La libertà dello Stato si configura come libertà di mediazione tra persona e persona. Infatti solo lo Stato, in virtù del suo assoluto monopolio di potere, può mettere i cittadini in contatto tra di loro. Ma in questa socialità politicamente realizzata va a compimento l’autentica vocazione alienante del potere, delle stesse ragioni del dominio: il comando per il comando. “Lo Stato lascia gli individui il più possibile liberi di giocare come vogliono, basta che non facciano sul serio e che non lo dimentichino. Non è permesso avere rapporti liberi, spontanei, con gli altri: occorre la sorveglianza e la mediazione di un’istanza superiore”. “Lo Stato non può sopportare che la persona abbia un rapporto diretto con un'altra persona: vuole fare da mediatore, deve – intervenire. Lo Stato è diventato ciò che un tempo fu Cristo, ciò che furono i Santi e la Chiesa: un mediatore. Esso divide la persona dalla persona. Il carattere coercitivo dello Stato non deriva dunque da una specifica forma istituzionale, ma dal fatto che esso è l’unica realtà politica esistente, la sola trama legittima valevole per tutti e per tutti, quindi, irreversibilmente onnipervasiva nella sua socialità totale. Ciò che si chiama Stato è un intreccio, una rete di dipendenze e di colleganze, è un appartenersi reciproco di persone che si tengono uniti e si adattano gli uni agli altri, insomma dipendono gli uni dagli altri: lo Stato è appunto l’ordine di questa dipendenza.
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giovedì 14 gennaio 2016
La libertà dello Stato di Max Stirner
La libertà dello Stato si configura come libertà di mediazione tra persona e persona. Infatti solo lo Stato, in virtù del suo assoluto monopolio di potere, può mettere i cittadini in contatto tra di loro. Ma in questa socialità politicamente realizzata va a compimento l’autentica vocazione alienante del potere, delle stesse ragioni del dominio: il comando per il comando. “Lo Stato lascia gli individui il più possibile liberi di giocare come vogliono, basta che non facciano sul serio e che non lo dimentichino. Non è permesso avere rapporti liberi, spontanei, con gli altri: occorre la sorveglianza e la mediazione di un’istanza superiore”. “Lo Stato non può sopportare che la persona abbia un rapporto diretto con un'altra persona: vuole fare da mediatore, deve – intervenire. Lo Stato è diventato ciò che un tempo fu Cristo, ciò che furono i Santi e la Chiesa: un mediatore. Esso divide la persona dalla persona. Il carattere coercitivo dello Stato non deriva dunque da una specifica forma istituzionale, ma dal fatto che esso è l’unica realtà politica esistente, la sola trama legittima valevole per tutti e per tutti, quindi, irreversibilmente onnipervasiva nella sua socialità totale. Ciò che si chiama Stato è un intreccio, una rete di dipendenze e di colleganze, è un appartenersi reciproco di persone che si tengono uniti e si adattano gli uni agli altri, insomma dipendono gli uni dagli altri: lo Stato è appunto l’ordine di questa dipendenza.
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