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giovedì 27 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXI

1957 

Questa «invenzione» situazionista del conflitto tra le generazioni, s'intreccia all'esigenza dell'inventività di massa, e costituirà una delle componenti più vistose del Maggio 68, mentre la corrente di Debord darà un contributo particolare, di analisi creativa «diversa» al gauchisme francese, con cui comunque non si fonderà mai completamente. Essa continuerà infatti a rifiutare la ricomparsa della «figura paterna», impersonata vistosamente dal delirante culto del pensiero-del-presidente-Mao, per collocarsi in una certa misura parallelamente con le «provocazioni» degli anticonformisti olandesi: i Provos e i Kabouters-Goblins

3 novembre - Muore d'infarto nel penitenziario federale di Lewisburg (Pennsylvania) il medico, psicanalista e scrittore Wilhelm Reich. Nato nel 1897 nella parte germano-ucraina dell'Austria asburgica, medico nel 1922, neuropsichiatra a Vienna, allievo di Sigmund Freud, suo primo aiuto clinico al Policlinico Psicoanalitico, animatore fino alla fine del 1930 di consultori socialisti di igiene mentale e felicità sessuale in vari quartieri di Vienna e  successivamente a  Berlino, nel 1933 è costretto a fuggire dalla Germania dall'avvento di Hitler. Esule a Copenaghen, Oslo, New York (1939), cacciato dal partito comunista e dalla Società di psicoanalisi, vive perseguitato dalle varie polizie, Gestapo, Ghepeu, FBI, e dalla società filistea che non gli perdona le sue geniali scoperte nel campo della repressione sessuale come base della personalità autoritaria. Odiato dai nazisti e dagli stalinisti, scrive in campo politico alcune opere fondamentali come Psicologia di massa del fascismo, La rivoluzione sessuale, La sessualità nella lotta sociale, Materialismo dialettico e psicanalisi. Appassionato difensore dei diritti dei bambini alla felicità, influenza ampiamente il pensiero libertario. Nel 1956 fu condannato a 2 anni di carcere per «disprezzo criminale della Corte» che voleva si giustificasse sulle teorie orgonoterapeutiche (cura di varie malattie, anche gravissime, con la energia da Reich detta «orgonica») e le cabine orgoniche e i suoi libri vennero distrutti. La rivoluzione «reichiana» rappresenta uno dei momenti di lotta libertaria contro l'autoritarismo sessuofobico di marca staliniana e maccarthista. - Suscita interesse negli ambienti anticonformisti americani la pubblicazione del libro Memoirs of a Revolutionist di Dwight Macdonald. Nato a New York nel 1906, l'autore racconta le esperienze di un intellettuale negli anni 30 e 40, impegnato a combattere il nazismo e lo stalinismo Avverso all'uso della violenza e dell'autoritarismo, egli attacca anche la sinistra trotzkista a proposito della repressione di Kronstadt. Macdonald non risparmia neppure Roosevelt, cui imputa di  avere mascherato di nobili intenzioni la partecipazione degli USA   alla seconda  guerra mondiale, una guerra «essenziale per gli interessi nazionali dell'America in un sistema capitalistico». 



HEIM Roger

Direttore del Museo di Storia Naturale di Parigi dal 1951 al 1965, è stato uno dei più importanti micologi del Novecento. Fervente antinazista, militò nella Resistenza francese e fu deportato a Buchenwald e a Mathausen.

Fu anche strenuo difensore della natura e un ecologista ante litteram, mobilitandosi per la difesa della foresta di Fontainebleau e per la salvaguardia dei varani di Komodo. Queste battaglie gli valsero la nomina di presidente dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Il suo nome è legato soprattutto alla storia della riscoperta dei funghi sacri messicani, in cui fu fedele compagno d'avventura di R.G. Wasson, contribuendo all'identificazione di numerose specie di funghi fino allora sconosciuti alla scienza occidentale, alcune delle quali portano ancora oggi il suo nome, ad esempio la Psilocybe mexicana Heim, la Psilocybe  aztecorum Heim, la Conocybe siligineoides Heim.


DIRITTO E DOMINIO

Il diritto non è che la volontà del dominatore. Anche la società politicamente più dispotica è sempre alla ricerca del diritto. Tutti i tipi di governo partono dal principio che tutto il diritto e tutto il potere appartengono al popolo preso nella sua collettività. Nessuno di essi, infatti, tralascia di richiamarsi alla collettività e il despota agisce e comanda “in nome del popolo” esattamente come il presidente o qualsiasi aristocrazia. Il diritto è dunque la legittimazione del dominio. Non di questo o quel determinato dominio, ma del dominio in quanto tale. Esso si pone in modo estraneo rispetto all’unico, in quanto per sua natura il diritto mi “viene concesso”. Che sia la natura o Dio o la decisione popolare, ecc., a concedermi un diritto, si tratta sempre di un diritto estraneo, di un diritto che non sono io a concedermi o a prendermi. Non è perciò la fonte del diritto a decidere la sua intima valenza di ratifica del dominio, ma il fatto che comunque esso è sempre un’entità che si pone sopra l’individuo. Per cui non può mai esistere una completa coincidenza tra il diritto e la volontà individuale, dal momento che ogni diritto è, per intrinseca definizione, una categoria particolare e ipostatizzata che si fissa in dimensione universale, mentre l’individuo è una dimensione unica, in sé irripetibile. Diritto storico, diritto naturale o diritto divino o qualsiasi altro diritto; il diritto di per se stesso non è in grado di risolvere i problemi dell’unicità posti al singolo.



giovedì 20 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXX

1957 

Luglio - Nasce a Cosio d'Arroscia (Cuneo) l'Internazionale Situazionista, dalla fusione del «Movimento per un Bauhaus Immaginista», del «Comitato pisco-geografico di Londra» e dell'Internazionale Lettrista (sorta nel 1952 dalla rottura dell'ala radicale del Lettrismo nei confronti del fondatore Isidore Isou; si era espressa nella rivista "Potlatch"). Confluiscono pertanto nell'Internazionale Situazionista la ricerca sperimentale di Constant, Pinot-Gallizio e Jorn (tesa verso forme di realizzazione sempre più  estranee all'attività artistica tradizionale); l'indagine psicogeografica di A. Khatib, anticipata dalle osservazioni di Gilles Ivain (pseudonimo di Ivan Chtcheglov), che oppone al funzionalismo architettonico e urbanistico l'esperienza dello spazio urbano vissuto;  nonché la rimeditazione critica delle avanguardie (dadaista, surrealista, lettrista) operata da Guy Debord e Michèle Bernstein, che sfocia in un rifiuto del «mercato artistico», per un superamento dell'arte in direzione rivoluzionaria. In questa fase i situazionisti attaccano il mercato culturale della borghesia, che utilizza tutti i prodotti dell'arte, anche d'avanguardia, e li trasforma in merci. Viene contestata a Bruxelles l'assemblea generale dei critici d'arte  internazionali. Anche il surrealismo deve essere superato, ma per fare ciò si devono superare le condizioni alienate in cui si vive. L'immaginazione si scontra con la realtà organizzata. L'ispirazione  tecnico-scientifica  dell'IS si esprime in Constant e Pinot-Gallizio, che ipotizzano una nuova società post-economica e sur-poetica. Si tratta della copertura ideologica della fase espansiva del cosiddetto neo-capitalismo, che in quel momento ha bisogno di una dilatazione delle attività del tempo libero. Più rivoluzionaria la posizione di Guy Debord che afferma: «Io ritengo il capitalismo incapace di dominare e d'impiegare pienamente le sue forze produttive, incapace di abolire la realtà fondamentale dello sfruttamento, dunque incapace di lasciare il posto pacificamente alle forme superiori di vita evocate dal suo stesso sviluppo materiale» (IS, n. III). La posizione tecnico-scientifica non si discosta troppo da quella dei partiti riformisti, che anzi finiranno per adottarla adattandola alle esigenze produttivistiche del capitale europeo. Debord invece ipotizza un cambiamento della qualità della vita che è incompatibile con lo stato presente, sia esso capitalistico o neo-capitalistico che è poi la stessa cosa, ma implica un risveglio della rivolta proletaria. In questo modo Debord si colloca in una zona politica assai prossima    all'anarchismo e ai filoni dissidenti del comunismo (trotzkismo, luxemburghismo, comunismo dei consigli, posizioni del giovane Lukàcs, di Pannekoek, Korsch, Gorter), integrata da un'analisi della vita quotidiana che risente dell'opera, appena pubblicata, del « neo-marxista» Henri Lefebvre, Critique de la vie quotidienne. Infatti le organizzazioni storiche della classe, i grandi partiti operanti alla fine degli anni cinquanta (partiti socialisti e comunisti) non hanno saputo  fornire alcuna indicazione rivoluzionaria alle masse durante le crisi, per esempio, dello Stato francese. La totale mancanza di una risposta rivoluzionaria da parte della sinistra parlamentare e dei sindacati a essa collegati, nel maggio 1958, ha consentito la presa del potere da parte di De Gaulle, dimostrando il grado di putrefazione raggiunto da tutta una generazione di militanti e teorici social-comunisti. Cosi, il proletariato francese è rimasto senza un programma, una teoria, una guida capace di sostenere e indirizzare uno sciopero insurrezionale. Ciò dimostra che la rivoluzione «non può trarre la sua poesia dal passato, ma solo dal futuro».


MI CHIAMO ANDRÉS. E OVVIAMENTE, HO LA MIA PERSONALITÀ - Andrés Caicedo

L'hai mai provato?

Ti è mai capitato di ribellarti a chi sei veramente?

O meglio, come vorresti essere?

Io sono o dall'alto verso il basso o dal basso verso l'alto. E magro in ogni direzione

Piedi o scarpe 41.

Capelli castani lisci, o meglio ancora piedi 41 e un'unghia del piede grande

gigante.

La fronte è proprio come quella che passa, è brutta e mi fa prudere l'occhio.

Gambe nel momento in cui cadono le gocce di acqua calda su di loro

Chiunque può vedere le mie sopracciglia mentre le spazzolo.

denti.

Oppure ancora meglio potremmo continuare qui sotto:

Le mie ginocchia sono come quando ho sbattuto contro un palo della luce.

E sono stato circonciso.

Il naso nel momento in cui si ricordano i bei vecchi tempi.

Lo stomaco come quella volta che ci ho messo sopra sei valigie

E apparve mia sorella.

Le braccia nel momento in cui sono sull'autobus e mi rendo conto che

Quello di Flores mi sta guardando.

Oppure potrebbero essere le mani quando ho litigato con Abdul.

E gli occhi nel modo in cui la lesbica mi guardava mentre ballavamo

a tutto gas.

O meglio, il cumbamba quando mi ci sono sbattuto dentro...

da destra a sinistra.

La sua bocca dopo aver baciato María Elena nel suo garage.

Tutto questo e tutto il resto che si sarebbe potuto fare, ma non è stato fatto...

Amen.



Compagno e Compagna

Dal XIII secolo fino alla rivoluzione francese, il termine compagno, o compagna, di arte indicava l'artigiano operaio che, dopo aver terminato il suo apprendistato di parecchi anni al servizio di un maestro artigiano-operaio, aveva dimostrato le sue capacità realizzando un "capolavoro". La storia del compagnonnage, lunga e molto confusa, ha ben poca importanza per la conoscenza delle origini del socialismo e dell'anarchismo - salvo per quanto l'anarchismo individualista ha trovato un alimento in taluni concetti (specie economici) venuti direttamente dalla tradizione del lavoro artigianale e della sua organizzazione. L'apparizione delle manifatture, e poi delle fabbriche, facendo nascere prima gli operai proletari e poi una classe operaia, ha respinto il compagno-artigiano o verso la piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative di produzione della piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative di produzione della piccola industria d'arte e marginale, dato che questi due ambienti si sono dimostrati particolarmente favorevoli a un certo umanesimo individualista. L'operaio artigiano ha dei compagni d'arte, l'operaio proletario ha dei compagni,  dei camerati. Questi dividono con lui la sua camera (dallo spagnolo camerada); gli altri dividevano il pane. Bisogna segnalare che la differenza tende a sparire. La compagna è la donna con cui si vive. L'uso di questa parola, praticamente abbandonata dai comunisti francesi dagli anni 30, permette: 1) di negare le categorie borghesi (moglie, amante); 2)di inserire nel linguaggio la nozione di uguaglianza dei componenti la coppia.  


giovedì 13 marzo 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LIX

1954 

La situazione dell'Unione Sindacale si era andata complicando per un'altra ragione. Dalle elezioni parlamentari del maggio 1921 erano uscite due perle di deputati, militanti nell'Unione Sindacale: Giuseppe Di Vittorio a Cerignola, e Angelo Faggi a Piacenza. Nel 1908 erano stati espulsi dal partito socialista. Ma Faggi, in fondo, era rimasto un social-democratico accomodante anzi che no. Di Vittorio era stato mussoliniano interventista nel 1914; pentitosi di quel trascorso, diventò verso il 1916  collaboratore di "Guerra di Classe". Cosi poté far ritorno a Cerignola dopo la guerra, senza che  lo prendessero a sassate. Negli ambienti romani, dove persisteva  una corrente repubblicana estremista, con tradizionale simpatia verso gli anarchici, nacque l'idea di una Alleanza del lavoro. Questa doveva abbracciare tutte le forze sindacali, non soggette all'influenza fascista e decise a difendere i diritti operai in pericolo. Malatesta, che aveva deplorato l'assenza dei repubblicani dalla lotta rivoluzionaria nel dopoguerra, caldeggiò l'idea di questa coalizione, e lo disse chiaramente su "Umanità Nova". L'Alleanza venne costituita in un convegno tenutosi a Roma nei giorni 18, 19 e 20 febbraio 1922. Vi aderirono la Confederazione del Lavoro (D'Aragona, Azimonti); l'Unione Sindacale Italiana (Sacconi, Borghi); il Sindacato Ferrovieri (Mosca, Giusti); la Federazione dei Porti (Ciro Corradetti) e l'Unione Italiana del Lavoro (Teobaldo Schinetti). I comunisti e la Federazione del Mare di Giulietti non aderirono. A Parma aderì la Camera del Lavoro deambrisiana. 

1956 

23 ottobre - Sciopero generale di operai e studenti a Budapest, dove è concentrata la metà dell'industria ungherese, e primo intervento repressivo russo. Il processo di destalinizzazione aveva provocato le dimissioni di Rikosi e la riabilitazione delle vittime dello stalinismo. Consigli operai sorgono spontaneamente a Budapest, prima in fabbrica poi nei distretti. 

4 novembre - il controrivoluzionario intervento dei carri armati russi coalizza gli operai nei Consigli, diffusi anche in provincia. Ma è  troppo tardi: la controrivoluzione trionfa nonostante la disperata resistenza operaia.