Translate

giovedì 15 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXVIII

1968 

I tempi del Maggio 

16 maggio - L'inizio dell'agitazione nelle fabbriche provoca un nuovo irrigidimento del partito comunista nei confronti dei giovani ribelli. L'agitazione è localizzata soprattutto nelle regioni occidentali della Francia, ed è guidata da giovani operai che già da alcuni mesi contestano la politica troppo prudente della CGT (sindacati controllati dai comunisti). I giovani che organizzano lo sciopero nella fabbrica della Sud Aviation a Bourguenais e alla Renault di Cléon hanno lo stesso slancio dei loro coetanei che in gennaio-febbraio si sono scontrati duramente con i CRS a Caen e a Le Mans. È chiaro che gli studenti non hanno «inventato» la rivoluzione, ma che gli avvenimenti del Quartiere Latino hanno funzionato da «detonatore». L'esplosione nelle fabbriche non si sarebbe verificata se non ci fossero state le condizioni oggettive di disagio: i giovani, che uscendo dalle scuole professionali, non trovano un posto adatto alla loro qualifica, che sono sottoposti a norme disciplinari superate e minacciati dalla disoccupazione, si collegano con gli studenti in lotta e con le organizzazioni minoritarie anarco-sindacaliste, trotzkiste e cristiane rivoluzionarie. È proprio questo che preoccupa i responsabili della CGT, che per riprendere il controllo della situazione ancora frammentaria, le danno una portata nazionale e formano attorno alle fabbriche un vero cordone sanitario che dovrebbe impedire il «contagio studentesco e rivoluzionario». 

19 maggio - L'associazione «Potere socialista» (minoritaria nel PSU, Partito Socialista Unificato), lancia un appello per la formazione di un governo di transizione, «secondo la procedura proposta qualche anno fa da Pierre Mendès-France». L'uomo chiamato in prima linea da un vuoto di potere è un anziano ma ancora energico ex presidente del consiglio, reputato il maggior esperto francese di economia. Appartiene al PSU, cioè al partito legato all'ala avanzata del movimento. Nel settembre 1961, partendo dall'ipotesi che il generale De Gaulle non la spuntasse con i ribelli destrorsi dell'OAS, Mendès-France riteneva che l'opposizione doveva dichiararsi pronta a formare un «governo di transizione» col compito di ristabilire la pace, restaurare le libertà e indire  nuove elezioni. Statista tecnico, alto-borghese, Mendès-France dal 1958 ha rotto con il centro radicale ed ha successivamente  aderito al PSU in segno di scelta da «vecchio repubblicano» contro l'autoritarismo gollista. 


Nessun commento:

Posta un commento