Translate

giovedì 12 aprile 2012

L’idea dell’eguaglianza di Michail Bakunin

L’idea bakuniniana dell’eguaglianza parte dunque da una considerazione centrale: la sostanziale equivalenza di tutti gli esseri umani proprio in rapporto al paradigma egualitario. Questa sostanziale equivalenza è argomentata sulla base di una considerazione prettamente naturalistica. L’eguaglianza non è un modulo ideale che richiami giudizi di valore, ma è solo un concetto materialistico che rimanda a giudizi di fatto:
è una verità proverbiale che sullo stesso albero non ci sono due foglie identiche. A maggior ragione ciò sarà sempre vero riguardo agli uomini, dato che gli uomini sono esseri molto più complessi delle foglie. Ma questa diversità lungi dal rappresentare un danno è, al contrario, una ricchezza dell’umanità. Grazie ad essa l’umanità diviene un tutto collettivo in cui ciascuno completa tutti, e ha bisogno di tutti; di modo che questa infinità diversità degli individui umani è la causa stessa, la base principale della loro solidarietà, e un argomento onnipotente a favore dell’eguaglianza. Quando si eccettuino due categorie di uomini, gli uomini di genio e gli idioti, e quando si trascurino differenze create artificialmente dall’influenza di mille cause sociali come educazione, istruzione, posizione economica e politica che si diversificano non solo in ogni strato della società ma quasi in ogni famiglia, si dovrà riconoscere che dal punto di vista delle capacità intellettuali e dall’energia morale, l’immensa maggioranza degli uomini si rassomiglia molto o almeno che essi si equivalgono perché la debolezza di ognuno è compensata da una forza equivalente sotto un altro aspetto, per cui diventa impossibile dire che un uomo tolto da questa massa sia molto superiore o inferiore all’altro”.
Decisivo è dunque in Bakunin, il concetto di diversità tra gli individui perché è proprio questa diversità ad essere l’argomento onnipotente a favore dell’eguaglianza. Gli essere umani in quanto infinitamente diversi, hanno la necessità di completarsi e in tale bisogno scoprono la loro sostanziale uguaglianza naturale, cioè l’iniziale uguaglianza, nel senso che al momento della nascita non vi è grande differenza tra loro. La conclusione, pertanto, è una sola: "nella loro immensa maggioranza gli uomini non sono identici, ma equivalenti e perciò uguali”.
     

Nessun commento:

Posta un commento