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giovedì 9 agosto 2012

SOGNI DI UN CONDANNATO A MORTE di Pierre-François Lacenaire


Quanta felicità in un sogno!...
Senza dormire, bello è sognare
E in men di un’ora terminare
Il romanzo più lieto.
Creo un mondo a mio riguardo,
Le sorti migliori sono per me,
Così mai io mi azzardo
A scegliere quella di re.

Nel mio solitario rifugio
Non mi curo dell’avvenire,
Mi nutro di una chimera
Nella memoria m’indugio;
Freschi sogni di gioventù,
Che il fato non può sfiorire,
Allietate la mia tarda età:
Son vecchio perché sto per morire.

A volte in un gaio castello,
Raduno mille lille beltà;
Più spesso nell’erba mi sdraio,
Lisa sola al mio fianco sta;
Il velo che il seno solleva
Mio malgrado mi invita a sognare.
Gran peccato che questo sogno
Solitario debba terminare.

Talora in una capanna,
Padre felice e dolce sposo,
Ho preso di me la mia mamma
E i miei bimbi nel braccio riposo.
All’ombra di un fitto ramo
Vivo, leggo, a volte scrivo;
Ma ahimè en l’uragano,
Sogno, sei già così lontano.

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