Translate

giovedì 5 aprile 2012

Il TEMPO DEL LAVORO

Il tempo del lavoro conta il doppio perché è tempo perduto due volte:
a) come tempo che sarebbe stato più gradevole impiegare nel fare l’amore, nel fantasticare, nei piaceri, nelle passioni; come tempo di cui disporre liberamente.
b) Come tempo di usura fisica e nervosa.
Il tempo del lavoro assorbe la maggior parte della vita, perché determina anche il cosiddetto tempo libero, il tempo del sonno, dei tragitti per andare al lavoro, dei pasti, delle distrazioni.

Esso raggiunge così l’insieme della vita quotidiana di ciascuno e tende a ridurla ad una successione di istanti e di luoghi, che hanno in comune la stessa ripetizione vuota, la stessa assente crescente della vera vita.
Il tempo del lavoro forzato è una merce. Dappertutto, dove c’è merce, c’è lavoro forzato, e quasi tutte le azioni umane finiscono per rientrare nel lavoro forzato. Produciamo, consumiamo, mangiamo, dormiamo per un padrone, per un capo, per lo stato, per il sistema della merce generalizzata.
Lavorare di più vivere di meno.
Noi siamo per una società che assicuri a ciascuno il diritto di disporre del tempo e dello spazio; di costruire ogni giorno la propria vita come la desidera.
 

1 commento:

  1. Lo scrivo e dico in ogni dove!
    Sintesi perfetta, questa vostra, grazie.
    Abbraccio libertario.

    RispondiElimina