva ha costituito un'importante posta in gioco nella lotta per il potere condotta dalle forze sociali. Impadronirsi della memoria e dell'oblio è una delle massime preoccupazioni delle classi, dei gruppi, degli individui che hanno dominato e dominano le società storiche. Gli oblii, i silenzi della storia sono rivelatori di questi meccanismi di manipolazione della memoria collettiva.