Translate

giovedì 17 dicembre 2015

Margarethe Hardegger

Margarethe nacque il 20 febbraio 1882 a Berna. Nel 1902 conseguì la maturità e si avviò subito agli studi giuridici. In quel periodo conobbe Philipp August Faas, che sposò, nonostante fosse contraria al matrimonio. Dal loro incontro nacque Olga. In quegli anni iniziò a sviluppare alcuni contatti politici significativi, e infatti fondò, poco più tardi, l’Unione dei Lavoratori Tessili Cernesi, mentre suo marito entrò a far parte del Partito Socialdemocratico. Nel 1904 nacque la secondogenita Lisa. Margarethe iniziò a frequentare l’ambiente anarchico e antimilitarista. Conobbe il medico del lavoro Fritz Brupbacher e i sindacalisti radicali della Svizzera occidentale di lingua francese. Nel 1906 fondò il giornale Die Vorkämpferin (L’Antesignana), in francese L’Exploitée (La Sfruttata). Nel 1907 partecipò alla prima conferenza internazionale delle donne socialiste di Stoccarda. Nello stesso anno conobbe Ernst Frick, anarchico appartenente al gruppo zurighese Der Weckruf  (Il Risveglio), che difese, nonostante si dichiarasse nonviolenta, fornendogli un alibi che lo salvò dalla condanna per un attentato a una caserma, cosa che in seguitò le procurò delle noie legali. Margarethe si schierò sempre più decisamente a favore della nonviolenza, dell’ateismo, del controllo delle nascite, del diritto di voto per le donne. Nel 1908 prese parte al Congresso anarchico a La Chaux-de-Fonds, durante il quale sostenne le proprie tesi sull’amore libero e dove ebbe occasione di prendere le difese di un altro anarchico del Risveglio che aveva partecipato ad azioni politiche in Russia. Con alcuni anarchici cechi organizzò a Berna una serata in onore di Gustav Landauer, di cui s’innamorò. Grazie ai contatti con il dottor Brubpacher, conobbe James Guillaume, Senna Hoy, Karel Vohryzek, quest’ultimo spesso coinvolto in attività di contrabbando. Quando venne arrestato in seguito a una rapina, nelle sue tasche fu trovato un biglietto i Brubpacher in cui veniva nominata Margarethe. Per questo, e per altre vicende poco chiare in cui venne coinvolta, si alimentarono i sospetti su di lei, così che venne licenziata dalla confederazione sindacale. Nel frattempo, Landauer aveva fondato a Berlino il Sozialistischer Bund, la Lega Socialista, cui aderì anche Margarethe, contribuendo attivamente alla nascita del Der Sozialist (Il Socialista). La rivista si proponeva non come foglio meramente politico, ma anche come raccolta di riflessioni filosofiche, nel tentativo di creare un legame tra la massa e l’élite. Scriveva la Hardegger: “Poiché noi consideriamo un movimento in relazione al futuro, dato che è un movimento culturale, non vogliamo un movimento fondato sulla lotta di classe, ma sull’emancipazione dell’intera umanità. Noi abbiamo bisogno di compagni del sentimento, del pensiero, della volontà”. L’obiettivo della Lega era la creazione di una comunità autosufficiente basata sul mutuo appoggio. Nel 1909, a Monaco, s’inserì nell’ambiente bohemiénne, dove si legò a Erich Mühsam, con il quale condivise il progetto del Gruppo TAT, che aveva come scopo quello di avvicinare il sottoproletariato al mondo degli artisti. 
Nel 1912, la Hardegger dovette rispondere a numerose accuse legate alle sue frequentazioni anarchiche. Dopo tre mesi di prigione, venne rilasciata con il pretesto di un precario stato di salute mentale. Margarethe abbandonò la Lega per dedicarsi interamente alla militanza politica. Nonostante si fosse allontanata anche da Landauer, portò avanti gli ideali libertari condivisi con lui trasformando la sua abitazione, ereditata dal padre appena scomparso, in una comune. La sua battaglia attiva in difesa dell’aborto e del controllo delle nascite portò nuovamente la cattiva anarchica in prigione nel 1915, dove vi trascorse un anno. Nel 1918 la Hardegger fece parte a Coira di un movimento femminile. Poi, con il suo nuovo compagno, Hans Brunner, diede vita a un altro insediamento comunitario nei pressi di Zurigo. Trasferitasi a Minusio, nel Canton Ticino, dalla figlia maggiore, tentò un esperimento simile in un vecchio mulino (il Villino Graziella, vicino alla Baronata). Sul muro esterno compariva un detto di Landauer: “Il socialismo è la tensione della volontà di persone unite nel voler realizzare un ideale nuovo”. La sua attività libertaria continuò fino alla morte, avvenuta il 26 settembre 1963.

Nessun commento:

Posta un commento