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giovedì 26 maggio 2016

Vogliamo giustizia di Bill Ayers

Le questioni importanti, certo, rimangono irrisolte: cosa ci chiede il sogno di giustizia sociale? Quali sono ora gli ostacoli alla nostra umanità? E come dobbiamo vivere?
L'affermazione Vogliamo giustizia ha per me il senso assoluto che ha sempre avuto e, per ciò, aggiungere Però, certo, non con ogni mezzo mi sembra che equivalga a mettere la testa sul ceppo. Come tattica, casomai, ma non come principio.
Diciamo che gli ingiusti sono particolarmente potenti, come spesso è accaduto nel nostro mondo, e impongono rapporti sociali che causano sofferenza. Ribadiscono che gli oppositore che faccia sul serio verrà incarcerato o giustiziato. Insistino a concedere solo proteste pacifiche, prevedibili e inderogabilmente circoscritte, e fanno osservare questo precetto con manganelli, pallottole e lacrimogeni. Si assicurano il monopolio del potere, il privilegio esclusivo della violenza, e la usano. 
Ci svegliamo di soprassalto e vediamo uomini nelle cui mani stanno grandi apparati tecnici e le leve del potere, pronti a distruggere il mondo. La vita e la sua continuità non sono più garantite e, perciò, devono essere immaginate, scelte e conquistate con la lotta.
Non stiamo vivendo, possiamo esserne certi, sulle montagne, in tempi rivoluzionari, e questo è un dato di fatto. Viviamo a valle - tempi di incertezza e confusione, tempi di endemica irreparabilità e di sempre più profonda disperazione. Sono tempi in cui bisogna rimanere svegli e coscienti, raccogliere le forze, studiare e costruire i nostri progetti, apportare ogni modesto contibuto, per soffiare lievemente sui tizzoni della giustizia - e ricordare. 

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