La discrezione di questa disposizione spiega la sua sottovalutazione in quanto flagello sociale, così come la sua durevole efficacia. La disposizione in oggetto produce individui degradati, spossessati al massimo grado di intelligenza, socievolezza e sessualità, e di conseguenza davvero indipendenti gli uni dagli altri, il che è l’ideale per il funzionamento ottimale del sistema automatico della circolazione delle merci. L’energia che l’individuo può impiegare per riconoscere ed essere riconosciuto è legata nel carattere, cioè impiegata a neutralizzare sé stessa.
In tutte le società in cui regnano le condizioni moderne di produzione, l’impossibilità di vivere prende individualmente la forma della morte, della follia o del carattere. Con l’intrepido dottor Reich, e contro i suoi recuperatori e detrattori atterriti, postuliamo la natura patologica di ogni tratto caratteriale, cioè di ogni cronicità nel comportamento umano. Ciò che ci interessa non è la struttura individuale del nostro carattere, né la spiegazione della sua formazione, ma l’impossibilità della sua applicazione alla costruzione di situazioni. Il carattere non è dunque una semplice escrescenza maligna che si potrebbe trattare separatamente, ma anche un rimedio individuale in una società globalmente malata, rimedio che consente di sopportare il male aggravandolo. La gente è in gran parte complice dello spettacolo imperante. Il carattere è la forma di questa complicità.
Noi sosteniamo che la gente può dissolvere il proprio carattere solo contestando la società nella sua interezza; essendo la funzione del carattere quella di adattarsi allo status quo, la sua dissoluzione è preliminare alla critica globale della società. Bisogna rompere con questo circolo vizioso.
La contestazione globale inizia con la critica in atti del lavoro salariato secondo un principio fondamentale indiscutibile: «non lavorate mai». Le qualità di avventura assolutamente necessarie per una tale impresa sono esclusive del carattere. Il carattere è la rovina di queste qualità. Il problema della contestazione della società intera è dunque anche il problema della dissoluzione del carattere.
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