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giovedì 1 agosto 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XXXI

1934 

Luglio - Nella notte tra il 10 e l'11 muore nel  Konzentration Zenter (campo di concentramento nazista) di Oranienburg il poeta e propagandista  anarchico Erich Muhsam. Era nato nel 1878. Durante la prima guerra mondiale aveva svolto un'attiva campagna antimilitarista; aveva partecipato alla repubblica dei Consigli di Monaco (1919) ed era diventato poi uno dei poeti più impegnati socialmente della repubblica di Weimar. Fino al 1933 combatté il nascente nazismo dalle colonne della rivista "Fanal". Internato e sottoposto a torture per oltre un mese, crolla sotto le percosse degli aguzzini hitleriani. 

25 luglio - Muore a Parigi, povero e malato, l'operaio metallurgico ucraino Nestor Makhno. Nel 1908 era stato condannato a morte per le sue attività anarchiche. In considerazione della giovane età (aveva 17 anni) la sentenza fu commutata in prigione a vita. Liberato dalla rivoluzione di febbraio (1917), capeggiò in Ucraina la guerriglia anticapitalista e la repubblica libertaria. I bolscevichi, che avevano combattuto al suo fianco, lo misero al bando alla fine del 1920. Makhno e parte dei suoi guerriglieri nell'agosto 1921 riuscirono a fuggire in Europa. 

1° dicembre - Misteriosa uccisione dell'alto funzionario del partito comunista Sergej  Kirov a Leningrado. Kirov, con i pieni poteri conferitigli da Stalin, era segretario del partito in quella città. Aveva l'incarico di dare nuovo impulso alla produzione, «preda dell'anarchia». È abbattuto a revolverate da un giovane membro del partito  comunista, Nikolaiev, uno stalinista di sinistra esasperato per la politica reazionaria adottata dal partito. Nell'URSS il delitto giova a Stalin, che ne approfitta per eliminare le restanti forze dell'opposizione zinovievista. All'estero invece il delitto viene imputato ai trotzkisti e agli anarchici. Quando la sinistra francese chiede la liberazione di Victor Serge deportato a Orenburg, le delegazioni culturali russe, assai imbarazzate, rispondono che Serge è implicato nell'affare Kirov. In realtà l'affare Kirov non è che il lugubre preannuncio dei processi di Mosca nei quali perirà, vittima della follia staliniana, tutta l'ala ancora pensante dell'opposizione rimasta in Russia, da Zinoviev a Kamenev a Bukharin, vale a dire la restante vecchia guardia bolscevica. Sul piano politico, nel 1933 i vecchi collaboratori di Lenin erano rimasti profondamente scossi dall'ascesa di Hitler al potere, e dall'incapacità dimostrata dal Comintern di sbarrargli la via. L'URSS non proclama neppure la mobilitazione generale, e il partito comunista tedesco, applicando la teoria staliniana del socialfascismo, spiana la strada a Hitler combattendo i socialisti più dei nazisti. Successivamente, il 6 febbraio 1934, una sommossa viene inscenata in Francia dalla destra più reazionaria, provocando un riavvicinamento frettoloso e insincero di socialisti e comunisti. Questi sviluppi della situazione in Germania, Francia e Russia, e il loro effetto cumulativo, chiudono una fase capitale delle speranze rivoluzionarie nel mondo. Al momento dell'uccisione di Kirov l'ufficio politico del partito comunista sta cominciando una politica di normalizzazione e di pacificazione. Il regime dei kolkhoz viene modificato in modo da permettere ai coltivatori di farsi nel kolkhoz stesso forme di beni personali. Il governo sovietico vuole darsi una facciata democratica in seno alla Società delle Nazioni e cerca l'appoggio all'estero della borghesia e della piccola borghesia intellettuale. La rivoltellata mortale di Nikolaiev  interrompe questa tendenza e scatena la più feroce delle repressioni: 114 esecuzioni immediate, poi l'esecuzione di Nikolaiev e dei suoi compagni, 14 giovani comunisti delusi dal comunismo burocratico, la deportazione in massa di migliaia e migliaia di abitanti di Leningrado, infine l'arresto di circa tremila persone, vecchi comunisti sospettati di appartenere alla tendenza Zinoviev-Kamenev. Incombe l'èra delle «grandi purghe», dei processi di Mosca del 1936-1938. 

1935 

24 giugno - Luigi Fabbri, illustre pensatore dell'anarchismo italiano, muore esule a Montevideo. Era nato a Fabriano nel 1877. Aveva redatto con Pietro Gori la rivista "Il  Pensiero". Insegnante, era stato costretto a espatriare dalla dittatura fascista nel 1926 per aver rifiutato il giuramento di fedeltà al regime. Aveva mantenuto alta la linea libertaria, lucida e intelligente, di Errico Malatesta, in Francia, Belgio e Uruguay (ove si era rifugiato dopo ripetute espulsioni). A Montevideo aveva fondato nel 1930 la rivista "Studi sociali". 

Ottobre - Camillo Bemeri, Umberto Marzocchi, Umberto Consiglio e altri anarchici italiani in esilio danno vita in Francia a un Convegno d'intesa degli italiani emigrati nel Belgio, in Svizzera e in Francia. 

11 ottobre - Fondazione della Federación anarco-comunista argentina (FACA). 


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