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giovedì 6 settembre 2012

L'URLO di Tinto Brass


L’urlo di Tinto Brass, ovvero quando Brass faceva ancora della sana sperimentazione, sconvolgendo la struttura narrativa e il linguaggio cinematografico, con gusto acceso della provocazione, estro satirico, aggressività orgiastica. È un film del 1968 (dissequestrato nel 1974), racconta le vicissitudini di Anita, ragazza borghese indifferente e scontenta, che arrestata durante una manifestazione libertaria, viene violentata dal questurino e liberata per l’intercessione del fidanzato, uomo importante. Il giorno delle nozze abbandona il quasi marito per fuggire con Coso un giovanotto di carattere istintivamente rivoluzionario benché non propriamente politicizzato. Il loro comune itinerario verso l’autoliberazione passa attraverso alcune tappe obbligate della cultura anticonformista ma insieme conformistica del nostro tempo. In primo luogo il sesso; nella sordida locanda western che li alberga si incontrano tutte le depravazioni. In secondo luogo sperimentano a loro spese il mito del ritorno alla natura rappresentato da un filosofo nudo con parrucca settecentesca. Poi è la volta dell’intellettuale di sinistra che si nasconde durante una rivoluzione popolare per poi recitare opportunisticamente le parole d’ordine. Infine la repressione antirivoluzionaria raffigurata in prima istanza da un ufficiale stile nazista e poi da uno psichiatra contro il quale i nostri eroi scateneranno la rivolta dei reclusi in un manicomio. Tali sembianze si ritroveranno inoltre in tutte le figure che nel film incarnano l’ordine borghese, per indicare che la repressione è sempre la stessa, procede dalla medesima mentalità conformista e borghese, anche se si esercita in molti modi e in diversi contesti.
Stilisticamente il film sta in pieno nel clima susseguente al maggio francese. Il materiale ideologico adunato da Brass ne L’urlo si presta, pur nell’impasto estroso e lucido del materiale linguistico, a comporre un apologo di chiaro significato antiborghese, antirepressivo, antitotalitario. L'urlo è un'esplosione di rabbia, di nausea, di dolore di chi sente, sempre meno respirabile, l'aria dell'attuale momento storico, carico di morte, di meschinità, di miseria materiale e spirituale. E' un grido di gioia disperato di chi tenta di uscire dalla palude, in cui giorno dopo giorno rischiamo di affogare, è lo spettacolo esaltante della libertà e della vita contrapposto alla umiliante realtà quotidiana della morte e del servilismo che incombono sull'attuale momento storico.

   

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