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giovedì 11 settembre 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XCI

1974 

2 marzo – Nel carcere franchista di Barcellona viene barbaramente ucciso, mediante strangolamento con garrote vil, il giovane anarchico  Salvador Puig Antich, reo di essersi difeso sparando in un assalto poliziesco. Da tutto il mondo erano giunte al dittatore spagnolo richieste di clemenza. L'ira dei democratici, degli antifascisti e degli anarchici per questo ennesimo delitto di Franco scatena ondate di protesta. Assieme ad Antich viene ucciso con il garrote il giovane polacco Heinz Ches. 

21 novembre - Gli avvocati della difesa della RAF (Frazione Armata Rossa), meglio nota come banda Baader-Meinhof, tengono a Francoforte una conferenza stampa per spiegare in quali circostanze è morto in carcere un loro assistito, Holger Meins, arrestato con altri nel 1972. La morte di Meins, detenuto in condizioni di aperta violazione dei diritti dell'uomo che per protesta faceva da 56 giorni lo sciopero della fame, ha suscitato scalpore e scandalo. «Chi si indigna a sentir parlare di omicidi di stato ». Infatti, l'isolamento dei detenuti è inumano, e gli avvocati ricordano al Tribunale di Stato: «che dovrebbe rammentare che fa parte   della recente  storia della nostra nazione. Numerosi altri esempi provano che un giudice non è immune dal diventare il mandante a tavolino di omicidi di stato». Infatti, l'isolamento dei detenuti della RAF «è rigoroso, non sono permesse neppure le visite in chiesa, esiste la censura sulla posta e tutto. Alcuni detenuti sono in isolamento da quattro anni. La giustizia sostiene che l'isolamento è necessario per la rieducazione del detenuto... L'isolamento in realtà porta all'annientamento dell'individuo... I detenuti vengono psichiatrizzati, narcotizzati, minacciati; i visitatori sono insultati e sottoposti a esplorazioni anali e vaginali. Prima ancora di processi e condanne i prigionieri vivono in isolamento acustico totale. Non essendoci  alternative la scelta è o morire lentamente in isolamento o morire di fame». Durante  una visita chiesta da alcune personalità di fama  mondiale tra cui il francese Jean-Paul Sartre e il tedesco Heinrich  Boll, Sartre, dopo essersi sottoposto alla umiliante procedura di ispezione corporale, può parlare con i prigionieri e in una successiva conferenza  stampa dichiara che le condizioni in cui sono tenuti sono effettivamente indegne di un paese civile. I detenuti non vedono nessuno e vivono in celle imbottite in cui non  passa alcun rumore: il silenzio è tale da fare impazzire; il blocco tutt'attorno, totale. Anche gli  avvocati, se prendono a cuore la loro causa, vengono destituiti d'imperio per «affinità ideologica» con gli imputati. Sul caso della banda  Baader, che la stampa borghese chiama «banda anarchica», si apre la discussione in seno al movimento libertario. Il gruppo Durruti di Firenze scrive nel "Bollettino interno" della FAI del giugno-luglio 1972: «Il gruppo Baader è un gruppo di militanti  anarchici che ha operato prima del '69 all'interno del gruppo anarchico di Francoforte Kommune 1». Replica il 26 giugno "Umanità Nova": «I componenti la "banda Baader" ci  tengono a  dichiarare che non sono anarchici e tutta la loro analisi è infatti decisamente marxista-leninista». Gli anarchici li difendono in quanto vittime della violenza statale, non in quanto anarchici. Gli anarchici del gruppo, Petra Schelme, Thomas Weisbecker e Georg von  Rauch, vennero infatti uccisi dalla polizia  nel 1972, e da allora  il gruppo Baader-Meinhof ha assunto posizioni ideologicamente più vicine al maoismo in versione m-l. Il collettivo redazionale di "Umanità Nova" conclude:  «Rigettiamo il terrorismo (e non l'insurrezione popolare e la violenza rivoluzionaria  di  massa)  sotto  qualsiasi aspetto ed in qualsiasi momento storico si verifichi, perché è sempre strumento del potere». 



AMERICAN PIE – Don McLean

Tanto, tanto tempo fa

riesco ancora a ricordare come quella musica

mi faceva sorridere

E sapevo che se avessi avuto una possibilità

di far ballare quelle persone

forse sarebbero state felici per un po’

Ma febbraio mi fece venire i brividi

per ogni giornale che consegnavo

cattive notizie sulla soglia della porta

non avrei potuto fare un altro passo

Non ricordo se piansi

quando lessi della sua sposa ormai vedova

ma qualcosa mi toccò nel profondo

il giorno che la musica morì

Quindi arrivederci Miss American Pie

ho guidato la mia chevrolet fino all’argine ma era ormai asciutto

e quei vecchi bravi ragazzi stavano bevendo whisky

cantando “questo sarà il giorno in cui morirò

questo sarà il giorno in cui morirò”


L'uomo è un frammento della natura

L'uomo corazzato, bloccato nella sua rigidità meccanicista, produce dei pensieri meccanicisti, crea degli utensili meccanicisti e si fa un'idea meccanicista della natura. L'uomo corazzato che nonostante la rigidità biologica sente, senza comprenderle, le emozioni orgonotiche del proprio corpo, è un mistico. Non si interessa alle cose materiali ma a quelle spirituali. Elabora un'ideologia mistica, soprannaturale della natura.

L'uomo meccanicista e l'uomo mistico si muovono entrambi all'interno dei limiti e delle leggi mentali della loro civiltà piazzata sotto il segno di un confuso mescolarsi di macchine e di entità divine.

Non nego affatto l'esistenza di una vita psicologica inconscia perversa. Ai miei occhi, tuttavia, l'uomo fa parte del resto della natura. per questo la sua cattiveria s'integra in un sistema funzionale più vasto. Come tutte le altre funzioni più naturali, questo sistema ha un origine, una ragione, un fine. Poco importa sapere se l'uomo è profondamente buono o cattivo. La teologia morale non fa parte dei nostri obiettivi. Ci interessa, invece, il posto dell'uomo con le sue pulsioni buone e cattive nella natura tutta intera di cui esso è un frammento. 



giovedì 4 settembre 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XC

1973 

Muore in Inghilterra Alexander Sutherland Neill, celebre «educatore» anti-autoritario. Nato in Scozia nel 1883, di famiglia semi-proletaria, viaggiò in Europa, divenne amico dello psicanalista marxista «eretico» Wilhelm Reich e nel1924 fondò con la moglie una scuola, Summerhill, finalizzata alla felicità dei bambini. Studioso delle teorie di Reich, affermò di non essersene lasciato influenzare nel lavoro scolastico: ma dell'insegnamento di Reich assorbi profondamente l'impegno di lottare strenuamente perché venissero riconosciuti i diritti dei bambini, e in primo luogo il loro diritto a una sessualità naturale, non deviata, spontanea e felice. Punto di riferimento obbligato per la moderna pedagogia, Summerhill è diventata un fiore all'occhiello del sistema educativo britannico, che cerca di evitare attriti con la «scuola anarchica» per attribuirsi la fama di tollerante e liberale. Neill se ne era reso conto, ma la sua sfiducia nella politica dei partiti (era stato socialista in gioventù) lo portò sempre più a rinchiudersi nell'esperienza della sua scuola. Con tutti i limiti della separatezza, Summerhill ha il merito di avere avviato un discorso fondamentale sulla educazione infantile, mettendo in pratica le fondamentali scoperte di Wilhelm Reich sull'interconnessione tra infelicità sessuale e personalità gerarchica, autoritaria. In questo senso il pensiero e l'opera di Neill, sia pure ristretti sul piano sociale al campo della «sua» scuola (destinata inevitabilmente  a diventare un'isola felice in un mare di brutalità autoritaria) costituiscono indubbiamente un particolare esempio di prassi libertaria. Neill trascorse gli anni sempre più convinto che erano i bambini a «educare gli educatori» e che il bambino che non viene represso sessualmente, cresce sano, equilibrato, senza tare e ambizioni sbagliate. In questo senso Neill rappresenta la continuazione della figura tipica dell'intellettuale libertario britannico,  che dalle battaglie per i diritti civili ha allargato il suo campo  d'intervento all'educazione alla felicità, intesa come forma di difesa sociale dalla delinquenza, dalla violenza, dall'autoritarismo. Ha  scritto: Questa terribile scuola, Summerhill, Il  genitore consapevole, L'ultimo uomo al mondo e l'autobiografico Neill! Neill! Orange Peel (1972). 

- Gruppi libertari danno vita a Londra a esperienze scolastiche anti-autoritarie in quartieri disagiati e abitati dall'emigrazione di colore, incontrando vari ostacoli, più o meno palesi, da parte delle autorità britanniche. 


LA BALLATA DI UN SOLDATO – Grigorij Cuchraj

Nei 15 anni intercorsi tra la fine della seconda  guerra mondiale e l'uscita della Ballata di un soldato l'atteggiamento nei confronti  della guerra era a poco a poco mutato nei paesi che erano stati coinvolti nel conflitto. Da una  visione puramente eroica il cinema passò a prendere in esame gli aspetti avventurosi, sentimentali e umoristici o, più raramente, a considerare  il lato etico della  tragedia bellica. Nell'Unione Sovietica questa  evoluzione venne artificiosamente rallentata da Stalin, il cui dogma  'qualità, non  quantità'  significava  in pratica che solo le sceneggiature di suo  gradimento  potevano  raggiungere gli schermi: quindi  la guerra poté  essere rappresentata  (a  parte alcune ottime eccezioni) solo  come stolida ricostruzione di battaglie e di scontri militari. Nel 1953, anno della morte di Stalin, la produzione cinematografica si era ormai  praticamente arenata. Il disgelo politico riportò in luce fermenti culturali  rimasti lungamente repressi:  vecchi registi con sceneggiature da lungo progettate e giovani diplomati della VGIK  (la scuola di cinematografia  moscovita) erano ansiosi  di mettersi al lavoro. Il cinema sovietico fu percorso da una ventata d'aria  fresca e dalla volontà di affrontare  con  un approccio più personale i film di tutti i generi, compresi quelli di guerra. Tra i cineasti di talento che si fecero strada in questo  periodo  c'era Grigorij Cuchraj,  che aveva studiato alla VGIK con registi del calibro di Sergej
Jutkevic e di  Michail  Romm. Il suo primo film, Il quarantunesimo (Sorok  pervyj, 1956),vinse il premio speciale della giuria al festival internazionale di Cannes. Remake del famoso film muto di Jakov  Protazanov,  era imperniato  sul dissidio interiore di  una giovane  partigiana che durante la guerra  civile s'innamora di un soldato bianco. Due anni più tardi, Michail  Kalatozov  affascinò il mondo intero con Quando volano le  cicogne (Letjat Zuravli, 1958). Restando nel contesto di  un'accattivante storia  d'amore in tempo di guerra, il regista si servì molto più audacemente che nel Quarantunesimo del tema dell'amore che  si scontra con la guerra e spazzò  via una quantità di vecchi tabù toccando  episodi di vigliaccheria, di corruzione e di diserzione. Il film si aggiudicò molti premi internazionali e rappresentò una svolta nella cinematografia di guerra. Con La ballata di un soldato, il suo secondo  film,  il più elegiaco Cuchraj seguì la strada aperta in modo così brillante da Kalatozov. Realizzato nei teatri di posa di Mosca e  in esterni a Vladimir, La ballata di un soldato si apre con una sequenza terrificante e tecnicamente brillante in cui Alesa, il giovane soldato che combatte in prima linea, viene inseguito  dai carri armati. E l'unica scena di battaglia del film: da questo momento il  soggetto sarà sviluppato in una serie di episodi collegati al viaggio di Alésa e avrà  come tema gli effetti della guerra sulla vita degli individui.  Alésa diventa un eroe più per caso che per intenzione. Giovane di campagna,  di buoni sentimenti, egli chiede una licenza, al posto della medaglia che gli è offerta in premio, poiché  vuole tornare al paese a salutare la madre e a riparare il tetto di casa. Durante il suo lungo e movimentato viaggio attraverso la Russia devastata dalla guerra, fra
tragedie, infedeltà, lealtà, speranze, delusioni e amore, egli riesce a conservare una sorta d'ingenua innocenza,  in ciò simile più ai personaggi delle leggende russe che a un vero soldato di una vera guerra. La gente che egli incontra sulle strade  e sui treni è riccamente caratterizzata, e il film è pieno di minute e  preziose osservazioni che illustrano come le debolezze e le preoccupazioni  di ogni giorno vengono ingigantite dalla guerra. I vari episodi che concorrono a dar corpo alla storia sono ispirati alle esperienze dello stesso Grigorij Cuchraj (che combattendo con i paracadutisti era rimasto ferito ben cinque volte) e del suo cosceneggiatore Valentin Ezov, che aveva combattuto in Marina. Gli interpreti principali - a quell'epoca entrambi studenti - sono perfetti. Vladimir Ivagev, scelto tra più di settanta attori per la parte di Alèsa, studiava recitazione alla VGIK, mentre Sanna Prochorenko, che interpreta Sura, era allieva del Teatro dell'arte di  Mosca. Il film è al tempo stesso comico e commovente, specialmente nelle scene delle accoglienze e dei commiati sulle banchine delle stazioni ferroviarie (caratteristica, questa, ricorrente nel cinema  sovietico, e forse risalente alla 'Anna Karenina' di Tolstoj). I mutamenti d'atmosfera sono sottolineati dalla splendida fotografia di paesaggi mossi, affollati di autocarri e di treni stracarichi, e un'ulteriore vena di pathos nasce dalla consapevolezza che forse Alèsa non sopravvivrà alla guerra. La semplicità e la trasparenza della Ballata di un soldato conquistarono il pubblico  sia in patria sia all'estero e il film fu uno degli ultimi e migliori esempi della tendenza al 'realismo romantico'  della cinematografia di guerra sovietica degli Anni Cinquanta, annunciando quella più aspra e approfondita ricognizione del tema della guerra che si sarebbe sviluppata nel decennio seguente.



Lasciar fluire la mente

E' necessario troncare la catena di proiezioni della mente, che continua interrotta per tutto il giorno, imparando a fermare l'attività dell'intelletto. Questo significa fermare non solo i pensieri mondani, ma anche il pensiero religioso o filosofico. Nel momento della contemplazione anche l'analisi del sentiero diventa un ostacolo. Dobbiamo imparare a lasciare fluire la mente, "mollando la presa" del nostro io e creando in tal modo spazio e apertura mentale.

Abbiamo dei problemi perché non lasciamo mai la presa del nostro ego, ne materialmente ne spiritualmente, questo è il problema.

Ogni esperienza ogni momento di consapevolezza, non interpretateli come buono o cattivo. Se imparate a non discriminare, allora iniziate veramente ad apprendere. Dovete smettere di recitare il vostro solito mantra: "buono, cattivo, buono, cattivo, buono, cattivo".

Questa incessante conversazione mentale è ciò che si definisce visione dualistica. Se anche per alcuni minuti al giorno imparate a fermare la vostra mente, creando dello spazio al suo interno, vivrete in modo più naturale, sarete più in contatto con madre terra, e questo è già sufficiente.

Meditazione significa semplicemente essere consapevoli e mantenere tale consapevolezza, in modo continuo. 


giovedì 7 agosto 2025

giovedì 31 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXIX

1972 

5 maggio - A Pisa, in uno scontro tra giovani extraparlamentari e forze di polizia, viene ridotto in fin di vita il giovane anarchico Franco Serantini. Il ragazzo, orfano dei genitori, era cresciuto nella miseria e nella brutalità delle pubbliche istituzioni; soltanto in un raggruppamento anarchico, cui si era accostato di recente, aveva trovato amicizia e calore umano. Arrestato e interrogato in carcere alla presenza del difensore d'ufficio dott. Cariello, viene praticamente lasciato  morire nella cella nonostante lamenti dolori alla testa e implori un medico. Svanito il tentativo di sotterrarlo di nascosto, scoppia, per interessamento delle sinistre extraparlamentari di Pisa, il “caso Serantini”.  Le forze di polizia verranno accusate di avere massacrato il giovane anarchico; la magistratura e l'autorità carceraria, di non avere  provveduto al suo ricovero  in ospedale nonostante le palesi gravissime condizioni. 


 

CANNA SEPIARIA

Nome  botanico Phragmites australis. Famiglia Poaceae. Nomi  comuni Canna sepiaria, cannuccia di palude.

Descrizione botanica e habitat: pianta erbacea perenne alta 1-4 m;   fusto eretto, con rami ascendenti; foglie grigio-verde, un anello di peli prende il posto della ligula; fiori in panicolo molto lungo con numerose spighette violetto scuro con 4-6 fiori, peli setosi alla base del fiore; frutto come cariosside; semi sottili, con setola, bruni. Fiorisce da giugno a ottobre. Cresce in canneti al bordo di fiumi, in acque profonde fino a 2 m, pascoli di altura, campi umidi coltivati e boschi umidi  (0-1200 m). Comune, spesso piantata per stabilizzare il suolo di argini di fiumi, ruscelli e laghi. 

Dati etnobotanici: era una pianta già nota nell'antico Egitto come fonte di materiale da costruzione. In quel contesto, sarebbe stata rappresentata in pitture murali e probabilmente in geroglifici. E citata da Dioscoride, Teofrasto e Plinio il Vecchio. In passato, si beveva un prodotto fermentato a base di semi. Per gli Indiani Navajo del Nord America, si tratta di una pianta a uso rituale, di un oggetto rituale esso stesso, legata a un episodio mitico in cui l'umanità fu salvata da una grande inondazione. Oggigiorno, si impiega come analogo dell'ayahuasca, combinando la radice con ruta siriaca. Nella tarda antichità, si usava in impacco con cipolle per togliere spine e schegge. Si pensava inoltre, che curasse slogature e dolori. In Europa, è usata come diuretico. Gli Indiani Navajo ne bevono il the per problemi di stomaco e malattie delta pelle. Si impiega anche il decotto contro eccesso di muco, tosse e dolori polmonari. 

Fitochimica: Contiene DMT, 5-Me0-DMT, bufotenina e gramina. Potrebbe essere infestata da Claviceps purpurea e Claviceps microcephala. 

Effetti: Allucinogena  e visionaria, come analogo dell'ayahuasca. Potrebbe allucinogena e visionaria per la presenza di alcaloidi dell'ergot da C purea ed eventualmente da C. microcephala.


L'eguaglianza sociale


Dal punto di vista anarchico si realizza veramente la libertà individuale solo attraverso il completo dispiegamento dell’uguaglianza sociale e si realizza veramente l’uguaglianza sociale solo attraverso il completo dispiegamento della libertà individuale. Insomma, si afferma che per realizzare l’uguaglianza bisogna far leva sulla libertà, per realizzare la libertà bisogna far leva sull’uguaglianza. Per attuare l’una far leva sull’altra, vuol dire portare fino in fondo i loro presupposti, ma per attuare i presupposti di entrambe occorre accettarne del tutto le conseguenze. L’anarchismo, in altri termini, rinfaccia al liberalismo di essere una dottrina parziale della libertà e al socialismo di essere una dottrina parziale dell’uguaglianza. La parzialità consisterebbe nel fatto che tutte due queste dottrine intendono realizzare i loro principi facendo dipendere temporalmente i due valori, nel senso che prima si dà corso all’uno poi all’altro, laddove l’anarchismo ritiene che solo nell’attuazione della loro contemporaneità stia proprio il segreto della loro riuscita.



giovedì 24 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVIII

1971 

24 gennaio - In un memorabile incontro gli operai di Stettino in sciopero chiedono al nuovo primo ministro polacco, Gierek, l'abolizione dei metodi burocratici nel sindacato e nel partito, l'abolizione degli aumenti dei prezzi alimentari, la punizione dei servizi di sicurezza responsabili della repressione anti-operaia. Gli scioperanti impongono a Gierek e ai suoi ministri di inchinarsi davanti ai nostri mort», che la stampa aveva  precedentemente definito con  il  termine di e «teppisti». 

1-4 agosto - A Parigi, si riunisce clandestinamente un congresso internazionale delle Federazioni anarchiche. 

Novembre - II periodico "Guerre de  Classes"  (Tours 1971-72) diventa l'organo della Organisation Cammuniste Libertaire, nata dalla fusione tra il Mouvement Communiste Libertaire e alcuni gruppi dell’Organisation Révolutionnaire Anarchiste del Sud della Francia. Ne fa parte tra gli altri anche Georges Fontenis che col Manifeste  du Communisme libertaire lanciato a Parigi nel 1953 aveva sostenuto l’esigenza di un'organizzazione più centralizzante e vincolante e di un'analisi più rigorosa in sostituzione del tradizionale umanismo retorico e dell'autonomia associativa. Fontenis, che è rimasto molto colpito dal nuovo modello rivoluzionario «di massa»  del Maggio, è ritornato a un certo anticentralismo, senza rinunciare peraltro al tentativo di rinnovare i contenuti  fondamentali dell'anarchismo con analisi economico-sociali che tengano conto della lezione marxista. In questo tentativo di vivificare il marxismo con gli aspetti positivi del neo-spontaneismo  del  1968-1969 e con certe acquisizioni di fondo del pensiero comunista eretico, l'anarchismo francese mette a frutto  l'influenza innovatrice del marxista libertario Daniel Guérin, che è il direttore della nuova  serie di "Guerre  de classes". 


 

LIBERARE LO SPAZIO


Liberare lo spazio da questa innaturale sovrapposizione è il compito di una geografia che voglia essere anarchica. Natura contro storia significa spazio contro Stato, armonia tra uomo e natura significa, invece, spazio riconciliato con la storia. E questa è esattamente, per Reclus, la società anarchica: la riorganizzazione. senza autorità, dello spazio. La disarticolazione della logica gerarchica che irregimenta il territorio statale deve avvenire individuando i gangli politici, militari ed economici che costituiscono le basi stesse del "sistema nervoso" del dominio. Liberato lo spazio dalla sovrapposizione autoritaria dello Stato, e quindi dai suoi rapporti di forza del tutto innaturali, gli uomini dovranno organizzare la società secondo quella unica "legge" che legittima un'osservanza universale: la legge di natura.

Ma poiché. come abbiamo visto, la natura si modifica nel tempo a causa dell' azione umana (è, appunto, la Storia che interviene sullo spazio), allora occorre trovare una sintesi tra queste due istanze, sintesi capace di riportare il sociale all' interno del naturale. La via indicata da Reclus parte dall' idea federalistica della aggregazione spontanea delle comunità umane. In altri termini, lo spazio viene riorganizzato senza l'intervento dell' autorità perché gli uomini che vi abitano non hanno bisogno di coercizioni per vivere, visto che, «ad onta della violenza, la natura tende a rimettere ciascun popolo dentro i confini naturali». Confini, beninteso, che non hanno nulla a che fare con quelli rivendicati dalle varie culture nazionalistiche e patriottiche; questi confini, infatti non esistono in natura, come invece pretendono tali ideologie.





La rivoluzione non possiamo farla da soli

Poiché la rivoluzione non possiamo farla da soli, cioè non possiamo colle sole nostre forze attirare e spingere all’azione le grandi masse necessarie alla vittoria, e poiché anche aspettando un tempo illimitato le masse non potranno diventare anarchiche prima che la rivoluzione sia incominciata, e noi resteremo necessariamente una minoranza relativamente piccola fino al giorno in cui potremo cimentare le nostre idee nella pratica rivoluzionaria, negare il nostro concorso agli altri ed aspettare per agire di essere in grado di farlo da soli, sarebbe in pratica, e malgrado le parole grosse e i propositi radicali, un fare opera addormentatrice, ed impedire che si incominci colla scusa di volere con un salto arrivare di botto alla fine. Noi non vogliamo aspettare che le masse diventino anarchiche per fare la rivoluzione, tanto più che siamo convinti che esse non lo diventeranno mai se prima non si abbattono violentemente le istituzioni che le tengono in schiavitù. Credo che l’importante non sia il trionfo dei nostri piani, dei nostri progetti, delle nostre utopie, le quali del resto hanno bisogno della conferma dell’esperienza e possono essere dall’esperienza modificate, sviluppate ed adattate alle reali condizioni morali e materiali dell’epoca e del luogo. Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini perdano gli istinti e le abitudini pecorili, che la millenaria schiavitù ha loro inspirate, ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Ed è a questa grande opera di liberazione che gli anarchici debbono specialmente dedicarsi.




giovedì 17 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVII

1970 

Giugno - Già attivi da alcuni mesi nel panorama della contestazione  giovanile olandese, i Kabouters (o Goblins), con un programma di tipo riformistico ravvivato da iniziative di tipo inventivo, sanno risvegliare l'immaginazione della popolazione di Amsterdam al punto che nelle elezioni municipali riescono ad avere 5 consiglieri su 45. Un anno dopo i due gruppi storici dell'anarchismo olandese (anarcosindacalisti e anarcoindividualisti) formeranno la Federazione anarchica olandese, in cui entrerà anche la redazione del mensile "De Kabouter Kraut". 

- Numerosi militanti, espulsi dal  MLE (Movimento libertario spagnolo) per atteggiamento critico, formano una commissione per organizzare un secondo movimento anarchico, che ha come organo di stampa "Frente libertario", mentre il MLE, «piattaformista», continua a pubblicare a Toulouse (Francia meridionale) il giornale "Espoir". 

14 dicembre - Inizia la rivolta  operaia nei cantieri di Gdansk (Danzica) e Stettino. Gli scioperi spontanei della base nei cantieri navali del Baltico, «scioperi selvaggi» come quelli dell'Occidente, avvengono al grido di «Potere  operaio». Essi minano il tradizionale edificio sindacale, strumento di controllo statale. Gli operai si battono contro la milizia e costringono il governo a trattare direttamente coi lavoratori, nelle fabbriche. 



I-Feel-Like-I’m-Fixin’-To-Die Rag – Country Joe and The Fish


Datemi una F!

F!

Datemi una U!

U!

Datemi una C!

C!

Datemi una K!

K!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!

Cos'è che viene fuori?

FUCK!


Sù, venite, voi forzuti,

lo zio Sam ha di nuovo bisogno di voi,

s'è ficcato in un terribile casino,

laggiù in Vietnam,

insomma, buttate i libri e pigliatevi un fucile,

ci si divertirà un monte!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Forza, Generali, sbrigatevi,

la vostra grande occasione è finalmente arrivata,

sguinzagliatevi e pigliate quei rossi,

c'è un solo comunista buono: quello morto!

E voi lo sapete bene che la Pace potrà essere conquistata

solo quando li avremo spediti tutti a quel paese.


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Ah!


Sù, Wall Street, non rallentare,

perché mai? qui c'è guerra a volontà,

c'è un sacco di bei soldi da fare

rifornendo l'esercito degli strumenti del mestiere!

Sperate solo e pregate che, se sganciano la Bomba,

la sgancino sui Vietcong!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


Suvvia, mamme di tutto il Paese,

mandate i vostri ragazzi in Vietnam,

suvvia, babbi, non esitate,

spediteli prima che sia troppo tardi:

fate in modo, via, di essere i primi nel vostro palazzo

ad accogliere vostro figlio che torna a casa in una cassa!


E un due tre

ma si combatte per che?

Non chiederlo a me, m'importa una sega,

prossima fermata: Vietnam!

E cinque sei sette

spalancate le porte del cielo,

non c'è neanche il tempo di chiedersi che cazzo succede,

yu-uuuu! si muore!


LA TECNOLOGIA

La tecnologia è l'incarnazione della società, di ogni società in ogni epoca. Nella tecnologia si possono leggere le priorità e i valori che in una società sono dominanti. Gli odierni sistemi tecnici esprimono qualità ed efficienza, distanziamento, una certa freddezza, inflessibilità, dipendenza dagli esperti. Qualcosa di umano viene fuori, ma che è stato ridefinito da un ambiente sempre più tecnologico. Comunità? Comunità virtuale. Non ci sono più valori comuni quando la comunità reale è stata erosa fino a quasi scomparire.

Per rendere chiaro il contrasto: i semplici attrezzi esprimono qualità come vicinanza, flessibilità, autonomia, specialmente quando ognuno può costruire l'attrezzo. La dipendenza da esperti o tecnici è minima se non assente.

Un altro aspetto della NON neutralità della tecnologia è la sua origine. Da dove proviene? I marchingegni sembrano tutti puliti e lucenti, come se fossero discesi fluttuando dal cielo, mentre invece si basano - tutto in essi si basa - sulla INDUSTRIALIZZAZIONE.




giovedì 10 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXVI

1970 

Ronald Laing e David Cooper ricevono un ordine di evizione, che in pratica li caccia da Kingsley Hall, ove avevano fondato qualche anno prima una comunità «antipsichiatrica» aperta, ove «pazzi» e «psichiatri » vivono assieme su un piano di uguaglianza. Nato a Glasgow nel 1927, medico psicanalista, Laing nel 1958 ha iniziato un lungo studio sulle famiglie dei cosiddetti schizofrenici, in collaborazione con A. Esterson, scoprendo le radici sociali della follia. Dal 1962 al 1966 aveva diretto con Cooper il «padiglione 21» al centro psichiatrico di Shenley, Londra, che trasformato in «villa» aperta, autogestita dai pazienti, infermieri, medici, aveva liberato numerosi malati dalla prigione mentale: ciononostante Cooper, direttore del padiglione, nel '66 era stato cacciato dalle autorità. Il pensiero e l'esempio di Cooper e Laing mettono in crisi il «manicomio », sia tradizionale sia moderno, e gli aspetti più sclerotizzati del freudismo. Il messaggio antiautoritario, esistenzialista e ricco di «amore» di Laing ha grande eco anche in Italia, in Europa, in America. Dagli Stati Uniti giungono a Londra a collaborare con Laing, tra gli altri, Joseph  Berke e Morton Shatzman. Lentamente, con una spaccatura che si andrà acuendo negli anni successivi, cresce nel paese il disagio per la versione ufficiale sui morti di  Milano. Come la persecuzione del capitano ebreo Dreyfus divise la  Francia in colpevolisti e innocentisti, cosi il caso Pinelli, il caso Valpreda, il caso degli anarchici spaccano in due l'Italia con una passione che non è dei soliti casi giudiziari. Settori sempre più ampi della sinistra anche riformista accusano la polizia di avere occultato prove decisive e di avere una precisa responsabilità nella morte di Pinelli, la cui vedova, respingendo la versione ufficiale del suicidio, inizia una coraggiosa battaglia per accertare le vere cause del decesso e per eliminare ogni ombra di dubbio sull'integrità morale di un lavoratore, il cui ricordo si sta configurando come quello di un nuovo martire degli ideali anarchici. Si viene chiarendo cosi, nelle battaglie di tribunale e di strada, nel dibattito apertosi nella società, la «logica della svolta» impressa dal potere alle tensioni del biennio 1968-69. Vengono a poco a poco sotto gli occhi di tutti i meccanismi più arretrati del potere statale, inquisitoriale e repressivo, in primo luogo quell'universo carcerario che costituisce una vergogna per ogni società civile.


    


IL CIELO È DI TUTTI - Gianni Rodari

Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi

di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,

del re, dell’ortolano,

del poeta, dello spazzino.

Non c’è povero tanto povero

che non ne sia il padrone.

Il coniglio spaurito

ne ha quanto il leone.

Il cielo è di tutti gli occhi,

ed ogni occhio, se vuole,

si prende la luna intera,

le stelle comete, il sole.

Ogni occhio si prende ogni cosa

e non manca mai niente:

chi guarda il cielo per ultimo

non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti,

perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.


La Libertà

Io posso dirmi e sentirmi libero solo in presenza degli altri uomini ed in rapporto a loro. Io stesso sono umano e libero soltanto nella misura in cui riconosco la libertà e l’umanità di tutti gli uomini che mi circondano. Sono veramente libero solo quando tutti gli esseri umani, uomini e donne, sono egualmente liberi. La libertà di ogni individuo è infatti soltanto il riflesso della sua umanità. La libertà degli altri, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà altrui, così che più numerosi sono gli uomini liberi – e più profonda e più ampia è la loro libertà -, più estesa, più profonda e più ampia diviene la mia libertà. Si realizza la libertà illimitata di ognuno per mezzo della libertà di tutti. Confermata dalla libertà di tutti, la mia libertà si estende all’infinito”. (Michail Bakunin) 



giovedì 3 luglio 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXV

1969 

16 dicembre - In un affrettato confronto, il tassista milanese Rolandi riconosce in Pietro Valpreda il misterioso individuo che si sarebbe fatto trasportare sulla sua autovettura per 135 metri nel convulso traffico del centro di Milano per andare a depositare la bomba il pomeriggio del 12 dicembre. Valpreda, sconcertato, si sente dire dal giudice Occorsio: «Noi le contestiamo 14 morti e cento feriti». Verso la mezzanotte di martedì 16 dicembre la cella d'isolamento n. 32 del carcere di Regina Coeli, a Roma, si richiude alle spalle di Pietro Valpreda, mentre sui giornali scoppia l'isterismo anti-anarchico. Valpreda verrà tenuto in cella d'isolamento per 38 giorni, senza una notizia dal mondo esterno, senza un libro, un giornale, una voce, con una lampadina accesa notte e giorno sulla testa, e il freddo, la puzza e il vitto immondo. Comincia cosi il caso Valpreda, legato alla strage di Milano. Mentre vengono arrestati gli altri giovani componenti del circolo 22 Marzo e le vittime dell'attentato  salgono a 16, la sinistra italiana subisce l'iniziativa dell'apparato statale e sulle prime non sa replicare alle accuse. Soltanto parte della sinistra extraparlamentare reagirà nei primi mesi del 1970 con cortei e manifestazioni in favore degli anarchici arrestati, e denunciando nella «defenestrazione » di Pino Pinelli un nuovo crimine di Stato. Pinelli diventa cosi la diciassettesima vittima di quella che viene definita la «strategia della tensione», il tentativo cioè di reagire col terrorismo alle richieste operaie e studentesche maturate negli anni 1968 e 1969 nelle fabbriche, nelle scuole e nella società civile. Valpreda farà tre anni di carcere in attesa di processo sulla sola «prova» della incredibile corsa in taxi per pochi metri; il misterioso tassista morirà di crepacuore, gli anarchici più giovani, Roberto Gargamelli, Roberto Mander, Emilio Bagnoli, Emilio Borghese e altri saranno imprigionati, perseguitati in Italia e all'estero. Soltanto dopo che un'avanguardia di militanti extraparlamentari, di borghesi illuminati, di avvocati della sinistra avrà fatto riaprire il caso, le indagini andranno nella direzione fascista, giungendo a individuare gravissime responsabilità dei settori più reazionari della politica italiana, in un intreccio fitto di rapporti tra la destra eversiva e i corpi speciali dello Stato. 


TRASH - Stephen Daldry


Sotto il cielo di Rio de Janeiro, tra cumuli di rifiuti e palafitte in bilico su acqua sporca, tre giovani amici, condannati alla miseria più oscura, minacciati dalla violenza della polizia, abituati a guadagnarsi da vivere scavando nell’immondizia, non hanno mai perso il senso dei valori di fondo, l’amicizia, la fede, la giustizia. Per questo, quando un portafoglio salterà fuori dalla discarica e un poliziotto molto pericoloso farà sapere che c’è una ricompensa per chi riesce a trovarlo, Rafael (Rickson Tevez), Gardo (Luis Eduardo) e Rato (Gabriel Weinstein) capiranno subito che la cosa più importante non è mettere le mani su quei soldi, ma risalire al proprietario, scoprire il suo segreto, ricostruire il mosaico di una storia misteriosa. Il regista decide di impacchettare, sotto forma di fiaba, la rivoluzione necessaria che parte dal basso, che parte dal popolo, ponendo la responsabilità utopica del cambiamento nelle mani dei tre giovani protagonisti, affiancati dalla figura di un missionario interpretato da Martin Sheen e dalla sua giovane volontaria, Rooney Mara, inconsciamente inserita nel loro piano. “Trash è un film sulla povertà e la corruzione. Un film sulla fede, la giustizia, l’amicizia e la speranza. I nostri tre protagonisti sono una fonte inesauribile di ottimismo. Hanno definito il tono, il linguaggio e il senso dell’umorismo del film stesso”. 

Tra denuncia e vitalismo, alternando scene forti, come quelle dell’arresto e della tortura del ragazzo che ha trovato il portafoglio, a inseguimenti acrobatici con i protagonisti che si muovono nei bassifondi di Rio con la magnifica leggerezza del ballerino Billy Elliot, Daldry costruisce un’odissea che da una parte rievoca la cronache più crude sui «meninos de rua», dall’altra si rifà alla tradizione magica delle novelle sudamericane: «Non credo che con il mio film contribuirò a cambiare il mondo e tantomeno che, come qualcuno mi chiede, questa storia avrà dei riflessi sulle elezioni brasiliane. Sui modi brutali delle forze dell’ordine e su certe condizioni di vita, si è molto parlato e i cineasti brasiliani hanno realizzato film e documentari». Girando Trash Daldry voleva testimoniare «il senso di moralità profondamente radicato, nonostante tutto, in questi ragazzi. Durante le riprese abbiamo cercato di costruire una struttura in cui si potessero muovere, esprimendo la loro fiducia e la loro speranza nella possibilità di trasformazione del Paese».





Lo Spirito Anarchico

L'anarchia, «è un' aspirazione umana, che non è fondata sopra nessuna vera o supposta necessità naturale, e che potrà realizzarsi secondo la volontà umana». Questa «aspirazione umana» si pone oltre ogni valenza razionale e teoretica perché deriva da «un sentimento, che è la molla motrice di tutti i sinceri riformatori sociali, e senza del quale il nostro anarchismo sarebbe una menzogna o un non senso. Questo sentimento è l'amore degli uomini, è il fatto di soffrire delle sofferenze altrui».

«Per spirito anarchico intendo quel sentimento largamente umano che aspira al bene di tutti, alla libertà ed alla giustizia per tutti, alla solidarietà ed all'amore fra tutti».

Detto in altri termini, l'anarchismo è prima di tutto un' etica che va al di là di ogni spiegazione razionale perché «è nato dalla rivolta morale contro le ingiustizie sociali». In quanto aspirazione umana verso la libertà universale, si pone oltre la necessità naturale, come ogni altra necessità storica o scientifica. L'anarchia infatti è una costruzione culturale e il concetto di libertà ne è la massima espressione, nel senso che testimonia la valenza tutta precaria e volontaria di tale conquista: «la libertà non si conquista e non si conserva se non attraverso lotte faticose e sacrifici crudeli, la libertà piena e completa è certamente la conquista essenziale, perché è la consacrazione della dignità umana».

giovedì 26 giugno 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXIV

1969 

Nasce in Francia il Mouvement Communiste Libertaire, dall'incontro tra un gruppo dell'ex Fédération Communiste Libertaire,della Jeunesse  Anarchiste Communiste e del Groupe Action di Tours. 

1-2 novembre - Al convegno della FAI a Carrara duri scontri tra situazionisti e tradizionalisti, tra l'anarchismo dell'anziano Mario Mantovani e i «reichiani» di Napoli. L'«anziano» Gino Cerrito accusa i situazionisti di essere  borghesi teorici del classismo marxista. 

12 dicembre - Poco prima delle16 scoppia una bomba nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, a pochi passi da piazza del Duomo. Le prime notizie di cronaca parlano di 14 morti e di feriti gravissimi. L'attentato s'inquadra nel clima di tensione generato dall'autunno caldo (resistenza padronale alle richieste operaie, scadenza dei contratti di lavoro, metodi di lotta ripresi dal Maggio francese, unità studenti-operai) e viene interpretato come l'inizio della reazione alla fase contestatrice aperta nel 1967-68. Nella stessa giornata esplode una bomba anche a Roma, all'Altare della Patria, senza provocare vittime. Notte tra il 15 e il 16 dicembre «Cade» dal quarto piano della Questura centrale di Milano l'anarchico Giuseppe Pinelli, ferroviere di 42 anni. Il «suicidio» della notizia ufficiale scatena dopo un primo momento d'incertezza vivissime polemiche. Trattenuto illegalmente in stato di fermo per tre giorni e sottoposto a interrogatorio in merito all'attentato di piazza Fontana, Pinelli, secondo la versione della polizia, vistosi scoperto, si sarebbe lanciato dalla finestra gridando: «Questa è la fine dell'anarchia!». La grottesca versione non convince, come non convince il tentativo di addossare agli anarchici il sanguinoso  attentato. Viene fermato, intanto, il 15 dicembre, un altro anarchico  milanese, Pietro  Valpreda, di qualche anno più giovane di  Pinelli. Valpreda, che aveva fondato a Roma il circolo 22  Marzo, viene trasportato in quella città. Da parecchi mesi il movimento anarchico subisce interrogatori e intimidazioni da parte della polizia e della magistratura in quanto ritenuto colpevole di esplosioni  avvenute a Milano alla Stazione Centrale e alla Fiera Campionaria il 25 aprile 1969, e che successivamente si riveleranno invece di matrice fascista. 


Alexander Skrjabin

Nato da una famiglia aristocratica, all'età di un anno perse la madre, una pianista, morta di tubercolosi. Alexander Skrjabin  è stato un visionario spesso ai limiti dell'allucinazione, completamente affascinato da esoterismo e teosofia. Per comprendere la portata della sua geniale fantasia, basta osservare la prima stesura del testo poetico e i molti schizzi preparatori che il musicista russo ha lasciato alla morte per Misterium, un'opera che avrebbe dovuto essere eseguita in un tempio emisferico sull'Himalaya per celebrare "la nascita di un nuovo mondo", con una grandiosa sintesi religiosa di tutte le arti: suoni, danze, luci, profumi, colore e poesia. Una teoria sostenuta da questo stesso autore poneva in stretta relazione i colori alle note musicali: lui stesso suonava addirittura su una tastiera per luci con i tasti opportunamente colorati di tinte diverse, intrecciando melodie al di fuori del senso comune, lasciandosi trascinare da questo o quel colore e non dalla nota in sé. L'amalgama di colori, texture e suoni che nelle sue composizioni attirano o allontanano l'ascoltatore è quello che lui stesso e la sua musica lo distinguono dagli altri: il suo DNA rinchiuso in quegli accordi atonali tonica-dominante che annullano la dicotomia modale maggiore-minore. La musica di Skrjabin conteneva estasi. Egli sosteneva che la fine del mondo sarebbe stata una orgia universale, voleva unire tutta l'umanità attraverso queste composizioni, una orgia di colori e suoni la Omni-Art, voleva eseguire un progetto multimediale sulle cime dell'Himalaya di sette giorni chiamata Mysterium. Nelle sue composizioni riesce a  far emergere la disordinata energia creatrice di un genio in perpetua agitazione, e che può passare da pagine di grottesca schizofrenia contrappuntistica (ad esempio la Nona sonata) a malinconiche evocazioni di paesaggi gotici che possono nascondere persino un castello medievale (la Terza sonata). Era una persona con diverse visioni del mondo ed è stato considerato uno dei principali compositori simbolisti russi a causa delle sue armonie insolite. Era un musicista mistico con influenze spirituali, sviluppò strutture musicali originali e armonie inusuali all'epoca. Skrjabin era tra i compositori più innovativi e più controversi del suo tempo, tra follia e genialità, la sua intera fisionomia spirituale e coscienza era condizionata dal satanismo, voleva portare gli elementi diabolici alla luce del giorno per sottoporli alle leggi della bellezza e della proporzione. Nel 1915 si ammalò a causa di una puntura d'insetto sul labbro superiore sotto i baffi. Per ovvie ragioni dell'epoca, i medici operarono con diverse incisioni, causandogli una infezione da streptococco stafilococco, avvelenamento del sangue. Si spense il 27 aprile 1915 all'età di 43 anni di setticemia.


Le strutture statali creano oppressione

Bakunin critica la visione mazziniana dello Stato in quanto forma di teologia politica: il suo progetto rivoluzionario non consiste nella semplice divisione tra Stato e Chiesa, ma nel loro annullamento in quanto entità dominatrici sulle masse popolari.

Le strutture statali creano oppressione, sono contrarie alla natura dell'uomo che non può fare a meno di vivere insieme agli altri suoi simili, essendo un essere sociale. Bakunin mira alla costituzione del comune popolare, in cui ogni cittadino sia libero di esprimere se stesso e le proprie qualità, contribuendo al libero progresso della collettività.

Sono questi i principi che l'anarchico russo ha sottolineato nel 1866 a Ginevra, in occasione del Congresso Internazionale dei lavoratori: "Distruggere l'influenza di ogni dispotismo in Europa, mediante l'applicazione del diritto di ogni popolo, grande o piccolo, debole o potente, civile o non civile, di disporre di se stesso e di organizzare spontaneamente, dal basso in alto attraverso la via di una completa libertà, al di fuori d'ogni influenza e d'ogni pretesa politica o diplomatica, indipendentemente da ogni forma di stato, imposta dall'alto in basso, da un'autorità qualunque, sia collettiva, sia individuale, sia indigena, sia straniera, e non accettando per basi e per leggi che i principi della democrazia socialista, della giustizia e solidarietà internazionale".

giovedì 19 giugno 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXIII

1968 

I tempi del Maggio

27 giugno 

- Sul fondamento partecipazionista dell'autogestione si accendono discussioni in tutto il mondo. Su questa rivendicazione, parola d'ordine del Maggio, convergono i cattolici del dissenso,  diverse forze minoritarie di sinistra, oltre ai gruppi anarco-sindacalisti (che in Francia attaccano, da sinistra, la linea salariale della CGT), anarchici (in omaggio alla tradizione consiliare) e situazionisti, che cercano di immettere una tensione immaginifica nel «lavoro politico», che lentamente torna a farsi stagnante e dominato dagli apparati burocratici, in ripresa dopo il Maggio che li ha colti di sorpresa. 

- Gruppi neo-anarchici sorgono in tutta Europa e nel mondo occidentale nel corso del 1968-69, per iniziativa soprattutto di giovani attratti dal successo del 22 Marzo e in segno di protesta contro l'«immobilismo retorico» degli anziani. Nel contempo in tutti i gruppi della sinistra vecchia e nuova e nel movimento del dissenso cattolico si diffondono le parole d'ordine libertarie pubblicizzate dal Maggio, e la prassi dei comitati di collegamento studenti-operai. La repressione non si fa attendere: negli Stati Uniti durante scontri nei campus universitari vengono uccisi 2 studenti nello Stato di Jackson, 4 nello Stato di Kent; chiude il '68 lo spaventoso massacro  di Tlatelolco (Città di Messico), in cui ai primi di ottobre vengono uccisi 325 studenti che manifestano pacificamente. 

- Si costituisce nell'autunno a Carrara (Italia) l'Internazionale delle Federazioni anarchiche, per iniziativa della FAI di Carrara, del MLE-CNT spagnolo, della FACB (bulgara), della francese Organisation Révolutionnaire Anarchiste (ORA) e della Federación Anarquista Comunista d'Occitania (FACO), che praticano tutte la norma della responsabilità collettiva. Sotto l'influenza delle componenti più attive dell'IFA anche la FAI finisce per accettare in pratica il postulato organizzativo del «piattaformismo».  


VI È UN PIACERE NEI BOSCHI INESPLORATI - George Gordon Byron

Vi è un piacere nei boschi inesplorati

e un’estasi nelle spiagge deserte,

vi è una compagnia che nessuno può turbare

presso il mare profondo,

e una musica nel suo ruggito;

non amo meno l’uomo ma di più la natura

dopo questi colloqui dove fuggo

da quel che sono o prima sono stato

per confondermi con l’universo e lì sentire

ciò che mai posso esprimere

né del tutto celare.



L'autorità corrompe

L'autorità corrompe. Oserei dire che praticamente nessuno è sfuggito alla sua azione demoralizzante. Ecco perché mi sembra di formulare un assioma dicendo che l'esercizio dell'autorità è una delle forme più pericolose di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Perché colui che compie la volontà di un altro è sfruttato da questo. Ora, in questo campo, l'uso è inseparabile dall'abuso. Non si sa dove finisce l'uno, dove comincia l'altro. Nella pratica quotidiana di una rivoluzione, l'autorità è la maggior parte delle volte l'arbitrio, e gli abusi, piccoli e grandi, diventano così numerosi che sarebbe puerile volerli considerare casi isolati. Ed è cosa spaventosa e penosa vedere come l'esercizio di un potere, anche se momentaneo, può trasformare il primo venuto in tiranno. La mania di comandare, di prescrivere, di decretare, di arrestare e di vessare, soprattutto quando conquista le masse incolte, è stata una delle più grandi cause di crudeltà e di errori della rivoluzione russa. Esperienza molto vecchia del resto. Si rilegga la storia della dittatura giacobina.


giovedì 12 giugno 2025

L’Anarchia nel XX secolo – Parte LXXXII

1968 

I tempi del Maggio

27 giugno - Il "Literàrny Listy" (Cecoslovacchia) pubblica un appello «a operai, contadini, impiegati, artisti, scienziati, tecnici e a tutti», nota come la lettera delle «Duemila parole», redatta dallo scrittore Ludvik Vacua «su suggerimento di uomini di scienza». Essa riflette le speranze suscitate dalla rigogliosa ma prematura «primavera di Praga» iniziatasi il 5 gennaio 1968 quando fu destituito Antonin Novotny, vecchio stalinista, dalla carica di segretario del partito comunista cecoslovacco e al suo posto venne eletto Aleksandr Dubcek. Benché dichiari: «Non vogliamo certo determinare l'anarchia o uno stato di generale insicurezza», la lettera propone tutti gli istituti della democrazia di base: elezioni di comitati locali, libertà per tutte le forze politiche attive, comitati per la difesa della libertà di parola. La «primavera» sarà spenta il 21agosto dalle truppe del Patto di Varsavia. Repressioni di studenti avvengono in Polonia e Germania. 

31agosto -3 settembre - A Carrara, congresso internazionale delle Federazioni anarchiche. Sono presenti delegati francesi, spagnoli, svizzeri, tedeschi, giapponesi, messicani, bulgari e cubani in esilio; tra gli italiani, presenti i vecchi militanti Umberto Marzocchi, Mario Mantovani e Alfonso Failla. Il congresso è caratterizzato da una sorta di spaccatura tra «giovani» e «anziani». Numerosi contrasti suscita l'intervento polemico del «giovane» Daniel Cohn-Bendit che parla della recente esperienza del movimento studentesco francese e del Maggio, sostenuto dagli studenti italiani che analogamente a quanto successo in Francia si stanno organizzando e hanno già dato vita a forti contestazioni nelle Università. I più tradizionalisti tra gli «anziani» rimproverano al leader francese di essersi presentato come erede di Bakunin ma di avere tradito l'eredità anarchica, tra l'altro per aver accettato suggestioni situazionistiche e marxiste e per avere dichiarato nel momento culminante della lotta a Parigi: «Vogliamo la libertà di espressione all'interno dell'Università, ma la neghiamo ai filo-americani ». Lo stesso Cohn-Bendit riconosce l'intreccio delle sue esperienze formative: «Teniamo ad affermare che la  nostra  "audacia" e "realismo"  avevano tra l'altro a fondamento le tesi espresse sulla rivista "Socialisme ou Barbarie"  da Claude Lefort, da Pierre  Chaulieu e da Daniel  Mothé... Cohn-Bendit non è che lo pseudonimo collettivo di riviste estremiste come  questa...» (Introduzione a L'estremismo, rimedio alla malattia senile del comunismo, scritto dai Cohn- Bendit e pubblicato ad Amburgo nel  '68). 


I MIGHT BE LYING - Eddie and the Hot Rods

E così tu sei contenta della tua nuova posizione, 

vai dicendo ch'era proprio ciò che desideravi. 

Ti sei data uno stile di vita tutto nuovo: 

beh! cerca di restare soddisfatta 

almeno per un po'... 

Deve farti molto ridere 

vedermi in piedi colle mie scarpe di plastica, 

col mio viso contro il vetro della tua finestra: 

la mia fiducia in te scivola giù nella fogna... 

Mi chiedo perché tu abbia cambiato il tuo nome, 

credo che in realtà sei sempre la stessa. 

Quando t'incontro di tanto in tanto, 

quando ti dico che sto benissimo, 

sai, forse sto mentendo... 

Ti vedo aspettare tranquilla nella Hall, 

il tuo nuovo, dolce «Zietto» ti sta chiamando: 

ti  vuole far fare un giretto sulla spiaggia, 

e ti compra tutto quello che vuoi; 

aria condizionata, appartamento con veranda, 

telefoni di diamante e un cappellino alla moda... 

Ora possiedi quello che volevi a tutti i costi: 

foto di copertina sulle riviste femminili... 

Ti vedo mentre guidi la tua limousine 

coi vetri tinti di porpora, 

bene, tu forse non ricordi 

tutti i  tuoi amici di un tempo. 

Credo che è difficile per te renderti conto 

del fatto che non ci sarà mai un «Bentornata!» 

E allora tu continua a prendertela comoda 

mentre io continuerò con le mie sciocchezze... 

Mi chiedo perché tu abbia cambiato il tuo nome, 

credo che in realtà sei sempre la stessa. 

Quando t'incontro di tanto in tanto, 

quando ti dico che sto benissimo, 

sai, forse sto mentendo...