Sarebbe indegno per il movimento femminista aspirare ad essere solo una copia del maschio e fidarsi nel seguire strade già tracciate da altri. In quanto elemento nuovo nella vita sociale, c'è bisogno che le donne vi apportino un nuovo orientamento, una nuova attività e nuove concezioni. Non attardiamoci, dunque, supplicando dietro le porte che ci hanno sbattuto in faccia. Eleviamoci più in alto, perché già conosciamo l'immaturità dei cenacoli che ci rifiutano. Senza avere un inutile disprezzo per l'opera altrui, ammettiamo comunque di essere altro, comprendiamo che le nostre condizioni sono speciali e, lontano dal rattristarci, approfittiamo dei vantaggi che ci possono procurare.
Numerosi soggetti sollecitano più attentamente la nostra attenzione e i nostri studi: cioè l'universo concettuale che gravita ad esempio intorno a Famiglia, Figli, Vita sociale e individuale delle donne. Tutte queste questioni, e tante altre che ci interessano direttamente, sono state discusse e risolte senza di noi, spesso soprattutto contro di noi. Chi potrebbe negare che esse toccano le basi stesse della società e che le donne illuminate, apportandovi le riforme che la scienza e la ragione impongono, contribuiranno cosi all'evoluzione dell'intera vita sociale?
Non limitiamo la nostra attività a piccoli lavori. Un' umiltà rassegnata è altra cosa rispetto ad una prudente saggezza. Penso, da parte mia, che le donne dovranno prefiggersi come scopo di realizzare pacificamente importanti trasformazioni che molte volte invece, si attuarono in modo violento.
La loro può essere un'opera di pace, un'opera di giustizia sociale; devono così portare con sé, nell'asprezza delle relazioni sociali attuali, la bontà, l'indulgenza che crea il vero sapere.
In nessun modo sosterremo l'infima situazione attuale, in cui si cerca di mantenerci allo scopo di sottrarci a questo compito glorioso: infatti sappiamo che occuperemo nella società il posto che sapremo prenderci.
(Alexandra David-Néel nel 1899 scrisse un saggio anarchico con lo pseudonimo di Alexandra Myrial intitolato Pour la vie con la prefazione dell'anarchico e geografo Elisée Reclus)
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