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giovedì 10 aprile 2025

DANTE DI NANNI – Stormy Six

Nel traffico del centro pedala sopra il suo triciclo

e fischia forte alla garibaldina.

Il carico che piega le sue gambe è l'ingiustizia,

la vita è dura per Dante di Nanni.


L'alba prende il treno e c'è odore di porcile

sui marciapiedi della sua pazienza,

e nella testa pesano volumi di bugie.

La sera studierà, Dante di Nanni.


Trent'anni son passati, da quel giorno che i fascisti

ci si son messi in cento ad ammazzarlo

e cento volte l'hanno ucciso, ma tu lo puoi vedere:

gira per la città, Dante di Nanni.


L'ho visto una mattina sulla metropolitana

e sanguinava forte, e sorrideva.

Su molte facce intorno c'era il dubbio

e la stanchezza.

Ma non su quella di Dante di Nanni.


Trent'anni son passati, da quel giorno che i fascisti

ci si son messi in cento ad ammazzarlo

e ancora non si sentono tranquilli,

perché sanno che gira per la città, Dante di Nanni.


(Dante Di Nanni fu un giovane gappista del gruppo torinese, comandato in quel periodo da Giovanni Pesce. La notte del 17 maggio 1944, dopo l'attentato ad un'antenna radio, Di Nanni, ferito, si nascose nel rifugio collocato in una vecchia casa di Borgo San Paolo. Nel corso della giornata successiva però, probabilmente in seguito alla confessione estorta sotto tortura ad uno dei due compagni feriti e catturati nell'azione della notte precedente, la polizia fascista lo individuò e la mattina del 18 maggio tentò di arrestarlo. Il giovane si barricò in casa e per oltre tre ore si difese coraggiosamente con il lancio di bombe, ma alla fine, circondato dai nemici accorsi in forze, dovette soccombere.)



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