La formazione politica del Galleani deve quindi ricondursi, in questi primi anni della sua attività, alle due matrici fondamentali del socialismo legalitario e dell'anarchismo comunista, delle quali utilizza, senza per altro porsi il problema della loro interrelazione sul piano ideologico, gli spunti che più gli sono congeniali sul piano dell'attività operativa che egli va svolgendo in questi anni.
Se infatti il fallimento degli scioperi torinesi del maggio-giugno 1886, seguiti da una dura repressione poliziesca, e il contemporaneo scioglimento del Partito Operaio Italiano determinano una reviviscenza di attività da parte degli anarchici in Torino, pare non si debba attribuire al Galleani una diretta partecipazione alla fondazione della «Gazzetta operaia» che di questi gruppi rappresenta la voce, ché anzi l'intervento successivo del Galleani nel giornale determina un dirottamento della linea politica originariamente assunta dal periodico. L'intransigenza della «Gazzetta operaia», che si proclama comunista anarchica, e che si concreta nella sua presa di posizione contro l'organizzazione delle forze anarchiche, nella sua recisa condanna del parlamentarismo, nel rifiuto dei mezzi di lotta legalitari e quindi nella opposizione alle correnti evoluzionistiche e operaiste del socialismo, viene stemperata proprio ad opera del Galleani, che, anche per l'influenza esercitata su di lui dalle nuove posizioni assunte da F. S. Merlino, si fa portavoce della spinta unitaria diretta a far confluire in un solo partito d'azione tutti «i compagni» piemontesi.
L'interesse del Galleani nei confronti del Partito operaio e per l'organizzazione di cui esso è espressione, gli fa superare almeno momentaneamente la polemica che ad esso lo opponeva a proposito del concetto di lotta di classe. In questo stesso anno infatti (1887) il Galleani si fa promotore di una serie di iniziative dirette a incidere nella realtà operaia ai fini della realizzazione di quel programma «unitario» di cui si era fatto sostenitore. Per sua ispirazione nascono quindi a Vercelli il circolo socialista Difesa del lavoro e la Lega dei lavoratori che, avendo come movente ispiratore i concetti di resistenza propri del partito operaio, lasciano in ombra quello che poteva essere l'aspetto polemico dell'intervento del Galleani. In questo periodo infatti egli va puntualizzando quella che è la sua posizione politica nei confronti dei movimenti socialisti. Ma se da un lato questa chiarificazione lo libera definitivamente da quelle reminiscenze democratiche e legalitarie, che avevano caratterizzato i suoi primi anni a Torino, ciò non gli impedisce sul piano operativo di portare avanti un discorso interlocutorio che deve servirgli, nei suoi intendimenti, quale strumento di pressione ai fini di un progressivo ribaltamento su posizioni più decisamente anarchiche di quei gruppi dei quali egli si è fatto parte attiva. Così nel luglio-agosto del 1887 lo troviamo impegnato in un giro di propaganda nel biellese, che ha lo scopo di diffondere tra le masse proletarie della zona il concetto di resistenza economica e di promuovere un movimento unitario in vista di quella che sarà la rivoluzione, che emanciperà tutte le classi sociali ed eliminerà ogni oppressione autoritaria.









