giovedì 29 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXX

1968 

I tempi del Maggio

27 maggio - E PSU esperisce l'ultimo tentativo per conciliare vecchie e nuove scelte, il contropiano e i soviet, Mendès-France e Cohn-Bendit. I comitati popolari devono essere messi in grado di «rimettere in moto l'economia e la vita pubblica sostituendosi alle istituzioni ufficiali paralizzate e malsicure». I comunisti non apprezzano la formula del governo di transizione e sono ostili a Mendès-France presidente di una sinistra unita. De Gaulle punta su di loro per uscire dalla crisi. Ma egli teme che la loro moderazione possa saltare e che anche loro si spostino a sinistra, come i socialisti. Per questo dà ordine a Pompidou riunito in rue Grenelle con la CGT di fare concessioni paragonabili per importanza agli accordi Matignon del 1936. E quello che ci vuole per imbrigliare i comunisti: fare concessioni di carattere sindacale, in modo che i sindacalisti riformisti siano i primi a ricondurre gli operai in fabbrica senza perdere la fabbrica. Per questo le trattative iniziate il 25 in rue de Grenelle si concludono dopo 48 ore con un protocollo che comporta l'aumento garantito del 35 % di salario minimo inter-professionale, un aumento di tutti i salari del 7 % al primo giugno e del 10% al primo ottobre, il ricupero delle giornate di sciopero col versamento immediato di un anticipo del 50%, la promessa da parte del governo di riprendere appena possibile la discussione sulla previdenza sociale e di depositare un progetto di legge contenente una regolamentazione del diritto sindacale. Il protocollo è approvato la mattina del  27 alle 7,15. De Gaulle e il governo sono convinti che ora i delegati della CGT, che in pratica hanno condotto le discussioni, convinceranno gli scioperanti ad accettare il progetto di accordo. Grande è la loro sorpresa e l'irritazione quando, nel primo pomeriggio, apprendono che gli operai della Renault, della Citroen, della Sud Aviation, della Berliet, della Rhodiaceta, della SNECMA, e poco dopo quelli di tutte le fabbriche occupate, rifiutano  di riprendere il lavoro. Dunque i dirigenti comunisti della CGT hanno perso il controllo del movimento. Il 27 sera i foschi interrogativi che agitano la mente di De Gaulle e Pompidou sono aggravati dalla riuscita della manifestazione indetta allo stadio Charlety dall'UNEF. 50-60 mila persone partecipano alla manifestazione: studenti e insegnanti in maggioranza, ma anche una massa di circa 20 000 operai. La CGT viene criticata duramente. André Barjonet, che ha lasciato la CGT, dichiara allo Charlety: «La situazione in cui ci troviamo è veramente rivoluzionaria; oggi tutto è possibile». E presente, accanto agli oratori rivoluzionari, anche Mendès-France. Il partito comunista capisce che deve agire subito. 


I Situazionisti e l’alcool

Che l’alcol abbia avuto una qualche importanza per i situazionisti è fuori di dubbio; la loro predilezione per questa sostanza psicoattiva – e non altre – è fuori discussione. Delle foto giovanili di Debord e compagnia una buona parte lo ritraggono con il bicchiere in mano; le derive psicogeografiche erano abbondantemente veicolate dagli alcolici e contemplavano frequenti e ripetute visite di caffè e bistrò; Debord ha bevuto abbondantemente per tutta la vita.

Ben pochi, però, per non dire nessuno, ha mai analizzato le idee situazioniste guardandole attraverso il fondo di un bicchiere. Anche Debord lo notava lamentandosi per un unico caso in cui veniva tacciato di essere un ubriacone da un gruppo di “giovani drogati”: «D’altra parte sono un po’ sorpreso, io che ho dovuto leggere così spesso, al mio riguardo, le più stravaganti calunnie o critiche molto ingiuste, di costatare che circa trent’anni, e più, sono passati senza che mai un malcontento abbia denunciato la mia ubriachezza come un argomento, almeno implicito, contro le mie idee scandalose; con un’unica eccezione, peraltro tardiva, di uno scritto di alcuni giovani drogati in Inghilterra, che intorno al 1980 diceva che oramai ero abbruttito dall’alcol, e che pertanto avevo smesso di nuocere». 

Una sorpresa , quella di Debord, probabilmente dovuta alla lontananza e l’incomprensione dei ”giovani drogati” per qualità della sua ubriachezza: «Dapprima ho amato, come tutti, l’effetto di leggera ebbrezza, poi ben presto ho amato quel che è aldilà dell’ebbrezza violenta, quando si è superato questo stadio: una pace magnifica e terribile, il vero sapore del passaggio del tempo» e della sua valenza creativa: «Si capisce che (il bere) mi ha lasciato ben poco tempo per scrivere, ed è proprio quel che conviene: la scrittura deve restare rara, prima di trovare l’eccellenza bisogna aver bevuto a lungo». Quanto a lungo, per andare “al di la dell’ebrezza violenta… per gustare il vero sapore del passaggio del tempo”? Può darci qualche indicazione un annotazione dello stesso Guy Debord, sul retro di una busta, in cui ha scrupolosamente annotato tutto quanto ha bevuto il 9 maggio 1962 tra le 14 h e le 6 h dell’indomani mattina. Miscuglio permanente di vino (rosé), di birra e di alcol (Calvados, Cognac) per una somma finale di tre litri di vino, due litri di birra e sei bicchieri di alcol (cioè mezzo litro). Ossia 5,5 litri di alcol in sedici ore. Ossia come media costante, circa 33 cl di alcol per ora.


Anarchia e la questione sociale

Se dovessi rispondere alla domanda: "Che cos'è la schiavitù", potrei con una parola rispondere: "E' l'assassinio", e tutti capirebbero immediatamente cosa intendo dire ... E a quest'altra domanda, dunque "Che cos'è la proprietà?" perché non potrei rispondere ugualmente: "E' un furto", con la certezza di essere compreso? Quest'ultima affermazione non è. infatti, che la prima, appena trasformata. (P.J. Proudhon)

Ecco degli operai che si danno da fare per prosciugare questo pantano, a strapparne alberi e cespugli, per dirla in breve a ripulire il terreno; essi vengono così ad aumentarne il valore ... Questo valore che essi vi aggiungono è loro ripagato sotto forma di alimenti e di salario giornaliero, ma diventa così definitivamente proprietà del capitalista  (P.J. Proudhon)

Anarchia assenza di padrone, di sovrano, è questa la forma di governo alla quale ogni giorno più ci accostiamo (P.J. Proudhon)


giovedì 22 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXIX

1968 

I tempi del Maggio

20-26 maggio - Da alcune settimane il governo si dimostra incapace di ristabilire la «legalità». Le manifestazioni si svolgono senza autorizzazione. Sembra realizzarsi lo slogan «l'immaginazione al potere». Si parla, s'improvvisano spettacoli negli edifici pubblici abbandonati agli studenti. Mentre nelle strade di Parigi sorgono barricate, in tutta la Francia si scatenano senza preavviso gli scioperi, migliaia di imprese sono occupate dagli operai. Nella metà dei dipartimenti i prefetti, completamente isolati come del resto il governo, hanno perso tutte le leve del comando. A Parigi tutto prosegue alla giornata: un ministro cede senza discutere ciò che l'altro continua a rifiutare ostinatamente. La notte tra il 24 e il 25 è la seconda passata sulle barricate. La manifestazione alla Gare de Lyon comincia a denunciare i limiti di popolarità dello scontro stradale. Il centro e taluni ambienti padronali si rivolgono, anche loro a Mendès-France. "Le Monde" chiama Mendès-France al potere. Il 26 sera si riuniscono, nella casa di un medico parigino, i membri del direttivo nazionale del PSU, alcuni sindacalisti, il vicepresidente della UNEF (l'Unione degli studenti) Jacques Sauvageot, Mendès-France e Gilles Martinet, ex direttore di "Nouvel Observateur" e già segretario aggiunto del PSU. Per il 29 è annunciata una grande manifestazione allo stadio Charlety. La decisione da prendere è grave. Sauvageot respinge la soluzione dei politici tradizionali (Mendès-France, Mitterrand) ma propone, per rassicurare la popolazione e i lavoratori, non un altro governo «ma un potere efficace dei lavoratori nelle imprese. Devono essere loro a decidere. Guardate i comitati d'azione nei quartieri... Non si parla più di Soviet, perché è una parola passata di moda. Ma in pratica proprio di questo si tratta, con l'autogestione dei comitati». Questo linguaggio sembra irreale ai sindacalisti presenti. I comitati, dicono, sono praticamente inesistenti: la fabbrica non è ancora l'Università. Michel Rocard, con il temporaneo  appoggio di Martinet, insiste per il «governo provvisorio». Martinet precisa che si deve evitare l'impasse del movimento: per sviluppare le posizioni di potere già conquistate, l'importante è che l'iniziativa parta dal movimento stesso, non dagli stati maggiori tradizionali. Mendès-France si limita a dire che il governo provvisorio deve avere l'appoggio di tutta la sinistra, partito comunista  compreso che non aderirà mai a posizioni rivoluzionarie. La riunione si scioglie senza nulla di deciso. 


JANIGER OSCAR

Oscar "Oz" Janiger, cugino del poeta Allen Ginsberg, fu uno dei primi psichiatri a studiare il potenziale dell'LSD sulla creatività: si calcola che tra il 1954 e il 1962 abbia somministrato la sostanza a oltre 3000 volontari, tra cui gli scrittori Anais Nin e Aldous Huxley, gli attori Cary Grant e Jack Nicholson.

Assunse in prima persona la sostanza tredici volte, confessando che lo aiuto a vedere che molte, molte cose erano possibili.

L'interesse di Janiger nei confronti degli psichedelici non si limitò all'LSD, ma studiò attentamente anche la DMT (con Alan Watts e Humphreys Osmond), il potenziale allucinogeno del tabacco e il peyote (con Marlene Dobkin de Rios).

Dopo la messa fuorilegge dell'LSD (nel 1966), continuò a essere un fervente sostenitore del potenziale positivo della sostanza, ma giocoforza si vide costretto a impegnarsi in altre ricerche. Tra queste vale la pena ricordare un controverso studio sulle basi biologiche dell'omosessualità e alcune forme di depressione premestruale.

Nel 1986 cofondò la Albert Hofmann Foundation, società no-profit con lo scopo di conservare il patrimonio culturale e scientifico della ricerca psichedelica. Negli ultimi anni della sua vita (morì nel 2001), si occupò dello studio dei delfini nel loro ambiente naturale. 



L’essere che viene

L’essere che viene: né individuale né universale, ma qualunque. Singolare, ma senza identità. Definitivo, ma solo nello spazio vuoto dell'esempio. E, tuttavia, non generico né indifferente: al contrario, tale che comunque importa, oggetto proprio dell'amore. La sua logica: i paradossi della teoria degli insiemi, l'indiscernibilità di una classe e dei suoi elementi, di una cosa e del suo nome. La sua etica: essere soltanto la propria maniera di essere, potere unicamente la propria possibilità o potenza, far esperienza del linguaggio come tale. La sua politica: fare comunità senza più presupposti né condizioni di appartenenza, esodo irrevocabile dallo Stato, costruzione di un corpo comunicabile.   


giovedì 15 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXVIII

1968 

I tempi del Maggio 

16 maggio - L'inizio dell'agitazione nelle fabbriche provoca un nuovo irrigidimento del partito comunista nei confronti dei giovani ribelli. L'agitazione è localizzata soprattutto nelle regioni occidentali della Francia, ed è guidata da giovani operai che già da alcuni mesi contestano la politica troppo prudente della CGT (sindacati controllati dai comunisti). I giovani che organizzano lo sciopero nella fabbrica della Sud Aviation a Bourguenais e alla Renault di Cléon hanno lo stesso slancio dei loro coetanei che in gennaio-febbraio si sono scontrati duramente con i CRS a Caen e a Le Mans. È chiaro che gli studenti non hanno «inventato» la rivoluzione, ma che gli avvenimenti del Quartiere Latino hanno funzionato da «detonatore». L'esplosione nelle fabbriche non si sarebbe verificata se non ci fossero state le condizioni oggettive di disagio: i giovani, che uscendo dalle scuole professionali, non trovano un posto adatto alla loro qualifica, che sono sottoposti a norme disciplinari superate e minacciati dalla disoccupazione, si collegano con gli studenti in lotta e con le organizzazioni minoritarie anarco-sindacaliste, trotzkiste e cristiane rivoluzionarie. È proprio questo che preoccupa i responsabili della CGT, che per riprendere il controllo della situazione ancora frammentaria, le danno una portata nazionale e formano attorno alle fabbriche un vero cordone sanitario che dovrebbe impedire il «contagio studentesco e rivoluzionario». 

19 maggio - L'associazione «Potere socialista» (minoritaria nel PSU, Partito Socialista Unificato), lancia un appello per la formazione di un governo di transizione, «secondo la procedura proposta qualche anno fa da Pierre Mendès-France». L'uomo chiamato in prima linea da un vuoto di potere è un anziano ma ancora energico ex presidente del consiglio, reputato il maggior esperto francese di economia. Appartiene al PSU, cioè al partito legato all'ala avanzata del movimento. Nel settembre 1961, partendo dall'ipotesi che il generale De Gaulle non la spuntasse con i ribelli destrorsi dell'OAS, Mendès-France riteneva che l'opposizione doveva dichiararsi pronta a formare un «governo di transizione» col compito di ristabilire la pace, restaurare le libertà e indire  nuove elezioni. Statista tecnico, alto-borghese, Mendès-France dal 1958 ha rotto con il centro radicale ed ha successivamente  aderito al PSU in segno di scelta da «vecchio repubblicano» contro l'autoritarismo gollista. 


The Times They Are A-Changin' di Bob Dylan

Venite intorno a me voi tutti

ovunque vagate

e ammettete che le acque

intorno a voi sono salite

e accettate che presto

sarete inzuppati fino all'osso

se per voi il tempo

ha qualche valore

allora è tempo di cominciare a nuotare

o affonderete come pietre

perché i tempi stanno cambiando

venite scrittori e critici

che profetizzate con le vostre penne

e tenete gli occhi bene aperti

non vi sarà data un'altra scelta

e non parlate troppo presto

perché la ruota sta ancora girando

e nessuno può dire

chi sarà designato

il perdente di adesso

sarà domani il vincente

perché i tempi stanno cambiando

venite senatori e deputati

ascoltate vi prego il richiamo

non vi fermate sulla soglia

non bloccate l’ingresso

perché colui che ha cercato di rallentare

ci rimetterà

c'è una battaglia

fuori che infuria

e presto scuoterà le vostre finestre

e farà tremare i vostri muri

perché i tempi stanno cambiando

venite madri e padri

da tutto il paese

e non criticate

quello che non potete capire

i vostri figli e le vostre figlie

non li potete comandare

la vostra vecchia strada

sta rapidamente invecchiando

andatevene vi prego dalla nuova

se non potete anche voi dare una mano

perché i tempi stanno cambiando

la linea è tracciata

la maledizione scagliata

l'uomo lento di adesso

sarà il più veloce domani

così il presente di adesso

sarà passato domani

l'ordine sta rapidamente

scomparendo

e il primo di adesso

sarà l'ultimo domani

perché i tempi stanno cambiando



L’individualismo

L'individualismo, va sottolineato, può essere inteso in almeno due modi. Il primo, il più comune, è la giustificazione ideologica dell'egoismo più rapace, l'idea che i rapporti tra gli esseri umani devono sottostare alla legge bruta della lotta per la vita. E il caso dell'economia liberale, che domina il mercato e difende il non intervento dello Stato negli affari delle imprese capitaliste, proprio a beneficio dei più forti. Quello che Emma Goldman chiamava «rude individualismo». L'altro - quello di Stirner e i suoi seguaci - è una corrente che, senza basarsi su dogmi o su una tradizione ereditata, fa appello solo alla coscienza individuale". Contro la morale dell'arrivismo e del dominio, questo individualismo rimanda a una rivoluzione interiore e dei sentimenti, a una maniera di stare al mondo che promuove la differenza e 'unicità delle persone, davanti alla dittatura del capitale. «La "libertà individuale"», scriveva Stirner,

che il liberalismo borghese vigila gelosamente, non significa affatto che io sono totalmente libero di autodeterminarmi liberamente, nel qual caso le azioni che compio diverrebbero davvero mie, ma indica semplicemente che io sono indipendente dalle persone. È libero individualmente chi non è responsabile di fronte a nessun uomo”. 

Tutto quel che non si vive direttamente, in prima persona - pensieri, azioni e rapporti umani - si trasforma in sacrificio, ideologia e sfruttamento. La vita autentica implica la rivolta permanente contro tutti i poteri separati.


giovedì 8 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXVII

1968 

I tempi del Maggio 

3 maggio - Dopo che il preside ha per la seconda volta chiuso la facoltà di lettere di Nanterre, i 30 000 studenti che in aprile hanno occupato la facoltà si trasferiscono alla Sorbona (Parigi). 

13 maggio - Prima grande manifestazione di massa. Dall'originaria,  contingente richiesta di agibilità completa dei locali di Nanterre, compresa la possibilità di usufruire delle proprie camere per gli incontri con i compagni e le compagne, il movimento studentesco è giunto a una contestazione globale del sistema universitario basato sulle baronie, la gerarchia e l'autoritarismo. Le masse studentesche che hanno occupato la Sorbona nella notte alzano le barricate nel Quartiere Latino. La polizia attacca gli studenti con estrema durezza, inseguendoli nei caffè e riempiendo i cellulari di ragazzi e ragazze. Si distinguono in questa opera repressiva i CRS (Corpi Repubblicani di Sicurezza), sotto lo sguardo della popolazione. Atti di violenza sono compiuti nei commissariati ai danni dei giovani catturati. Il comportamento della polizia suscita sdegno nella popolazione parigina, che non esita a prendere le difese degli studenti. Georges Marchais, vicesegretario del PCF, pubblica sull'"Humanité" un articolo, che sembra voler far leva su inconsci sentimenti anti-tedeschi, contro «l'anarchico tedesco Cohn-Bendit». Ma ormai una parte della gioventù operaia non crede più all'efficacia delle «giornate nazionali» di sciopero proclamato dai riformisti e delle relative lunghe passeggiate pacifiche, e riscopre le tecniche della guerriglia urbana che impegna forti contingenti di polizia e risulta vincente. Anche il governo si rende conto di essere estremamente impopolare e di «essersi messo dalla parte del torto». A partire dal 13 maggio smette di prendere l'iniziativa nelle azioni di piazza. L'occupazione vittoriosa dell'Università trascina dalla parte degli studenti le prime masse di giovani operai. Il partito comunista, che si era sbilanciato nella sconfessione degli studenti indicati come «provocatori» e «avventurieri», cambia tattica e modera gli insulti ai ribelli perché la base vede che l'azione diretta, decisa e anche violenta (difesa dalla polizia con lancio di pietre e bottiglie di benzina) dà i suoi frutti. Anche i parigini e persino alcuni turisti parteggiano per gli studenti. L'avanguardia studentesca, estremamente combattiva, non sarebbe mai riuscita a ottenere tale ampiezza di consensi  se la polizia non fosse penetrata nella Sorbona scatenando  una selvaggia caccia all'uomo, se i cortei studenteschi non fossero stati attaccati con estrema brutalità. 

14 maggio - Il governo non reagisce davanti alle occupazioni di fabbriche effettuate dagli operai più giovani che trascinano con sé anche gli anziani aderenti alle organizzazioni riformiste. La polizia riceve l'ordine di non cercare di riconquistare le facoltà occupate né il teatro dell'Odèon, gestito da un collettivo rivoluzionario. Il governo aspetta che la corrente rivoluzionaria si esaurisca o che la maggioranza  della  popolazione cessi di provare simpatia per il movimento delle occupazioni. Intanto, anche il partito comunista addolcisce le proprie posizioni nei confronti degli studenti. 


















on, gestito da un collettivo rivoluzionario. Il governo aspetta che la corrente rivoluzionaria si esaurisca o che la maggioranza  della  popolazione cessi di provare simpatia per il movimento delle occupazioni. Intanto, anche il partito comunista addolcisce le proprie posizioni nei confronti degli studenti. 



CALENDIMAGGIO - Giovanni Pascoli

Ben venga Maggio

e il gonfalon selvaggio!

Ma è una selva che si svelle,

la selva che da sè si schianta!

E viene, e seco ha le procelle

che l’hanno nell’inverno affranta,

e viene e canta

                    il gonfalon selvaggio!


Ben venga con la sua grande ombra

e col grande urlo dei torrenti!

È vivo il gonfalon che ingombra

la terra e si svincola ai venti;

ed ai dormenti

                    annunzia: È Maggio! È Maggio!


Ben venga Maggio

e il gonfalon selvaggio!

S’avanza sotto il cielo azzurro

il verde bosco che s’è mosso;

ha dentro un cupo suo sussurro,

ha dentro un rauco fiato grosso.

È rosso rosso

                    il gonfalon selvaggio!


Ben venga! È gente che sui capi

solleva il ramuscel d’ulivo;

e quel sussurro è ronzìo d’api

seguenti il ramo fuggitivo;

e il rosso vivo

                    è dei rosai di Maggio!


Ben venga Maggio

                    e il gonfalon selvaggio!


I NICHILISTI secondo Kropotkin

I nichilisti non erano terroristi, così diceva Kropotkin: "È tanto sbagliato confondere il nichilismo con il terrorismo quanto sarebbe confondere un movimento filosofico come lo stoicismo o il positivismo con un movimento politico come, poniamo, il repubblicanesimo. Il terrorismo nacque da alcune particolari condizioni della lotta politica in un determinato momento storico. Visse e morì. Potrebbe nascere e morire di nuovo. Ma il nichilismo ha lasciato la sua impronta su tutta la vita delle classi colte in Russia, e quell'impronta durerà ancora per molti anni. Prima di tutto il nichilismo dichiarò guerra a fondo contro tutte le "menzogne convenzionali della civiltà". La sincerità assoluta era la sua più notevole caratteristica, e in nome di quella sincerità abbandonò, e pretese che gli altri abbandonassero, quelle superstizioni, quei pregiudizi, usi e costumi che la ragione non poteva giustificare. Rifiutava di piegarsi di fronte a qualsiasi autorità che non fosse la ragione e nell'analizzare usi e costumi sociali si ribellava ai sofismi di ogni genere, più o meno mascherati".


giovedì 1 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXVI

1968 

22 marzo - Nasce a Nanterre, cittadella universitaria alle porte di Parigi, il movimento 22 Marzo capeggiato dai fratelli Daniel e Gabriel Cohn-Bendit, i quali si rifanno all'esperienza anarchica della minoranza attiva con ruolo di fermento permanente e non di «avanguardia dirigente», e dell’azione diretta trasferita dalla fabbrica al campo studentesco. Nasce il movimento degli studenti rivoluzionari che darà origine al Maggio francese. 

21 aprile - Muore a Roma Armando Borghi. Nato a Castelbolognese nel 1882, aderi giovanissimo al movimento anarchico. Internato durante la prima guerra mondiale, arrestato, esule in Europa e negli  Stati Uniti durante il fascismo, scrisse numerose opere sul movimento operaio libertario. Rientrato in Italia nel 1945 diresse "Umanità Nova" a Roma per oltre 15 anni, fino al 1965. 

Maggio - A lato di quella rossa, la bandiera nera anarchica sventola sulla cupola della chiesa della Sorbona, a Parigi. Imponenti masse studentesche, cui si affiancano grandi masse di lavoratori, contestano l'autoritarismo della società borghese, i bassi salari, le forme di produzione alienanti e in generale una qualità della vita considerata disumana. Assieme alla civiltà borghese vengono duramente criticati i cedimenti e i compromessi del partito comunista e dei sindacati a esso legati. E appunto l'atteggiamento ostruzionistico dei sindacalisti e dei gerarchi comunisti a impedire, dopo l'ormai avvenuta generalizzazione e radicalizzazione della lotta, una più profonda saldatura studenti-operai, e una conseguente alternativa di potere. In realtà il Maggio francese più  che all'ottobre 1917 deve essere paragonato al 1905. 905 vuol dire una situazione che è già rivoluzionaria ma che ancora non contiene tutte le condizioni per un successo decisivo. Il regime da abbattere non ha esaurito tutte le sue risorse e le forze che potrebbero rovesciarlo non sono ancora perfettamente preparate a svolgere il loro compito. Si assiste quindi a una «prova generale», come in una certa misura  fu la rivoluzione del 1905. La crisi che scuote la Francia rivela le profonde insufficienze dell'organizzazione economica di una società industriale sviluppata ma ancora fortemente connessa, legata a figure paterne (De Gaulle e i capi d'azienda e di partito). Rivela altresi l'arretratezza di un sistema d'istruzione che la società «avanzata» ha ricevuto già pronto, e la arcaica ferocia di un regime poliziesco che essa si è lasciata imporre. Di qui il carattere complesso della crisi e la molteplicità dei  suoi aspetti. C'è la disoccupazione e l'insicurezza di un lavoro; ci sono salari mensili inferiori a 500 franchi, ci sono le cattive condizioni di lavoro, la mancanza di ferie adeguate, di adeguate pensioni e assistenze medico-sociali e più in generale gli aspetti arcaici della gestione delle imprese. Infine, c'è l'aumento enorme del numero degli studenti, la massa dei senza-lavoro universitari, la mancanza di sbocchi professionali dei quadri tecnici e la creazione di una sotto-intellighenzia, contemporaneamente con la sopravvivenza florida dei baroni universitari e dei medici. I sociologi parlano della gioventù come della nuova classe rivoluzionaria e di una «obiettiva esclusione» dei giovani. In particolare, nell'ambito francese, si presentano come fattori in qualche modo risolutivi l'arroganza della tecnocrazia gollista, il rifiuto del dialogo e il monopolio dell'informazione, uniti alla scarsa duttilità del partito comunista, incapace - a differenza di quello italiano - di tenere il contatto con le avanguardie e di addomesticarle al momento opportuno. L'elemento unificatore è dato dalla contestazione dei sistemi tradizionali d'impostazione autoritaria. Qui, senza che le formazioni libertarie classiche abbiano un ruolo predominante, l'anarchismo trova la sua attualità, cosi come l'anarco-sindacalismo - che le masse dominate dai partiti riformisti neppure conoscono -  si ripresenta nella prassi delle occupazioni, dell'azione diretta, dei picchetti. Ognuno, sia pure confusamente, vuole avere un ruolo, attivo e personalizzato: l'autoritarismo dello Stato interviene per ristabilire, aiutato dalle burocrazie sindacali e comuniste, le vecchie gerarchie e i vecchi ruoli. Il «Maggio» esce sconfitto nello scontro,  ma la sua lezione anti-autoritaria dilaga nella società, diventa un «modello» per l'avvenire e per una vita quotidiana diversa, di cui anche il Potere cerca d'impadronirsi per adeguarsi e sopravvivere. 



Man’s Castle (Vicino alle stelle) – Frank Borzage

È l'America amara della Depressione, dodici milioni di persone non hanno più lavoro. Sulla panchina d'un parco Bill incontra la bella Trina, affamata e sola, la prende sotto la sua protezione e la conduce nella propria casa, soltanto una baracca vuota nella New York più proletaria. Si innamorano, soprattutto è lei che s'innamora di lui, e cerca di fare della loro povera abitazione una fortezza domestica, un 'castello'. Bill invece ha presto voglia di fuggire, è provato e furioso per quella sopravvivenza stentata tra lavori occasionali; quindi incontra la ballerina Fay, predatrice un po'sguaiata, che gli promette una sistemazione più decente. Mentre pensa di lasciare Trina, viene fermato dalla notizia che lei è incinta. Si sposano, ma la tentazione di Bill resta quella di scappar via dalla nuova responsabilità e per lasciare a Trina un po' di denaro si riduce a rapinare l'ufficio contabile d'una fabbrica di giocattoli. Il colpo fallisce, e mentre il cerchio della polizia gli si stringe intorno e Trina gli è accanto, Bill comprende infine il senso del vero amore: prende la sua donna e, come tanti altri disoccupati, salta su un treno merci diretto all'Ovest, dove forse sarà possibile ricominciare. I protagonisti di Man's Castle sono personaggi profondamente provati dalla Depressione, che cercano di superare la crudeltà, l'amarezza e l'indifferenza connaturate allo stato della società in cui vivono. Memorabile, per patetismo, umorismo e sintetica analisi sociale la scena dell'incontro tra i due protagonisti: Loretta Young, affamata, è seduta in un parco e Spencer Tracy, vestito in frac, le siede accanto e comincia a nutrire gli uccelli, quindi invita la ragazza in un ristorante di lusso. Lui non mangia, ma lei avrà la cena più squisita della sua vita. L'identità sociale dell'uomo è un bluff, Tracy non ha un soldo in tasca, il suo vestito è elegante solo perché lui fa l'uomo-sandwich per una famosa marca di caffè; pure, quel vestito non è solo un inganno o una finzione, perché indica esattamente ciò che Tracy pensa di poter e dover essere. Un frac che simbolizza la schizofrenia del proletario, un'immagine in cui si concentrano tutti gli antagonismi dell'epoca.

Uno dei film più espliciti e a sfondo sessuale dell'era pre-codice della Depressione, con Loretta Young che mostra la sua faccia più coraggiosa in tutto questo, bevendo vino di tarassaco al suo triste matrimonio in una baracca. La povera "carica di ossa" Trina (Young) è così affamata che mangerebbe popcorn al piccione. 

Frank Borzage, il nobile e romantico mistico del cinema americano, seppe spesso cogliere l’essenza dei temi più dolorosi del suo tempo, dalla Guerra mondiale, all’ascesa del nazismo e alla Depressione, quest’ultima mai descritta in modo così commovente come in Man’s Castle, un altro connubio tra poesia e dolore. Ancora una volta prevalgono i paradossi e le immagini inverosimili, a partire dal modo in cui Borzage illumina una vicenda che si svolge nel famigerato luogo-simbolo della Grande Depressione, la bidonville che prese il nome da un presidente incapace: Hooverville. Il ghetto del Lumpenproletariat è reale nel senso che la sua miseria è mortalmente presente. Nello stesso tempo la narrazione è un sogno fiero e romantico: è Hollywood in tutta la sua pienezza, con le vicende eteree della fede umana, le piccole vittorie, il prevalere degli uomini sulla tragica realtà materiale. Il tutto si svolge con seducente candore, senza facili compromessi. Sono le persone a contare: la loro presenza, il loro aspetto fiducioso, il modo in cui si toccano a vicenda. Le ultime immagini del film – sul treno – sono le più trionfanti del cinema romantico: niente al mondo è impossibile, nulla è improbabile.




Il Sistema Parlamentare

Mentre da ogni parte noi assistiamo allo sfacelo del parlamento e da ogni lato sorge una critica ai principi stessi del sistema - non più soltanto alle sue applicazioni - come può mai accadere che dei socialisti rivoluzionari difendano questo sistema, condannato a morte?

Elaborato dalla borghesia per far fronte alla monarchia, e insieme per accrescere il suo dominio sui lavoratori, il sistema parlamentare è, per eccellenza, la forma del regime borghese.

I fautori di questo regime non hanno mai seriamente sostenuto che un parlamento o un consiglio nazionale rappresenti la nazione o la città; i più intelligenti fra essi sanno che ciò è impossibile.