1954
La situazione dell'Unione Sindacale si era andata complicando per un'altra ragione. Dalle elezioni parlamentari del maggio 1921 erano uscite due perle di deputati, militanti nell'Unione Sindacale: Giuseppe Di Vittorio a Cerignola, e Angelo Faggi a Piacenza. Nel 1908 erano stati espulsi dal partito socialista. Ma Faggi, in fondo, era rimasto un social-democratico accomodante anzi che no. Di Vittorio era stato mussoliniano interventista nel 1914; pentitosi di quel trascorso, diventò verso il 1916 collaboratore di "Guerra di Classe". Cosi poté far ritorno a Cerignola dopo la guerra, senza che lo prendessero a sassate. Negli ambienti romani, dove persisteva una corrente repubblicana estremista, con tradizionale simpatia verso gli anarchici, nacque l'idea di una Alleanza del lavoro. Questa doveva abbracciare tutte le forze sindacali, non soggette all'influenza fascista e decise a difendere i diritti operai in pericolo. Malatesta, che aveva deplorato l'assenza dei repubblicani dalla lotta rivoluzionaria nel dopoguerra, caldeggiò l'idea di questa coalizione, e lo disse chiaramente su "Umanità Nova". L'Alleanza venne costituita in un convegno tenutosi a Roma nei giorni 18, 19 e 20 febbraio 1922. Vi aderirono la Confederazione del Lavoro (D'Aragona, Azimonti); l'Unione Sindacale Italiana (Sacconi, Borghi); il Sindacato Ferrovieri (Mosca, Giusti); la Federazione dei Porti (Ciro Corradetti) e l'Unione Italiana del Lavoro (Teobaldo Schinetti). I comunisti e la Federazione del Mare di Giulietti non aderirono. A Parma aderì la Camera del Lavoro deambrisiana.
1956
23 ottobre - Sciopero generale di operai e studenti a Budapest, dove è concentrata la metà dell'industria ungherese, e primo intervento repressivo russo. Il processo di destalinizzazione aveva provocato le dimissioni di Rikosi e la riabilitazione delle vittime dello stalinismo. Consigli operai sorgono spontaneamente a Budapest, prima in fabbrica poi nei distretti.
4 novembre - il controrivoluzionario intervento dei carri armati russi coalizza gli operai nei Consigli, diffusi anche in provincia. Ma è troppo tardi: la controrivoluzione trionfa nonostante la disperata resistenza operaia.
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