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giovedì 29 maggio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXX

1968 

I tempi del Maggio

27 maggio - E PSU esperisce l'ultimo tentativo per conciliare vecchie e nuove scelte, il contropiano e i soviet, Mendès-France e Cohn-Bendit. I comitati popolari devono essere messi in grado di «rimettere in moto l'economia e la vita pubblica sostituendosi alle istituzioni ufficiali paralizzate e malsicure». I comunisti non apprezzano la formula del governo di transizione e sono ostili a Mendès-France presidente di una sinistra unita. De Gaulle punta su di loro per uscire dalla crisi. Ma egli teme che la loro moderazione possa saltare e che anche loro si spostino a sinistra, come i socialisti. Per questo dà ordine a Pompidou riunito in rue Grenelle con la CGT di fare concessioni paragonabili per importanza agli accordi Matignon del 1936. E quello che ci vuole per imbrigliare i comunisti: fare concessioni di carattere sindacale, in modo che i sindacalisti riformisti siano i primi a ricondurre gli operai in fabbrica senza perdere la fabbrica. Per questo le trattative iniziate il 25 in rue de Grenelle si concludono dopo 48 ore con un protocollo che comporta l'aumento garantito del 35 % di salario minimo inter-professionale, un aumento di tutti i salari del 7 % al primo giugno e del 10% al primo ottobre, il ricupero delle giornate di sciopero col versamento immediato di un anticipo del 50%, la promessa da parte del governo di riprendere appena possibile la discussione sulla previdenza sociale e di depositare un progetto di legge contenente una regolamentazione del diritto sindacale. Il protocollo è approvato la mattina del  27 alle 7,15. De Gaulle e il governo sono convinti che ora i delegati della CGT, che in pratica hanno condotto le discussioni, convinceranno gli scioperanti ad accettare il progetto di accordo. Grande è la loro sorpresa e l'irritazione quando, nel primo pomeriggio, apprendono che gli operai della Renault, della Citroen, della Sud Aviation, della Berliet, della Rhodiaceta, della SNECMA, e poco dopo quelli di tutte le fabbriche occupate, rifiutano  di riprendere il lavoro. Dunque i dirigenti comunisti della CGT hanno perso il controllo del movimento. Il 27 sera i foschi interrogativi che agitano la mente di De Gaulle e Pompidou sono aggravati dalla riuscita della manifestazione indetta allo stadio Charlety dall'UNEF. 50-60 mila persone partecipano alla manifestazione: studenti e insegnanti in maggioranza, ma anche una massa di circa 20 000 operai. La CGT viene criticata duramente. André Barjonet, che ha lasciato la CGT, dichiara allo Charlety: «La situazione in cui ci troviamo è veramente rivoluzionaria; oggi tutto è possibile». E presente, accanto agli oratori rivoluzionari, anche Mendès-France. Il partito comunista capisce che deve agire subito. 


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