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giovedì 31 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXIX

1972 

5 maggio - A Pisa, in uno scontro tra giovani extraparlamentari e forze di polizia, viene ridotto in fin di vita il giovane anarchico Franco Serantini. Il ragazzo, orfano dei genitori, era cresciuto nella miseria e nella brutalità delle pubbliche istituzioni; soltanto in un raggruppamento anarchico, cui si era accostato di recente, aveva trovato amicizia e calore umano. Arrestato e interrogato in carcere alla presenza del difensore d'ufficio dott. Cariello, viene praticamente lasciato  morire nella cella nonostante lamenti dolori alla testa e implori un medico. Svanito il tentativo di sotterrarlo di nascosto, scoppia, per interessamento delle sinistre extraparlamentari di Pisa, il “caso Serantini”.  Le forze di polizia verranno accusate di avere massacrato il giovane anarchico; la magistratura e l'autorità carceraria, di non avere  provveduto al suo ricovero  in ospedale nonostante le palesi gravissime condizioni. 


 

CANNA SEPIARIA

Nome  botanico Phragmites australis. Famiglia Poaceae. Nomi  comuni Canna sepiaria, cannuccia di palude.

Descrizione botanica e habitat: pianta erbacea perenne alta 1-4 m;   fusto eretto, con rami ascendenti; foglie grigio-verde, un anello di peli prende il posto della ligula; fiori in panicolo molto lungo con numerose spighette violetto scuro con 4-6 fiori, peli setosi alla base del fiore; frutto come cariosside; semi sottili, con setola, bruni. Fiorisce da giugno a ottobre. Cresce in canneti al bordo di fiumi, in acque profonde fino a 2 m, pascoli di altura, campi umidi coltivati e boschi umidi  (0-1200 m). Comune, spesso piantata per stabilizzare il suolo di argini di fiumi, ruscelli e laghi. 

Dati etnobotanici: era una pianta già nota nell'antico Egitto come fonte di materiale da costruzione. In quel contesto, sarebbe stata rappresentata in pitture murali e probabilmente in geroglifici. E citata da Dioscoride, Teofrasto e Plinio il Vecchio. In passato, si beveva un prodotto fermentato a base di semi. Per gli Indiani Navajo del Nord America, si tratta di una pianta a uso rituale, di un oggetto rituale esso stesso, legata a un episodio mitico in cui l'umanità fu salvata da una grande inondazione. Oggigiorno, si impiega come analogo dell'ayahuasca, combinando la radice con ruta siriaca. Nella tarda antichità, si usava in impacco con cipolle per togliere spine e schegge. Si pensava inoltre, che curasse slogature e dolori. In Europa, è usata come diuretico. Gli Indiani Navajo ne bevono il the per problemi di stomaco e malattie delta pelle. Si impiega anche il decotto contro eccesso di muco, tosse e dolori polmonari. 

Fitochimica: Contiene DMT, 5-Me0-DMT, bufotenina e gramina. Potrebbe essere infestata da Claviceps purpurea e Claviceps microcephala. 

Effetti: Allucinogena  e visionaria, come analogo dell'ayahuasca. Potrebbe allucinogena e visionaria per la presenza di alcaloidi dell'ergot da C purea ed eventualmente da C. microcephala.


L'eguaglianza sociale


Dal punto di vista anarchico si realizza veramente la libertà individuale solo attraverso il completo dispiegamento dell’uguaglianza sociale e si realizza veramente l’uguaglianza sociale solo attraverso il completo dispiegamento della libertà individuale. Insomma, si afferma che per realizzare l’uguaglianza bisogna far leva sulla libertà, per realizzare la libertà bisogna far leva sull’uguaglianza. Per attuare l’una far leva sull’altra, vuol dire portare fino in fondo i loro presupposti, ma per attuare i presupposti di entrambe occorre accettarne del tutto le conseguenze. L’anarchismo, in altri termini, rinfaccia al liberalismo di essere una dottrina parziale della libertà e al socialismo di essere una dottrina parziale dell’uguaglianza. La parzialità consisterebbe nel fatto che tutte due queste dottrine intendono realizzare i loro principi facendo dipendere temporalmente i due valori, nel senso che prima si dà corso all’uno poi all’altro, laddove l’anarchismo ritiene che solo nell’attuazione della loro contemporaneità stia proprio il segreto della loro riuscita.



giovedì 24 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVIII

1971 

24 gennaio - In un memorabile incontro gli operai di Stettino in sciopero chiedono al nuovo primo ministro polacco, Gierek, l'abolizione dei metodi burocratici nel sindacato e nel partito, l'abolizione degli aumenti dei prezzi alimentari, la punizione dei servizi di sicurezza responsabili della repressione anti-operaia. Gli scioperanti impongono a Gierek e ai suoi ministri di inchinarsi davanti ai nostri mort», che la stampa aveva  precedentemente definito con  il  termine di e «teppisti». 

1-4 agosto - A Parigi, si riunisce clandestinamente un congresso internazionale delle Federazioni anarchiche. 

Novembre - II periodico "Guerre de  Classes"  (Tours 1971-72) diventa l'organo della Organisation Cammuniste Libertaire, nata dalla fusione tra il Mouvement Communiste Libertaire e alcuni gruppi dell’Organisation Révolutionnaire Anarchiste del Sud della Francia. Ne fa parte tra gli altri anche Georges Fontenis che col Manifeste  du Communisme libertaire lanciato a Parigi nel 1953 aveva sostenuto l’esigenza di un'organizzazione più centralizzante e vincolante e di un'analisi più rigorosa in sostituzione del tradizionale umanismo retorico e dell'autonomia associativa. Fontenis, che è rimasto molto colpito dal nuovo modello rivoluzionario «di massa»  del Maggio, è ritornato a un certo anticentralismo, senza rinunciare peraltro al tentativo di rinnovare i contenuti  fondamentali dell'anarchismo con analisi economico-sociali che tengano conto della lezione marxista. In questo tentativo di vivificare il marxismo con gli aspetti positivi del neo-spontaneismo  del  1968-1969 e con certe acquisizioni di fondo del pensiero comunista eretico, l'anarchismo francese mette a frutto  l'influenza innovatrice del marxista libertario Daniel Guérin, che è il direttore della nuova  serie di "Guerre  de classes". 


 

LIBERARE LO SPAZIO


Liberare lo spazio da questa innaturale sovrapposizione è il compito di una geografia che voglia essere anarchica. Natura contro storia significa spazio contro Stato, armonia tra uomo e natura significa, invece, spazio riconciliato con la storia. E questa è esattamente, per Reclus, la società anarchica: la riorganizzazione. senza autorità, dello spazio. La disarticolazione della logica gerarchica che irregimenta il territorio statale deve avvenire individuando i gangli politici, militari ed economici che costituiscono le basi stesse del "sistema nervoso" del dominio. Liberato lo spazio dalla sovrapposizione autoritaria dello Stato, e quindi dai suoi rapporti di forza del tutto innaturali, gli uomini dovranno organizzare la società secondo quella unica "legge" che legittima un'osservanza universale: la legge di natura.

Ma poiché. come abbiamo visto, la natura si modifica nel tempo a causa dell' azione umana (è, appunto, la Storia che interviene sullo spazio), allora occorre trovare una sintesi tra queste due istanze, sintesi capace di riportare il sociale all' interno del naturale. La via indicata da Reclus parte dall' idea federalistica della aggregazione spontanea delle comunità umane. In altri termini, lo spazio viene riorganizzato senza l'intervento dell' autorità perché gli uomini che vi abitano non hanno bisogno di coercizioni per vivere, visto che, «ad onta della violenza, la natura tende a rimettere ciascun popolo dentro i confini naturali». Confini, beninteso, che non hanno nulla a che fare con quelli rivendicati dalle varie culture nazionalistiche e patriottiche; questi confini, infatti non esistono in natura, come invece pretendono tali ideologie.





La rivoluzione non possiamo farla da soli

Poiché la rivoluzione non possiamo farla da soli, cioè non possiamo colle sole nostre forze attirare e spingere all’azione le grandi masse necessarie alla vittoria, e poiché anche aspettando un tempo illimitato le masse non potranno diventare anarchiche prima che la rivoluzione sia incominciata, e noi resteremo necessariamente una minoranza relativamente piccola fino al giorno in cui potremo cimentare le nostre idee nella pratica rivoluzionaria, negare il nostro concorso agli altri ed aspettare per agire di essere in grado di farlo da soli, sarebbe in pratica, e malgrado le parole grosse e i propositi radicali, un fare opera addormentatrice, ed impedire che si incominci colla scusa di volere con un salto arrivare di botto alla fine. Noi non vogliamo aspettare che le masse diventino anarchiche per fare la rivoluzione, tanto più che siamo convinti che esse non lo diventeranno mai se prima non si abbattono violentemente le istituzioni che le tengono in schiavitù. Credo che l’importante non sia il trionfo dei nostri piani, dei nostri progetti, delle nostre utopie, le quali del resto hanno bisogno della conferma dell’esperienza e possono essere dall’esperienza modificate, sviluppate ed adattate alle reali condizioni morali e materiali dell’epoca e del luogo. Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini perdano gli istinti e le abitudini pecorili, che la millenaria schiavitù ha loro inspirate, ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Ed è a questa grande opera di liberazione che gli anarchici debbono specialmente dedicarsi.




giovedì 17 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVII

1970 

Giugno - Già attivi da alcuni mesi nel panorama della contestazione  giovanile olandese, i Kabouters (o Goblins), con un programma di tipo riformistico ravvivato da iniziative di tipo inventivo, sanno risvegliare l'immaginazione della popolazione di Amsterdam al punto che nelle elezioni municipali riescono ad avere 5 consiglieri su 45. Un anno dopo i due gruppi storici dell'anarchismo olandese (anarcosindacalisti e anarcoindividualisti) formeranno la Federazione anarchica olandese, in cui entrerà anche la redazione del mensile "De Kabouter Kraut". 

- Numerosi militanti, espulsi dal  MLE (Movimento libertario spagnolo) per atteggiamento critico, formano una commissione per organizzare un secondo movimento anarchico, che ha come organo di stampa "Frente libertario", mentre il MLE, «piattaformista», continua a pubblicare a Toulouse (Francia meridionale) il giornale "Espoir". 

14 dicembre - Inizia la rivolta  operaia nei cantieri di Gdansk (Danzica) e Stettino. Gli scioperi spontanei della base nei cantieri navali del Baltico, «scioperi selvaggi» come quelli dell'Occidente, avvengono al grido di «Potere  operaio». Essi minano il tradizionale edificio sindacale, strumento di controllo statale. Gli operai si battono contro la milizia e costringono il governo a trattare direttamente coi lavoratori, nelle fabbriche. 



I-Feel-Like-I’m-Fixin’-To-Die Rag – Country Joe and The Fish


Datemi una F!

F!

Datemi una U!

U!

Datemi una C!

C!

Datemi una K!

K!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!


Sù, venite, voi forzuti,

lo zio Sam ha di nuovo bisogno di voi,

s'è ficcato in un terribile casino,

laggiù in Vietnam,

insomma, buttate i libri e pigliatevi un fucile,

ci si divertirà un monte!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Forza, Generali, sbrigatevi,

la vostra grande occasione è finalmente arrivata,

sguinzagliatevi e pigliate quei rossi,

c'è un solo comunista buono: quello morto!

E voi lo sapete bene che la Pace potrà essere conquistata

solo quando li avremo spediti tutti a quel paese.


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Ah!


Sù, Wall Street, non rallentare,

perché mai? qui c'è guerra a volontà,

c'è un sacco di bei soldi da fare

rifornendo l'esercito degli strumenti del mestiere!

Sperate solo e pregate che, se sganciano la Bomba,

la sgancino sui Vietcong!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Suvvia, mamme di tutto il Paese,

mandate i vostri ragazzi in Vietnam,

suvvia, babbi, non esitate,

spediteli prima che sia troppo tardi:

fate in modo, via, di essere i primi nel vostro palazzo

ad accogliere vostro figlio che torna a casa in una cassa!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


LA TECNOLOGIA

La tecnologia è l'incarnazione della società, di ogni società in ogni epoca. Nella tecnologia si possono leggere le priorità e i valori che in una società sono dominanti. Gli odierni sistemi tecnici esprimono qualità ed efficienza, distanziamento, una certa freddezza, inflessibilità, dipendenza dagli esperti. Qualcosa di umano viene fuori, ma che è stato ridefinito da un ambiente sempre più tecnologico. Comunità? Comunità virtuale. Non ci sono più valori comuni quando la comunità reale è stata erosa fino a quasi scomparire.

Per rendere chiaro il contrasto: i semplici attrezzi esprimono qualità come vicinanza, flessibilità, autonomia, specialmente quando ognuno può costruire l'attrezzo. La dipendenza da esperti o tecnici è minima se non assente.

Un altro aspetto della NON neutralità della tecnologia è la sua origine. Da dove proviene? I marchingegni sembrano tutti puliti e lucenti, come se fossero discesi fluttuando dal cielo, mentre invece si basano - tutto in essi si basa - sulla INDUSTRIALIZZAZIONE.




giovedì 10 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVI

1970 

Ronald Laing e David Cooper ricevono un ordine di evizione, che in pratica li caccia da Kingsley Hall, ove avevano fondato qualche anno prima una comunità «antipsichiatrica» aperta, ove «pazzi» e «psichiatri » vivono assieme su un piano di uguaglianza. Nato a Glasgow nel 1927, medico psicanalista, Laing nel 1958 ha iniziato un lungo studio sulle famiglie dei cosiddetti schizofrenici, in collaborazione con A. Esterson, scoprendo le radici sociali della follia. Dal 1962 al 1966 aveva diretto con Cooper il «padiglione 21» al centro psichiatrico di Shenley, Londra, che trasformato in «villa» aperta, autogestita dai pazienti, infermieri, medici, aveva liberato numerosi malati dalla prigione mentale: ciononostante Cooper, direttore del padiglione, nel '66 era stato cacciato dalle autorità. Il pensiero e l'esempio di Cooper e Laing mettono in crisi il «manicomio », sia tradizionale sia moderno, e gli aspetti più sclerotizzati del freudismo. Il messaggio antiautoritario, esistenzialista e ricco di «amore» di Laing ha grande eco anche in Italia, in Europa, in America. Dagli Stati Uniti giungono a Londra a collaborare con Laing, tra gli altri, Joseph  Berke e Morton Shatzman. Lentamente, con una spaccatura che si andrà acuendo negli anni successivi, cresce nel paese il disagio per la versione ufficiale sui morti di  Milano. Come la persecuzione del capitano ebreo Dreyfus divise la  Francia in colpevolisti e innocentisti, cosi il caso Pinelli, il caso Valpreda, il caso degli anarchici spaccano in due l'Italia con una passione che non è dei soliti casi giudiziari. Settori sempre più ampi della sinistra anche riformista accusano la polizia di avere occultato prove decisive e di avere una precisa responsabilità nella morte di Pinelli, la cui vedova, respingendo la versione ufficiale del suicidio, inizia una coraggiosa battaglia per accertare le vere cause del decesso e per eliminare ogni ombra di dubbio sull'integrità morale di un lavoratore, il cui ricordo si sta configurando come quello di un nuovo martire degli ideali anarchici. Si viene chiarendo cosi, nelle battaglie di tribunale e di strada, nel dibattito apertosi nella società, la «logica della svolta» impressa dal potere alle tensioni del biennio 1968-69. Vengono a poco a poco sotto gli occhi di tutti i meccanismi più arretrati del potere statale, inquisitoriale e repressivo, in primo luogo quell'universo carcerario che costituisce una vergogna per ogni società civile.


    


IL CIELO È DI TUTTI - Gianni Rodari

Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi

di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,

del re, dell’ortolano,

del poeta, dello spazzino.

Non c’è povero tanto povero

che non ne sia il padrone.

Il coniglio spaurito

ne ha quanto il leone.

Il cielo è di tutti gli occhi,

ed ogni occhio, se vuole,

si prende la luna intera,

le stelle comete, il sole.

Ogni occhio si prende ogni cosa

e non manca mai niente:

chi guarda il cielo per ultimo

non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti,

perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.


La Libertà

Io posso dirmi e sentirmi libero solo in presenza degli altri uomini ed in rapporto a loro. Io stesso sono umano e libero soltanto nella misura in cui riconosco la libertà e l’umanità di tutti gli uomini che mi circondano. Sono veramente libero solo quando tutti gli esseri umani, uomini e donne, sono egualmente liberi. La libertà di ogni individuo è infatti soltanto il riflesso della sua umanità. La libertà degli altri, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà altrui, così che più numerosi sono gli uomini liberi – e più profonda e più ampia è la loro libertà -, più estesa, più profonda e più ampia diviene la mia libertà. Si realizza la libertà illimitata di ognuno per mezzo della libertà di tutti. Confermata dalla libertà di tutti, la mia libertà si estende all’infinito”. (Michail Bakunin) 



giovedì 3 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXV

1969 

16 dicembre - In un affrettato confronto, il tassista milanese Rolandi riconosce in Pietro Valpreda il misterioso individuo che si sarebbe fatto trasportare sulla sua autovettura per 135 metri nel convulso traffico del centro di Milano per andare a depositare la bomba il pomeriggio del 12 dicembre. Valpreda, sconcertato, si sente dire dal giudice Occorsio: «Noi le contestiamo 14 morti e cento feriti». Verso la mezzanotte di martedì 16 dicembre la cella d'isolamento n. 32 del carcere di Regina Coeli, a Roma, si richiude alle spalle di Pietro Valpreda, mentre sui giornali scoppia l'isterismo anti-anarchico. Valpreda verrà tenuto in cella d'isolamento per 38 giorni, senza una notizia dal mondo esterno, senza un libro, un giornale, una voce, con una lampadina accesa notte e giorno sulla testa, e il freddo, la puzza e il vitto immondo. Comincia cosi il caso Valpreda, legato alla strage di Milano. Mentre vengono arrestati gli altri giovani componenti del circolo 22 Marzo e le vittime dell'attentato  salgono a 16, la sinistra italiana subisce l'iniziativa dell'apparato statale e sulle prime non sa replicare alle accuse. Soltanto parte della sinistra extraparlamentare reagirà nei primi mesi del 1970 con cortei e manifestazioni in favore degli anarchici arrestati, e denunciando nella «defenestrazione » di Pino Pinelli un nuovo crimine di Stato. Pinelli diventa cosi la diciassettesima vittima di quella che viene definita la «strategia della tensione», il tentativo cioè di reagire col terrorismo alle richieste operaie e studentesche maturate negli anni 1968 e 1969 nelle fabbriche, nelle scuole e nella società civile. Valpreda farà tre anni di carcere in attesa di processo sulla sola «prova» della incredibile corsa in taxi per pochi metri; il misterioso tassista morirà di crepacuore, gli anarchici più giovani, Roberto Gargamelli, Roberto Mander, Emilio Bagnoli, Emilio Borghese e altri saranno imprigionati, perseguitati in Italia e all'estero. Soltanto dopo che un'avanguardia di militanti extraparlamentari, di borghesi illuminati, di avvocati della sinistra avrà fatto riaprire il caso, le indagini andranno nella direzione fascista, giungendo a individuare gravissime responsabilità dei settori più reazionari della politica italiana, in un intreccio fitto di rapporti tra la destra eversiva e i corpi speciali dello Stato. 


TRASH - Stephen Daldry


Sotto il cielo di Rio de Janeiro, tra cumuli di rifiuti e palafitte in bilico su acqua sporca, tre giovani amici, condannati alla miseria più oscura, minacciati dalla violenza della polizia, abituati a guadagnarsi da vivere scavando nell’immondizia, non hanno mai perso il senso dei valori di fondo, l’amicizia, la fede, la giustizia. Per questo, quando un portafoglio salterà fuori dalla discarica e un poliziotto molto pericoloso farà sapere che c’è una ricompensa per chi riesce a trovarlo, Rafael (Rickson Tevez), Gardo (Luis Eduardo) e Rato (Gabriel Weinstein) capiranno subito che la cosa più importante non è mettere le mani su quei soldi, ma risalire al proprietario, scoprire il suo segreto, ricostruire il mosaico di una storia misteriosa. Il regista decide di impacchettare, sotto forma di fiaba, la rivoluzione necessaria che parte dal basso, che parte dal popolo, ponendo la responsabilità utopica del cambiamento nelle mani dei tre giovani protagonisti, affiancati dalla figura di un missionario interpretato da Martin Sheen e dalla sua giovane volontaria, Rooney Mara, inconsciamente inserita nel loro piano. “Trash è un film sulla povertà e la corruzione. Un film sulla fede, la giustizia, l’amicizia e la speranza. I nostri tre protagonisti sono una fonte inesauribile di ottimismo. Hanno definito il tono, il linguaggio e il senso dell’umorismo del film stesso”. 

Tra denuncia e vitalismo, alternando scene forti, come quelle dell’arresto e della tortura del ragazzo che ha trovato il portafoglio, a inseguimenti acrobatici con i protagonisti che si muovono nei bassifondi di Rio con la magnifica leggerezza del ballerino Billy Elliot, Daldry costruisce un’odissea che da una parte rievoca la cronache più crude sui «meninos de rua», dall’altra si rifà alla tradizione magica delle novelle sudamericane: «Non credo che con il mio film contribuirò a cambiare il mondo e tantomeno che, come qualcuno mi chiede, questa storia avrà dei riflessi sulle elezioni brasiliane. Sui modi brutali delle forze dell’ordine e su certe condizioni di vita, si è molto parlato e i cineasti brasiliani hanno realizzato film e documentari». Girando Trash Daldry voleva testimoniare «il senso di moralità profondamente radicato, nonostante tutto, in questi ragazzi. Durante le riprese abbiamo cercato di costruire una struttura in cui si potessero muovere, esprimendo la loro fiducia e la loro speranza nella possibilità di trasformazione del Paese».





Lo Spirito Anarchico

L'anarchia, «è un' aspirazione umana, che non è fondata sopra nessuna vera o supposta necessità naturale, e che potrà realizzarsi secondo la volontà umana». Questa «aspirazione umana» si pone oltre ogni valenza razionale e teoretica perché deriva da «un sentimento, che è la molla motrice di tutti i sinceri riformatori sociali, e senza del quale il nostro anarchismo sarebbe una menzogna o un non senso. Questo sentimento è l'amore degli uomini, è il fatto di soffrire delle sofferenze altrui».

«Per spirito anarchico intendo quel sentimento largamente umano che aspira al bene di tutti, alla libertà ed alla giustizia per tutti, alla solidarietà ed all'amore fra tutti».

Detto in altri termini, l'anarchismo è prima di tutto un' etica che va al di là di ogni spiegazione razionale perché «è nato dalla rivolta morale contro le ingiustizie sociali». In quanto aspirazione umana verso la libertà universale, si pone oltre la necessità naturale, come ogni altra necessità storica o scientifica. L'anarchia infatti è una costruzione culturale e il concetto di libertà ne è la massima espressione, nel senso che testimonia la valenza tutta precaria e volontaria di tale conquista: «la libertà non si conquista e non si conserva se non attraverso lotte faticose e sacrifici crudeli, la libertà piena e completa è certamente la conquista essenziale, perché è la consacrazione della dignità umana».