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giovedì 16 maggio 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XX

1919

24 dicembre - Torna in Italia Errico Malatesta, sbarcando clandestinamente a Taranto. Una folla immensa lo saluta all'arrivo a Genova mentre suonano in segno di benvenuto le sirene delle navi.  

30 dicembre - Rudolf Rocker, un artigiano intellettuale anarchico che durante la guerra era stato internato in Inghilterra, fatto ritorno a Berlino organizza la FALTD (Freie Arbeiter Union Deutschlands) di cui resta uno dei maggiori esponenti fino all'avvento della dittatura nazista. Rocker aveva raggiunto l'Inghilterra nel gennaio del 1895. A Londra aveva imparato l’yiddish (Rocker non è ebreo) per scrivere sul giornale  "Der Arbeter Fraint", portavoce dell'anarchismo ebraico redatto a Whitechapel, che Rocker successivamente  diresse (dal 1898 al 1914, anno del suo internamento da parte delle autorità inglesi). - Il movimento anarchico bulgaro si organizza sotto il nome di Federazione anarco-comunista bulgara (FACB); organo di stampa, il "Rabotnitche Skamisal" (Il pensiero operaio). Gli anarchici hanno una lunga tradizione di lotta: dopo aver preso parte attiva ai movimenti di liberazione della Macedonia e della Tracia orientale e occidentale, sotto il giogo turco del congresso di Berlino del 1878, hanno tenuto il loro primo congresso nel 1889 (il partito operaio socialdemocratico viene fondato solo nel 1892). Perseguitata dalla reazione fascisteggiante negli anni 20 e 30, la FACB potrà operare in legalità dal 9 settembre 1944 al 25 dicembre 1948, quando il V° congresso del partito comunista bulgaro metterà fuori legge gli anarchici, costringendoli alla clandestinità. 

1920 

Gennaio - Zinoviev, presidente del comitato esecutivo centrale della III Internazionale, lancia da Mosca un appello all'IWW: «Anche noi vogliamo abolire lo stato. La dittatura del proletariato è solo temporanea. Anche noi come voi siamo contro i politicanti socialisti "gialli", legati al voto. Noi invece siamo per il partito rivoluzionario. Il nostro fine è identico: un commonwealth senza stato, senza governo, senza classi, in cui i lavoratori amministreranno i mezzi di produzione e distribuzione per il beneficio comune di  tutti. Venite con noi, formiamo i Soviet». L'appello è riportato da "Solidarity", rivista dell'IWW, il 14 agosto 1920. 

26 febbraio - "Umanità Nova", quotidiano anarchico diretto da Errico  Malatesta, inizia le pubblicazioni a Milano. Redattore, Luigi Damiani; collaboratori: Luigi Fabbri, Carlo Molaschi, Nella Giacomelli  e Camillo Berneri, un giovane filosofo proveniente dal partito socialista. Costretto all'esilio dal fascismo, Berneri sarà ucciso durante la guerra civile spagnola, a Barcellona, dagli stalinisti. Il 24 marzo 1921, sull'onda dell'isterismo anti-anarchico provocato dallo scoppio al teatro Diana, i fascisti assalteranno la sede di "Umanità Nova", che uscirà successivamente a Roma. 

29 febbraio - Errico Malatesta parla per la prima volta a Milano. Dopo il comizio, scontri tra carabinieri e dimostranti, due dei quali restano sul terreno. 

7 marzo - Viene arrestato a New York dal Bureau of Investigation (prima denominazione dell'FBI) l'operaio tipografo di origine italiana Andrea Salsedo che aveva stampato un opuscolo anarchico. Trattenuto in isolamento senza alcuna garanzia legale, sottoposto a percosse durissime nei locali dell'FBI al 14° piano di un edificio comune sito al numero 21di Park Row (New York) nel clima di brutalità poliziesca instaurato dall'esordiente Hoover (i «Red Raids», spedizioni punitive contro i «rossi»), Salsedo, che più che un militante anarchico è un semplice simpatizzante del movimento libertario, dopo due mesi è ridotto in condizioni pietose. Non sa neppure che cosa dovrebbe confessare. Ammette soltanto di avere preso parte alla stampa dell'opuscolo. Il 3 maggio un collega di Salsedo, lo stampatore Roberto Elia, anch'egli detenuto per «attività sovversiva», viene svegliato dal secondino con queste parole: «Your comrade is dead. He has jumped from the window» (Il tuo compagno è morto. È saltato dalla finestra). «Saltato» per sfuggire alle torture, perché non ne poteva più, o «buttato» per confondere le carte (Salsedo poteva essere deceduto durante un «interrogatorio» più pesante del  solito?)  La stampa socialista e anarchica parla di «suicidio poliziesco». Il caso non viene risolto, e anticipa l'analogo misterioso «volo» dalla finestra della questura milanese dell'anarchico Giuseppe Pinelli nel dicembre 1969. 

27 marzo - Sull'"Ordine Nuovo", il quotidiano della sinistra marxista che Antonio Gramsci dirige a Torino, appare il manifesto Per il Congresso dei Consigli di Fabbrica. Agli operai e contadini di tutta Italia, sottoscritto anche dal Gruppo libertario torinese. A Torino gli anarchici partecipano al movimento dei consigli di fabbrica: Pietro Ferrero e Maurizio Garino collaborano anche all’"Ordine Nuovo". La collaborazione tra marxisti e anarchici avviene sul terreno dei fatti, dando luogo a sporadiche polemiche di principio


LA SCUOLA È FINITA – Alice Cooper

Allora non abbiamo scelta,

tutti quanti, ragazze e ragazzi

Facciamo tutto sto casino

perché hanno trovato nuovi giochi

Bene, vi possiamo salutare

non posso trovare una bandiera

se questa non vi piace

Questo è un ostacolo


La scuola è finita per l’estate

la scuola è finita per sempre

la scuola è stata fatta a pezzi


Niente più matite

niente più libri

niente più brutti insegnanti, sì!

Allora, non abbiamo la classe

e non abbiamo presidi

e non siamo innocenti

Non possiamo neanche pensare

a una parola che faccia rima


La scuola è finita per l’estate

la scuola è finita per sempre

la scuola è stata fatta a pezzi


Niente più matite

niente più libri

niente più brutti insegnanti, sì!


Finita per l’estate

fino all’autunno

non dovremmo tornarci per niente


La scuola è finita per sempre

la scuola è finita per l’estate

La scuola è finite con la febbre

la scuola è completamente fuori




ANDARE CONTRO

C’è un modo di interpellare la realtà del mondo, la datità delle cose, che è quello di andarvi contro. Contro, dal latino cŏntra, indica una posizione e un movimento. La posizione è quella del “dirimpetto”, di fronte, davanti, del fronteggiarsi l’un l’altro. Il movimento è quello di operare in via opposta e contraria, porsi nella direzione dello scontro frontale.

Non solo le narrazioni e le storie possono andare contro: lo fanno anche le parole stesse. È questa l’idea dell’avanguardia storica e delle neoavanguardie, che non raccontano né dicono la crisi sociale e antropologica, né a inizio Novecento né alla sua metà, ma la mettono in scena sulla pagina scritta rivolgendogliela addosso – è la parola stessa a farlo, nel suo plurilinguismo e mistilinguismo babelico. Ideologia e linguaggio sono due poli interconnessi e inscindibili. È il laborintus infernale sanguinetiano: il montaggio schizofrenico e indifferenziato di materiali linguistici eterogenei rappresenta, è esso stesso l’alienazione neocapitalista, il caos di significati e significanti. La “controparola”è dunque un “gesto” che va scagliato davanti a sé; un atto performativo di sovversione materiale dell’esistente, che smette di essere solo parola per diventare prassi. Gli anni ’70 italiani conoscono una stretta collaborazione tra esponenti delle neoavanguardie e sinistra rivoluzionaria. Ed è nel mezzo di queste esperienze interconnesse che possiamo forse individuare due momenti opposti della “controparola”, passando dal Gruppo 63 al détournement situazionista, la “dialettica radicale” di Giorgio Cesarano, poeta, saggista e rivoluzionario. Usando le sue parole: «Che cosa garantisce questo stesso scritto di sfuggire all’integrazione automatica, all’azzeramento che scatta su ogni discorso pronunciato nelle forme squalificate della cultura? Niente del tutto. La cultura ha l’onnivoracità dell’ingordo che sa di avere alle spalle il vomitorio. Ma la dialettica radicale può fottersene dei rischi corre: non parla della verità a qualcuno, ma parla la verità di ciascuno; non chiede d’essere ascoltata, divulgata, tradotta in spiccioli, ma pretende di verificarsi; sa d’essere consaputa e, se parla, è perché chi parla fa l’uso della cultura che l’arrabbiato fa della strada e della vetrina: l’espressione della propria collera creatrice. Niente di più, ma assolutamente niente di meno. Nessuno delira più di cinghie di trasmissione, d’intellettuali arruolati in funzione di pedagoghi. Semplicemente, ognuno fa del luogo in cui è collocato il terreno della sua insurrezione. La dialettica radicale non getta la parola come una bottiglia vuota: una comune sapienza insegna ogni giorno agli insorti di quale uso creativo si ricarichino le bottiglie. È questa stessa la sapienza che qui prende la parola: essa non ha da comunicare ad altri che al suo bersaglio». Che è ciò che di più vicino possiamo indicare per questa variante della nostra idea di “controscrittura” all’altezza degli anni ’70 – mai strategica e mai ragionativa ma iconoclasta, spregiudicata, sovversiva, materica, tattica e non addomesticabile.


giovedì 9 maggio 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XIX

1919

Una violenta azione contro disertori e renitenti viene scatenata nel paese, in particolare a New York. Durante la guerra i militanti dell'IWW sono linciati, deportati, assassinati, torturati dalla polizia, lasciati morir di fame, trattenuti senza assistenza legale, rapiti, multati in modo sproporzionato. Molti di essi muoiono in galera in attesa del processo. Antimilitaristi d'ogni tendenza, semplici operai vengono catturati all'uscita del lavoro, cittadini in età di leva fermati nelle strade e nei locali pubblici da pattuglie dell'esercito e trattenuti per giorni interi, senza mangiare e senza poter vedere un avvocato. Il 2 giugno 1919 scoppia per rappresaglia una bomba davanti alla casa del nuovo procuratore generale, A. Mitchell Palmer. Non ci sono vittime, ma Palmer ne approfitta per creare un nuovo ente repressivo, la General Intelligence Division al comando del ventiquattrenne J. Edgar Hoover, futuro capo del FBI e fanatico anticomunista. Hoover dichiara che negli scritti di Marx, Engels, Trotzki e Lenin esiste un piano generale per la diffusione del comunismo nel mondo. Gli anarchici vogliono la soppressione di qualsiasi governo. L'IWW  vuole uno stato controllato dagli operai. Quindi questi tre gruppi di estremisti di sinistra devono essere messi fuori legge. La stampa americana scrive che i cospiratori sono da ricercarsi tra i nove milioni di stranieri residenti negli Stati Uniti. L'"Evening  News" di Buffalo scrive che «è giunto il momento di insegnare l'americanismo a questi stranieri». Uno dei primi bersagli è l'Unione dei lavoratori russi. Cominciano cosi le cosiddette «retate rosse» di Palmer. Il 21 dicembre a New York Emma Goldman e Aleksandr Berkman (che durante la guerra erano stati condannati a due anni di carcere e 10 000 dollari di multa per incitamento alla diserzione) vengono caricati sulla nave Buford, subito battezzata dalla stampa «l'Arca dei sovietici», con altri 249 «stranieri» e inviati in Russia. 

7 settembre - A Milano muore dilaniato da una bomba che si accingeva a collocare presso il Circolo dei nobili, in Galleria, il giovane anarchico individualista Bruno Filippi. La rivista "Iconoclasta" di Pistoia pubblicherà l'anno successivo suoi scritti. 

11novembre - A Centralia (Washington) si scatena la caccia all'uomo ai danni dei boscaioli aderenti all'IWW. Reduci di guerra dell'American Legion assaltano la sede dell'IWW; i militanti si difendono e alcuni squadristi cadono. Gli IWW vengono arrestati, ma la folla istigata dall'American Legion assalta le carceri e lincia (guidata dal figlio del proprietario dei boschi), il giovane Wesley Everest, un lavoratore appena tornato dal servizio militare (aveva combattuto in Francia). L'IWW si difende da anni da simili attacchi, nel tipico atteggiamento sintetizzato nella formula: l'IWW è contraria alla violenza, salvo che per legittima difesa. L'anno precedente la sede di Centralia era stata devastata da fanatici di destra e i militanti percossi ed espulsi dal paese. Nell’estate del 1919 l'edicolante cieco Tom Lassiter, aderente all'IWW, era stato bastonato a sangue; la sua edicola era stata distrutta. L'attacco alla sede dell'IWW era stato progettato diversi giorni prima dell'Armistice  Day, in un momento di tensione tra la compagnia proprietaria dei boschi e i lavoratori. La compagnia vuole dare una lezione, spezzare le reni all'IW'W. La mattina dell’11 novembre Wesley Everest, ancora in uniforme, dichiara: «Ho combattuto per la democrazia in Francia; combatterò per la democrazia anche qui». Nella sera si scatena l'assalto dell'American Legion protetta dalla polizia e dai magistrati. Alcuni boscaioli rispondono sparando. Vigilantes e legionari assumono poteri di polizia, arrestano tutti i lavoratori che capitano loro sottomano, e lasciano che si compia il linciaggio dei prigionieri. Durante la notte infernale molti lavoratori spariscono nelle acque del fiume. Wesley Everest, lasciato agonizzante dopo un primo pestaggio, viene rapito da un comando a bordo di un'automobile, finito a rasoiate e appeso a un lampione. I corpi di altri militanti vengono bruciati in un inceneritore. Nel caos  dell'assalto alla sede dell'IWW il legionario McElfresh viene ammazzato da una randellata alla testa sferrata da un suo camerata; anche il legionario Casagranda fa la stessa fine. Ma tutto viene imputato agli IWW, che sono processati nella vicina Montesano e condannati anche se la loro responsabilità nella morte dei legionari assalitori non è stata mai accertata. Degli 11 IWW imputati di omicidio, 7 vengono condannati a pene dai 25 ai 40 anni. Di essi, Loren Roberts impazzisce in seguito alle torture poliziesche e allo choc dei linciaggi; verrà rilasciato nel 1930. Elmer Smith, l'avvocato dell'IWW  che aveva detto ai militanti che era loro diritto difendersi, viene cacciato dall'albo degli avvocati: morrà in miseria nel 1932, all'età di 46 anni, dopo avere dedicato la sua  esistenza alla liberazione degli IWW detenuti. 



CIAO – Gregory Corso

È disastroso essere un cervo ferito.

Sono il più ferito, lupi incalzano,

e ho anche i miei difetti.

La mia carne è artigliata dall’Inevitabile Uncino!

Da bambino vedevo molte cose che non volevo essere.

Sono la persona che non volevo essere?

La persona-che-parla-da-sola?

La persona-presa-in-giro-dai-vicini?

Sono colui che, sui gradini di un museo, dorme coricato sul fianco?

Porto l’abito di un fallito?

Sono lo svitato?

Nella grandiosa serenata delle cose

sono il brano più cancellato?


Gli slogan al potere

Tra gli aspetti più creativi del ’68 va annoverata anche una proliferazione di slogan, alcuni dei quali sono divenuti frasi-simbolo dell’epoca. Qui di seguito segnaliamo quelli più famosi, taluni più politici altri più poetici, ma anche quelli a nostro avviso più divertenti, di sapore decisamente surrealista. 

Siate realisti chiedete l’impossibile

Vietato vietare

L’immaginazione al potere

Rivoluzione, ti amo

Sotto il selciato la spiaggia

La barricata sbarra la strada ma apre la via

Il sogno è realtà

La poesia è nelle strade

Qui si spontaneizza

Mettere un poliziotto sotto il vostro motore

Io proclamo lo stato di felicità permanente

Ho qualcosa da dire ma non so cos’è 

Esagerare vuol dire cominciare a inventare

Un poliziotto dorme in ognuno di noi. Uccidiamolo

Sono marxista tendenza groucho

Maggio ’68: la rivoluzione mondiale all’ordine del giorno

Ogni potere abusa Il potere assoluto abusa assolutamente

Non liberatemi, lo faccio da me

L’azione non deve essere una reazione ma una creazione

Io non sono al servizio di nessuno Che il popolo si serva da sé

Io non sono al servizio di nessuno (nemmeno del popolo e ancor meno dei suoi dirigenti)

Siamo tutti indesiderabili

Il potere è sulla canna del fucile (Mao) Il fucile è sulla canna del potere?

La politica si fa nelle strade

Corri compagno, il vecchio è dietro di te

Compagni, state inculando le mosche

Il sesso va bene, ha detto Mao, ma non troppo spesso

Ti amo!!! Oh! Ditelo coi sampietrini

 

giovedì 2 maggio 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XVIII

1919

Aprile-maggio - Rivoluzione dei Consigli operai in Baviera. Contro il parere e contro la volontà dei comunisti il 7 aprile viene proclamata una repubblica dei consigli a Monaco. (Dopo la caduta della monarchia sorgono spontaneamente in diverse località consigli di operai e di soldati, in alternativa al sistema statale prussiano.) L'amministrazione viene organizzata dal basso; su scala locale e sempre con la partecipazione della base vengono strutturati la difesa e l'approvvigionamento. Molte città tedesche si dichiarano comuni indipendenti, mentre le «repubbliche dei consigli» cercano di federarsi tra loro. Il tentativo fallisce anche per il tradimento del partito socialista. (È, il ministro socialdemocratico della Difesa, Gustav Noske, che ha fatto uccidere dai freikorps, il 15 gennaio, i leader spartachisti tedeschi Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht). Lottando per la Repubblica dei Consigli di Monaco cade un illustre pensatore dell'anarchismo, Gustav Landauer, nato il 7 aprile 1870 da famiglia borghese d'origine ebraica nella Germania sud-ccidentale, a Karlsruhe. (Nella stessa zona in cui erano nati e cresciuti Johann Most e Rudolf Rocker.) Landauer, che si considerava un anarco-socialista, era stato da giovane nel partito socialdemocratico tedesco da cui era stato espulso per l'atteggiamento ribelle. Discepolo di Kropotkin aveva diretto per alcuni anni a Berlino "Der

Sozialist"; nel 1900 si era accostato al pacifismo di Tolstoj sostenendo la resistenza passiva e le proudhoniane imprese cooperative. Spirito integro, appassionato difensore della verità, alla fine della guerra viene trascinato, come altri due intellettuali libertari tedeschi, Erich Miihsam e Ernst Toiler, dal fervore popolare: si occupa attivamente di politica e diventa uno degli esponenti del Soviet bavarese. Dopo l'assassinio di Eisner, di poco successivo a quello della Luxemburg, Landauer, che non aveva fatto parte del governo di Eisner, accetta di diventare ministro dell'educazione nella repubblica dei consigli proclamata il 7 aprile 1919. Discepolo di Ferrer, entusiasta della poesia di Walt Whitman che cerca di introdurre nelle scuole, viene cacciato dopo una settimana dai comunisti che prendono il potere. Il 1° maggio 1919 Noske manda da Berlino i freikorps (gruppi squadristici) a schiacciare la rivoluzione bavarese. A Landauer, come a Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, questi nazisti inquadrati dalla socialdemocrazia fracassano il cranio col calcio dei fucili nel cortile della prigione (2 maggio). Comanda la soldataglia un aristocratico prussiano, il maggiore barone von Gagern, che non sarà mai processato per l'assassinio di Landauer. Noske anzi si congratula con lui per «il modo discreto ed efficientissimo con cui è stata condotta l'operazione a Monaco». - Nel quadro dei tentativi rivoluzionari della primavera 1919, è da ricordare la partecipazione degli anarchici alla Comune di Budapest. Il 22 marzo l'Ungheria diventava una repubblica dei soviet con l'abdicazione del governo borghese del conte Karolyi. Il comunista  Béla Kun, mandato a Budapest da Lenin e Zinoviev, s'allea coi socialisti per prendere il potere. La sua parte personale nella disfatta dei Soviet ungheresi è notevole: da marzo a luglio Béla Kun commette errori, esita, reprime la sinistra nel partito comunista e lascia che il complotto militare prenda piede in tutto il paese. Alcuni anarchici dell'Unione dei Socialisti rivoluzionari avevano partecipato alla fondazione del partito comunista (mentre la minoranza costituiva un'Unione anarchica) e gli avevano dato alcuni dirigenti. Tra questi, il poeta Otto Korwin che ora dirige la polizia del partito comunista ungherese e che sarà travolto con altri comunisti e anarchici nel crollo del movimento consiliare. Il popolo di Budapest si mobilita per respingere gli eserciti reazionari rumeno e cèco, ma la rivolta dei militari costringe Béla Kun a dimettersi il 10 agosto. Budapest è occupata dai rumeni. Korwin sarà impiccato, assieme all'ex anarchico ora comunista Tibor Szamuely e altri, alla fine di dicembre 1919 dalla reazione vittoriosa: l'alta società di Budapest andrà a godersi lo spettacolo dell'impiccagione. Georg Lukacs, commissario del popolo all'istruzione, scamperà al massacro, mentre gli anarchici tolstoiani del gruppo Krausz, già colpiti dai bolscevichi, saranno dispersi dalla feroce repressione militare. 

Giugno - Espulsione di anarchici dagli Stati Uniti, nel clima di isterismo che caratterizza il dopoguerra, reazione alle attese suscitate nei popoli dalla rivoluzione russa. L'accusa è di complotto per rovesciare con la violenza il governo. Gruppi di vigilantes (super-patrioti con funzioni di milizia privata) assaltano le sedi dell'IWW e ne linciano gli aderenti. A Butte, Montana, il meticcio indiano Frank Little, membro del comitato esecutivo dell'IWW dalla fondazione, il primo agosto 1917 era stato trascinato fuori dalla pensione in cui viveva e impiccato a un palo della ferrovia. I teppisti sono protetti dal Congresso, dalla polizia e dalla classe padronale. Il 5 settembre 1917 agenti di polizia avevano assalito la sede centrale dell'IWW  a Chicago e confiscato registri, incartamenti, documenti e materiale propagandistico: il dirigente W.D. Haywood e altri militanti dell'IWW  erano stati arrestati. Analoga incursione era stata compiuta nella sede centrale del partito socialista a Chicago. La campagna antimilitarista dell'IWW  continua nonostante la repressione a dare i suoi frutti: si calcola che al 10 giugno 1918 non si siano presentati alle leve ben 308.489 uomini. 


LA RAGAZZA DEL PUNK INNAMORATO - John Cameron Mitchell,

"Sai che nel DNA di ogni persona c'è il rimasuglio di ogni virus che ha infettato l'essere umano dalla nascita dell'uomo? Penso che adattarsi per sopravvivere ai virus è ciò che alla fine ha trasformato i batteri in esseri umani

1977, Inghilterra: in tutto il paese si festeggia il Giubileo d'argento per i primi 25 anni del regno di Elisabetta II. Nello stesso periodo i Sex Pistols lanciano il loro nuovo singolo, God Save the Queen, personalissima e provocatoria celebrazione dell'anniversario della regina che sciocca  un'intera nazione e rende celebre il movimento punk britannico in tutto il mondo. Tutto questo è storia nota. Quello che fino ad oggi non sapevamo, è che quasi contemporaneamente tre ragazzini di un sobborgo londinese chiamato Croydon riuscivano a fare molto di più di quanto Johnny Rotten & co. potessero anche solo immaginare: far conoscere il punk perfino agli alieni e portarne così gli insegnamenti oltre i confini conosciuti della nostra galassia. Tutto comincia quando il timido Enn e i suoi due amici, una sera in un locale un po' ambiguo, si imbattono in un gruppo di strani ballerini stranieri, non stanno certo a pensare di avere a che fare con un gruppo di alieni in procinto di portare a termine quel processo di passaggio che consentirà loro di assumere fattezze completamente umane al punto da potersi integrare in società senza essere smascherati. Enn addirittura troverà in una bella ballerina del gruppo, l'eterea e un po' particolare Zen, la persona con cui vivere la sua prima esperienza sentimentale completa, che comporterà una fuga di entrambi dagli ambienti l'uno, e dagli schemi preordinati l'altra, in grado di lanciarli verso un'avventura decisamente più grande di loro. Una tragicommedia sentimentale fanta-punk! che parte con un ben ricostruito spaccato dell'ambiente punk inglese di fine anni '70 con le loro ribellioni ed il loro anticonformismo. Poi si passa al fantascientifico ma in maniera tenue delicata, senza

esagerazioni o chissà quali effetti speciali; si analizza in maniera filosofica e mistica vari rapporti umani come quello genitori-figli o quello con il pianeta piuttosto che l'amore, si arriva così ad una contrapposizione tra cultura e modi punk e quello che potrebbe essere riconducibile al new age. Il texano John Cameron Mitchell scrive la sceneggiatura insieme a Philippa Goslett basandosi sul racconto omonimo dello scrittore e fumettista Neil Gaiman, appartenente a quella generazione di autori inglesi che hanno rivoluzionato i romanzi a fumetti e alcuni personaggi della DC comics e della Marvel. Gaiman è anche autore di libri per ragazzi e il suo più famoso è forse "Coraline" da cui è tratto l'omonimo film di animazione.  Regista parco e sempre curioso, John Cameron Mitchell sceglie la logica del disordine, cifra vitalistica di una follia magari senza troppa motivazione che non sia legata alle ragioni anagrafiche dei protagonisti, immersi in un racconto di formazione volutamente psichedelico e nostalgico nel quale collimano ovviamente il punk ma anche il glamrock, il queer, il camp, il fumetto, il sesso. Assolutamente pazzesca queen Nicole Kidman, capo della fucina di talenti dove avviene la memorabile sequenza del concerto. Memorabile il concerto eseguito da Enn e Zan di fronte al pubblico punk e alieno (in cui le differenze si annullano) in una sequenza vibrante e psichedelica, simbolo dell'unione di due anime all'interno dell'Universo che li trasforma in adulti. 



La Memoria

Quando parliamo di memoria non ci riferiamo soltanto alla dimensione soggettiva che costituisce la base dell’identità di ciascuno di noi ma, ci riferiamo anche a quella produzione culturale in senso proprio, che prende forma, si struttura e muta nel tempo e nello spazio sociali. La concezione che il ricordare, da un punto di vista sociale, non è altro che il frutto di complessi processi di interazione e comunicazione deriva direttamente dalla sociologia della memoria. Quest’ultima ha contribuito a mettere in luce l’energia trasformativa di cui la memoria è portatrice e il fatto che da tale energia possa derivare una valenza potenzialmente conflittuale della memoria che può trasformarla in memoria contesa: una memoria “viva”, capace di mostrare il segno delle soggettività che l’hanno costituita» ma, soprattutto, capace di «fomentare divisioni potenti e devastanti. Inoltre, ha mostrato che il ricordare e il dimenticare, la memoria e l’oblio, sono azioni sociali che permettono di plasmare una determinata rappresentazione del passato e la memoria, in quanto forma culturale, si esprime ed oggettiva nelle pratiche: manufatti, musei, biblioteche, testi. All’interno di tale prospettiva teorica, la memoria diviene quindi matrice di simboli e di significati condivisi – o per lo meno riconoscibili – dai membri di una data società o di un dato gruppo. Considerarla come un oggetto socio-politico, significa osservare in che modo gli individui, i gruppi o l?intera società si rivolgono al passato; in che modo esso viene elaborato, ricostruito, raccontato o, in certi casi, cancellato. Esiste una sfera della vita delle moderne società democratiche all’interno della quale tutte le idee, le interpretazioni e iconvincimenti dei cittadini in merito a questioni che hanno una certa importanza per l’intera collettività si confrontano e si influenzano reciprocamente, modificandosi man mano e contribuendo al formarsi dell’opinione pubblica. La sfera pubblica ospita anche quelle pratiche discorsive e rappresentative riguardanti il passato che prendono il nome di memoria pubblica la quale si differenzia dalla memoria collettiva che altro non è che la memoria condivisa da un gruppo. La memoria pubblica è il “luogo” in cui le diverse memorie collettive che vivono all’interno di una società si confrontano sottoponendosi reciprocamente a critiche e cercando di imporre ognuna la propria rappresentazione di quel passato. Essa non è solo la memoria che le istituzioni propongono ai cittadini, ma è costituita da tutti i discorsi e dagli artefatti culturali riguardanti il passato che si collocano nello spazio comunicativo di una società, dove i cittadini dialogano con le istituzioni ma anche fra loro.