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giovedì 21 novembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLIII

1937 

5 maggio - Vengono massacrati a Barcellona, da agenti stalinisti, gli anarchici italiani Camillo Berneri e Francesco Barbieri. Berneri, nato a Lodi nel 1897, si era rifiutato come insegnante di giurare fedeltà al duce; esule in Francia, era stato tra i primi ad accorrere in soccorso della repubblica spagnola attaccata da Franco. Promotore della prima colonna di volontari italiani, ha combattuto al Monte Pelato. Redigeva a Barcellona il giornale in lingua italiana "Guerra di classe". Stava scrivendo un opuscolo su Mussolini alle Baleari, sulla scorta di documenti trovati al consolato italiano di Barcellona che provano l'invio di aiuti sovietici (grano) all'Italia fascista che stava aggredendo l'Etiopia. L'ostilità degli stalinisti nei confronti di Berneri era aumentata dopo che l'anarchico italiano aveva scritto una lettera aperta a Federica Montseny, ministro della sanità nel governo centrale, in cui esprimeva il dissenso della base alle scelte della CNT. 

Giugno - Vengono arrestati i capi del POUM in Spagna. La persecuzione contro i militanti del POUM (definiti trotzkisti anche se Trotzki non è sulle loro posizioni) culmina nell'uccisione di Andrés Nin compiuto da agenti della NKVD, la polizia segreta sovietica. Nin, che era stato uno dei segretari di Trotzki, si era allontanato dal vecchio capo bolscevico, e aveva fondato il POUM, partito minoritario di rivoluzionari intransigenti nella difesa della democrazia operaia, che conta oltre 40 000 aderenti e ha al fronte una divisione di volontari antifranchisti. Scrive lo storico inglese Hugh Thomas nella sua Storia della guerra civile spagnola (Torino 1963): «Nin era prigioniero di Orlov, capo della NKVD, a Alcalà. Si rifiutò di firmare qualsiasi documento che riconoscesse la colpevolezza sua e dei suoi amici. Orlov non sapeva più che fare... Alla fine Vittorio Vidali (Carlos Contreras) suggerì di fingere un attacco "nazista" per liberare Nin. Così, in una notte oscura, dieci tedeschi delle Brigate internazionali assaltarono l'edificio in cui Nin era rinchiuso, parlando con ostentazione in tedesco durante il finto attacco. Nin fu portato via in un furgone e assassinato». 

Agosto - Una circolare del governo repubblicano vieta qualsiasi critica da sinistra all'Unione Sovietica e al suo capo. Il 10 agosto viene sciolto il Consiglio di difesa d'Aragona, ultimo organo di potere rivoluzionario rimasto in Spagna. Il suo presidente Joaquin Ascaso (fratello di Francisco) viene arrestato. Il ministro stalinista Uribe manda l'undicesima divisione contro i comitati di villaggio aragonesi e scioglie i collettivi agricoli. - Il SIM (Servizio de Investigación Militar), controllato dai comunisti, costituisce nella Spagna repubblicana proprie prigioni e campi di concentramento che si riempiono di anarchici e «deviazionisti di sinistra». Il generale Lister in applicazione della legge Uribe va con le Brigate Internazionali a sciogliere le comuni agricole gestite dai contadini poveri. L'anno successivo rientreranno i grandi proprietari terrieri e il governo abrogherà definitivamente la collettivizzazione delle terre che verranno restituite ai padroni.

Nel contempo viene eliminato il controllo operaio nelle fabbriche della Catalogna. Si riprende a pagare i dividendi agli azionisti stranieri; la paga del soldato semplice è ribassata da 10 a 7 pesetas e lo stipendio degli ufficiali aumentato fino a 100 pesetas; l'oltraggio al superiore è di nuovo punito con la pena di morte. Vengono ripristinati gradi, saluto militare, divise e tutte le vecchie gerarchie, nella fabbrica, nell'esercito e nella società della Spagna repubblicana. La vera guerra civile termina cosi, quasi due anni prima della fine ufficiale delle operazioni militari tra Franco e Negrin. - Ricostruendo la storia a posteriori, la rassegna della stampa "Inprecor" edita a Mosca scrive che "La Batalla" (organo del POUM) aveva ordinato alle sue truppe di lasciare il fronte facendo cosi il gioco di Franco. Si tratta di una ennesima menzogna che ha lo scopo di calunniare le forze della sinistra spagnola: in realtà sia il POUM sia i trotzkisti (bolscevico-leninisti) avevano appoggiato gli operai di Barcellona ma li avevano invitati a non sospendere lo sforzo bellico diretto contro il franchismo. "La Batalla" del 6 maggio ha pubblicato infatti l'ordine che nessun contingente di truppe doveva abbandonare il fronte, assieme all’adesione dei dirigenti del POUM al proclama degli «Amici di Durruti» che chiedeva la formazione di un consiglio rivoluzionario, la  fucilazione dei responsabili dell'attacco alla centrale telefonica, il disarmo della Guardia civil. Durante i combattimenti un volantino diffuso dai trotzkisti il 4 maggio diceva: «Tutti alle  barricate! Sciopero generale di tutte le industrie, meno quelle della produzione bellica». Era esattamente quello che il proletariato di Barcellona stava facendo. La stampa stalinista inventa un complotto «anarco-trotzkista» per spiegare le barricate erette dagli operaidi Barcellona in maggio a difesa delle loro posizioni attaccate dal tentativo premeditato di infrangere il potere della CNT in una sola volta. Che si tratti di questo lo prova il fatto che due giorni dopo l'assalto alla Telefònica di Barcellona è avvenuta l'occupazione del palazzo dei telefoni a Tarragona da parte delle forze di polizia su ordine della Generalidad, e come a Barcellona in varie parti della città squadre di Guardie civil e 115 militanti del PSUC occuparono, non appena scoppiati gli scontri, gli edifici situati in posizioni strategiche. Mentre la stampa stalinista si scatena a rappresentare i fatti di Barcellona come un'insurrezione di «anarchici e trotzkisti traditori che pugnalavano il governo spagnolo alla schiena», il giornale dei vertici CNT "Solidaridad Obrera" continua a condannare le barricate. Ma i dirigenti della CNT non traggono alcun profitto dalla loro condotta rinunciataria: lodati per la loro fedeltà, vengono tuttavia estromessi  dal governo e dalla Generalidad alla prima occasione. 



PENSA AGLI ALTRI - Mahmoud Darwish

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,

non dimenticare il cibo delle colombe.

Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,

non dimenticare coloro che chiedono la pace.

Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,

coloro che mungono le nuvole.

Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,

non dimenticare i popoli delle tende.

Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,

coloro che non trovano un posto dove dormire.

Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,

coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.

Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,

e dì: "magari fossi una candela in mezzo al buio".


Mahmoud Darwish, scrittore palestinese considerato tra i maggiori poeti del mondo arabo, ha raccontato l’orrore della guerra, dell’oppressione, dell’esilio (al-Birwa, suo villaggio natale, è stato distrutto dalle truppe israeliane durante la Nakba e ora non esiste più, né fisicamente né sulle cartine geografiche)


COMPLOTTISMO E ANTICOMPLOTTISMO

Sono due interpretazioni opposte e simili di fatti storici, due arlecchini al servizio di un unico padrone: il dominio.

Partiamo dal generale e iniziamo a notare che complottismo e anticomplottismo esistono effettivamente ma non corrispondono esattamente, e addirittura assai poco, alle riflessioni, alle situazioni, alle denunce e alle ricerche che li riguardano. Perché questo tipo di errore ricorrente colpisce sia chi crede fermamente nell'esistenza di un complotto, sia chi ne nega l'esistenza con sufficienza. Infatti, là dove prendono forma, queste due posizioni antagoniste sprovviste di prove verificabili sono due complottismi opposti nel senso ambiguo e psicolabile che questo concetto implica. Così come l’inferno per Sartre, i complottisti sono sempre gli altri. Chiamiamo dunque complottismo qualsiasi interpretazione paranoica o consapevolmente fuorviante di un dato, un fatto, una situazione. Il complottismo è il sapere dell'ignoranza guidata dall'odio o da un qualunque interesse sussidiario, economico o psicologico. Può essere cosciente e opportunista o inconscio e paranoico; riguarda sia i dominanti sia i sottomessi e i servitori volenterosi. Tra mille difficoltà e confusionismi, orfani di una coscienza di classe sconfitta dal consumismo, i ribelli hanno il compito storico di evitarlo e di trasformare questa mancanza di lucidità in una coscienza di specie, su pena, altrimenti, di diventare essi stessi i peggiori divulgatori della paranoia degli schiavi tanto utile alla perpetuazione della schiavitù. In un simile contesto storico, le ideologie complottiste (di cui l'anticomplottismo fa parte) sono il sintomo di una piaga funzionale al dominio. Nel nostro tempo che si dice moderno, esse possono variare dall'antisemitismo negazionista al sionismo antipalestinese, dal suprematismo bianco tipico del fondamentalismo cristiano alle gerarchie vampiresche di altri misticismi di ogni genere che impestano il vivente. Ogni volta che la paura dell'ignoto imperversa, la capacità umana d’immaginazione è il primo detonatore della formidabile arma della manipolazione. Ne abusano tutti i poteri – quelli intimi e personali e quelli che riguardano la vita collettiva, la comunità sociale. Ogni volta che la coscienza è sopraffatta da una qualsiasi paura, la spiritualità naturale prodotta dal dialogo tra il corpo e lo spirito di cui è composto l'essere umano si sbriciola spontaneamente in spiritualismo maniacale, anticamera di ogni misticismo. Quanto più profonda, intima e rimossa è la paura, tanto più si scatena l'impotenza, tanto più qualsiasi delirio può abusare l'individuo che dubita e tentenna.


giovedì 14 novembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLII

1937 

Termina, in corte di cassazione, il cosiddetto processo di Bordeaux a carico di un gruppo di giovani anarchici che si erano sottoposti a vasectomia nell'intento di non avere figli «per non fornire carne da cannone ai capitalisti ». Mancando in Francia una legislazione in proposito, la vasectomia viene assimilata a «coups et flessure volontaires», ferite auto-inferte. Le pene detentive sono piuttosto leggere. Viene però colpito d'espulsione l'unico medico del gruppo, il dottor Bartoseck, austriaco. In seguito sarà vietata in Francia la sterilizzazione per contraccezione, salvo motivi di salute clinicamente accertati, esattamente come l'aborto terapeutico. Il processo costituisce un precedente di controllo delle nascite sull'uomo anziché sulla donna, e anticipa le polemiche che si avranno col  processo di Bobigny nel 1973 sull’aborto, e che porteranno alla legge «liberale» del 1975 in materia di anti-fecondazione. Gli anarchici ribadiscono in tale circostanza la loro opposizione alla riproduzione incosciente, riprendendo i temi del neo-malthusianesimo. 

Febbraio, marzo - La base della CNT-FAI si oppone alla politica compromissoria e collaboraziosistica della direzione. L'opposizione rivoluzionaria all'interno dell'anarchismo spagnolo (gli «Amici di Durruti») provvede alla stampa di una propria pubblicazione: "El Amigo del Pueblo". 

27 aprile - Assemblea alla sede del gruppo Malatesta di Barcellona di anarchici reduci dal fronte che intendono confermare a Berneri e agli altri leader quanto siano fondate le voci sulle intenzioni governative di disarmare le milizie e il proletariato barcellonese per ripristinare anche in Catalogna il potere dell'esercito e della polizia. In sordina, comincia l'ultimo atto della «guerra civile all'interno della guerra civile». Forze di polizia e operai cercano di assicurarsi il controllo della città e di disarmarsi a vicenda. Mentre la Catalogna non riceve dalla Russia le armi promesse, forze governative armate   perfettamente, che avrebbero potuto occupare Saragozza con Durruti, restano a Barcellona pronte a sostenere la provocazione comunista contro gli anarchici e le forze di base. 

3 maggio - Cominciano gli scontri armati nelle strade di Barcellona tra i vari corpi di pubblica sicurezza legati ai comunisti e al governo, e gli anarchici. Mentre è vivissimo nei ceti operai il risentimento per il crescente contrasto tra ricchezza e povertà, e s'accentua la sensazione che la rivoluzione venga ormai apertamente sabotata e che il provvedimento di disarmo degli anarchici preluda alla confisca e alla riprivatizzazione delle fabbriche, il governo decide di cominciare la prova di forza con la conquista della Telefonica. La Centrale telefonica dallo scoppio della guerra funziona per l'autogestione degli operai, in prevalenza aderenti alla CNT. Il pretesto ufficiale è l'insufficienza del servizio e l'insinuazione che le comunicazioni governative vengano controllate. Il capo della polizia Salas manda tre autocarri di Guardie civil a occupare l'edificio, mentre le strade adiacenti vengono sgombrate dalla polizia armata e in abiti civili. Contemporaneamente altri drappelli della Guardia civil occupano diversi edifici nei punti strategici. E il segnale dell'attacco finale contro la CNT da parte della Guardia civil e del PSUC (Partito Socialista Unificato di Catalogna, controllato dai comunisti). Il lavoro s'interrompe, squadre di anarchici armati scendono nelle strade. Nel corso della notte e l'indomani sorgono barricate in tutta la città. I combattimenti durano fino al 6 maggio. Le forze  della CNT-FAI e del POUM controllano i sobborghi operai; le forze di polizia e del PSUC occupano le zone centrali. Il 6 maggio un breve armistizio viene interrotto dal tentativo della Guardia civil di disarmare gli operai cenetisti. Fino alla sera del 5 maggio la CNT ha la meglio; durante la giornata gli «Amici di Durruti» distribuiscono volantini che incitano alla lotta in difesa della rivoluzione attaccata dalla polizia e dagli stalinisti. Forti contingenti della Guardia civil si arrendono agli anarchici. Ma ecco i dirigenti della CNT, che fin dall'inizio hanno sconfessato l'autodifesa armata intrapresa spontaneamente e che sono ancora rappresentati nel governo,  cadere nella trappola e unirsi a quelli della UGT per scongiurare gli operai di tornare al lavoro nell'interesse della produzione bellica. Il pomeriggio del 7 la situazione sembra tornata normale: ma quella stessa sera 6000 guardie d'assalto, mandate per mare da Valencia dal governo centrale, occupano la città. Il governo ordina la consegna di tutte le armi. In realtà vengono disarmate solo le forze ormai vinte della FAI e del POUM, perché il PSUC conserva le sue armi. Viene così schiacciata la rivoluzione di Barcellona, con 500 morti e un migliaio di feriti. Tra gli anarchici massacrati sono un nipote del pedagogista Ferrer e un fratello di Ascaso, Domingo. Nonostante l'atteggiamento conciliante dei vertici della CNT (che dichiara per bocca di García Oliver: «Non possiamo   far altro che attendere gli eventi e adattarci nel modo migliore»), la campagna contro gli «anarco-trotzkisti» non perde di intensità. Il conflitto offre l'opportunità al governo centrale (riparato a Valencia) di controllare direttamente la Catalogna. I comunisti considerano il primo ministro Cabalero troppo a sinistra e vogliono sostituirlo col socialdemocratico Negrín, nemico dichiarato della collettivizzazione e paladino della proprietà privata. La CNT è ridotta in pratica a una sopravvivenza fantomatica, mentre la FAI viene dichiarata organizzazione illegale; il ministro comunista Uribe chiede la messa fuori legge del POUM, aprendo la crisi che porta alla caduta di Largo Caballero. 



FORTUNATE SON – Creedence Clearwater Revival

Alcune persone sono nate per sventolare la bandiera

ooh, sono rossi, bianchi e blu

e quando la band suona "Hail to the chief",

ooh, puntano il cannone a te, Signore


non sono io, non sono io, 

non sono figlio di un senatore

non sono io, non sono io, 

non sono uno fortunato


Si!

Alcune persone nascono col cucchiaio d'argento in mano

Signore, essi non aiutano se stessi

ma quando l'esattore delle tasse viene alla porta

Signore, la casa sembra un mercatino, si,


non sono io, non sono io, 

non sono figlio di un milionario

non sono io, non sono io, 

non sono uno fortunato


alcune persone ereditano occhi come stelle splendenti

ooh, essi ti mandano in guerra

e quando chiedi loro, "Quanto dovremmo dare?"

ooh, essi rispondono solo di più! Di più! Di più! yoh,


non sono io, non sono io, 

non sono un figlio militare

non sono io, non sono io, 

non sono uno fortunato


non sono io, non sono io, 

non sono uno fortunato, no no no,

non sono io, non sono io, 

non sono un figlio fortunato, no no no.


L'INDIVIDUO

Si può comprendere che alle sue origini, quando ancora faceva fatica a formarsi, la società condannasse e perseguitasse gli individui ribelli, tanto più che il ruolo delle individualità forti nella costituzione del gruppo primitivo era allora potente e dominante. Ma una volta costituita la comunità, quali ragioni poteva avere la società per perseguitare ancora gli spiriti liberi, i temperamenti di valore?

La società vuole per natura l'uniformità, mira alla fusione in un gruppo omogeneo che inghiotte gli individui, se ne nutre, li digerisce e rigurgita una totalità rivestita di nuove virtù; dalla tribù del villaggio primitivo alle masse delle nazioni industriali, passando per l'aristocrazia feudale medievale.

L'individuo deve essere totalmente libero, nei limiti in cui la sua libertà non costituisce un elemento nocivo per gli altri.


giovedì 7 novembre 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XLI

1936 

Il 4 novembre - quattro rappresentanti della CNT entrano in qualità di ministri nel nuovo ministero presieduto da Francisco Largo Caballero: Juan Garcia Oliver alla Giustizia, Juan Peirò all'Industria, Juan Lopez Sànchez al Commercio e Federica Montseny Mané alla Sanità. In realtà sono due i ministeri concessi alla CNT: Industria e Commercio sono la stessa cosa, e la Sanità è soltanto una direzione generale. L'importanza delle posizioni tenute da socialisti, comunisti e altre forze legate al Frente Popular è molto superiore a  quella della Giustizia e dell'Industria e Commercio. La stampa cenetista esalta comunque l'evento, e "Solidaridad Obrera" di Barcellona parla dell'entrata della CNT nel governo centrale come di uno dei fatti «più trascendentali della storia politica spagnola» (4 novembre). Si tratta in verità di una vittoria della coalizione antifascista, a scapito della chiarezza della linea di classe. Ma tutto si svolge sotto l'assillo dell'offensiva franchista. Il 6 novembre il governo abbandona Madrid. La gente grida: «Viva Madrid senza governo» e il 13 applaude freneticamente  l'affranta, stanchissima   colonna Durruti che  prende posizione davanti alle truppe marocchine di Franco alla plaza de la Moncloa e al Parque del Oeste. La repubblica, cioè il generale Miaja, non gli concede neppure una notte di riposo. Comincia cosi una lotta disperata che va dal 13 al 19 novembre, giorno della morte di Durruti. Quel pomeriggio si reca a ispezionare le linee del suo settore alla città universitaria, davanti a Madrid. Dopo aver parlato con un gruppo di miliziani, nel risalire in auto cade riverso sui sedili senza dire una parola, il petto trapassato da una pallottola. L'agonia dura fino alle 4 dell'indomani. L'emozione in tutta la Spagna è enorme. Vengono fatte diverse ipotesi per spiegare la morte di Durruti. Ai suoi funerali - che si svolgono imponenti a Barcellona il 23 novembre – uno striscione anarchico dice: «Chi ha ucciso Durruti?». Mezzo milione di persone accompagna la salma al cimitero di Montjuich. I comunisti

parlano di una pallottola di un cecchino fascista; i fascisti sostengono che hanno ucciso il loro comandante gli stessi anarchici, fanatici individualisti infastiditi dal ferreo rigore organizzativo di Durruti. Gli uomini della sua colonna, che lo adoravano, accusano i comunisti. Pare che la verità sia più semplice, e cioè che un colpo di fucile sia sfuggito incidentalmente dal fucile stesso di  Durruti. Ma i libertari più intransigenti diffidano ormai di tutti - anche della CNT al governo. (Fonderanno il gruppo «Gli amici di Durruti» nell'intento di salvare la rivoluzione spagnola dai compromessi con la borghesia antifascista e con i comunisti succubi della politica ambigua di Stalin.) Ricardo Sanz prende il posto di Durruti a capo della colonna, che però viene smembrata; i comunisti hanno fretta di monopolizzare la condotta della guerra e non tollerano più intralci: esaltano Durruti a parole ma ne eliminano coi fatti ogni influenza postuma. La manovra giova oggettivamente ai giochi di Mosca. Nella Spagna antifascista le terre collettivizzate saranno restituite ai latifondisti, le fabbriche tolte agli operai e consegnate ai proprietari di ieri. Tutto ciò toglie entusiasmo alla lotta popolare contro l'esercito di Franco, che si avvia a una lenta, contrastata ma ormai sicura vittoria militare. Alla sconfitta sociale del proletariato provvederanno le forze congiunte della diplomazia sovietica, del fascismo internazionale, delle democrazie occidentali, della coalizione repubblicana di Madrid. Durruti non può più fermare l'avanzata della reazione. Ma dopo la sua morte migliaia di altri spagnoli con le sue idee e il suo coraggio cadono nella lotta sul duplice fronte. Perché Durruti, tipico castigliano nelle doti positive e nei difetti, nella bontà come nella violenza e nel coraggio necessari per imporre il rispetto delle proprie idee, non è un duce, un generale, ma un uomo come tanti, uno spagnolo-simbolo che assolve a una funzione, come il Che Guevara ai nostri giorni. È rimasto fino alla fine un operaio: alla sua morte, non trovano neppure un vestito per l'ultimo viaggio; l'uomo che ha avuto tra le mani tanti milioni, non ha mai tenuto un soldo per sé. 

1° dicembre - Violenti scontri tra anarchici e stalinisti. Con la scomparsa di Durruti il partito comunista sa di poter accelerare ilsuo  controllo sul governo repubblicano. La CNT è ormai su posizioni difensive, e paga i compromessi del passato. 

15 dicembre - Ricattato dalla offerta condizionata di aiuti dall'URSS, il governo aderisce a ogni richiesta comunista: il Consiglio supremo di sicurezza centralizza la polizia politica, che passa nelle mani di «specialisti» giunti da Mosca. 

17 dicembre - A Mosca la "Pravda" annuncia in un articolo di fondo: « In Catalogna è già cominciata la pulizia dai trotzkisti e dagli anarco-sindacalisti. Essa verrà condotta con la stessa energia che nell'Unione Sovietica». È il preludio al massacro delle sinistre rivoluzionarie. 

24 dicembre - Il governo repubblicano spagnolo decreta il divieto di portare armi: è in pratica la fine di ogni forma di autodifesa popolare. 

27 dicembre - Il partito comunista scatena una violenta campagna di diffamazione ai danni del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito di sinistra non allineato alle direttive di Mosca. Il POUM viene accusato di essere agli ordini di Franco. L'enormità delle calunnie provoca smarrimento, confusione e divisione nelle file dei combattenti anti-franchisti: si diffonde anche nella Spagna repubblicana, nelle città come nelle trincee, l'avvilente clima di «sospetto» tipico della dittatura staliniana. Comincia, in forme ancora  occulte, l'eliminazione alla spicciolata degli elementi dell'estrema sinistra.