Se si escludono le derive da commedia romantica, La decima vittima è un concentrato di ironia e perspicacia visionaria con pochi eguali nel panorama cinematografico mondiale. Anziani da consegnare alle autorità, bordelli chiamati camere di relax, party a base di strip e omicidi in diretta. Il film è del '67, ma potrebbe essere un documentario contemporaneo sui vizi della nostra società. E non solo perché il futuro ipotizzato nel film è così simile alla realtà quotidiana che ci si presenta davanti ogni giorno, ma anche grazie al linguaggio utilizzato dai protagonisti, dritto e tagliente.
Tratto dal racconto di Robert Shecklev “The Seventh Victim” Elio Petri imbastisce una vicenda di fantasia per imbastire una denuncia contro il sistema capitalistico, la società della merce e contro l'invadenza dei mass media: gli uomini sono assimilati a merci di consumo, facilmente sostituibili, ed il loro ruolo sociale è circoscritto all'occasione di uno spettacolo di massa.
Il tema affrontato con pungente sarcasmo e ironia è quello della violenza nella società umana. La società di cui si narra è una società che non rifiuta la violenza in toto, ma che ha deciso di incanalarla con mezzi legali, dando vita ad un assurdo gioco a livello mondiale chiamato La grande caccia. Per necessità finanziarie e solo per dare sfogo alla parte violenta ed egoistica che alberga nell'uomo, liberamente gli individui decidono di partecipare a questo gioco, organizzato da un ministero apposito, il gioco prevede l'eliminazione fisica dei propri rivali. Il concorrente è alternativamente cacciatore e preda e alla fine delle dieci cacce chi sopravviverà verrà idolatrato come un dio e avrà una sorta di intangibilità nonché favori e premi. L'agire violento viene legalizzato e la morte ridotta a gioco, con tanto di sponsor, ghiotta occasione per incrementare le proprie vendite, dato che l'evento è ripreso dalle televisioni di tutto il mondo. Somma ironia la sede centrale della grande caccia, dove si estraggono a sorte le coppie cacciatore-preda è Ginevra (attualmente una delle sedi principali dell'ONU). Il film è influenzato nella parte scenografica dalla pop art e in genere dalla cultura degli anni '60, la fotografia ha la tendenza a riprendere l'impianto della fumettistica e a trasporlo in immagini in movimento.
Nessun commento:
Posta un commento