STERMINATE GRUPPO ZERO di Claude Chabrol
Un giovane anarchico spagnolo, che si fa chiamare Bonaventura Diaz, organizza ed attua, con quattro compagni di fede anarchica (tre uomini e una donna) il rapimento dell’ambasciatore americano a Parigi, Richard Point-Dexter, per il cui riscatto il gruppo chiede dieci milioni di dollari, destinati a finanziare la rivoluzione. Il commando, del quale avrebbe dovuto far parte anche il professor di filosofia Marcel Truffais, tiratosi indietro alla vigilia del rapimento, si nasconde con l’ambasciatore in una casa di campagna. Il sequestro del diplomatico è avvenuto in una casa di appuntamenti di lusso sorvegliata dal controspionaggio con telecamere nascoste. Il sequestro del diplomatico è stato quindi filmato: grazie alla pellicola il commissario che guida le indagini dà un volto e un nome ai rapitori, mentre il taccuino trovato in casa di Marcel gli fa scoprire il loro rifugio. Con l’avallo del sottosegretario agli Interni e del ministro, il poliziotto, per cancellare l’aureola romantica che l’opinione pubblica conferisce ai guerriglieri, fa in modo che costoro uccidano l’ostaggio e siano a loro volta ammazzati. Si salva dal massacro il solo Diaz, al quale il commissario, che i suoi superiori hanno abbandonato, tende un tranello in casa del filosofo. Prima di morire l’anarchico ammazza il poliziotto, lasciando a Marcel il compito di svelare all’opinione pubblica la verità su quanto è accaduto.
Il film si concentra sull’azione, tracciando in immagini il vertiginoso procedere di eventi nei giorni prima, durante e dopo il rapimento dell’ambasciatore americano a Parigi, approfittando di una sua sosta in una lussuosa casa di appuntamenti, e nasconderlo in un casolare di campagna, per scuotere le coscienze e uscire dall’interminabile stallo delle discussioni teoriche e delle divisioni tra movimenti antagonisti. Denuncia l’azione dei corpi speciali di polizia, dei servizi segreti, di una burocrazia e di un potere politico che non esitano a servirsi di un commissario psicopatico per poi liquidarlo a fine servizio, quando la violenza delle misure repressive impressiona l’opinione pubblica e turba gli equilibri nazionali e internazionali.
“Presi singolarmente, gli anarchici del gruppo NADA non hanno niente di eccezionale, vivono le loro giornate come meglio possono, chi insegnando filosofia, chi lavorando in un bistrot, chi rincorrendo i propri sogni.
Se si trovano insieme è perché perseguono un unico obiettivo: dare vita a un processo rivoluzionario in grado di spazzare dalla faccia della terra ogni ipocrisia politica.
C’è un’unica strada che sembra in grado di condurre dritta sull’obiettivo, si chiama rivoluzione e, se non ci si fa spaventare dall’altisonanza del nome, può rivelarsi una strada del tutto percorribile.”
Il film è tratto dal romanzo di Jean-Patrick-Manchette ” NADA”.
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