Due modi in cui il predominio della cura medicalizzata diventa ostacolo a una vita sana: primo, la iatrogenesi clinica, che si verifica quando la capacità organica di reazione e di adattamento viene sostituita da una gestione eteronoma; secondo, la iatrogenesi sociale, che insorge quando l'ambiente è privato di quelle condizioni che permettono agli individui, alle famiglie, e alle comunità di tenere sotto controllo i propri stati interni e gli spazi in cui vivono. La iatrogenesi culturale rappresenta un terzo modo di negazione della salute da parte della medicina. Essa ha inizio quando l'impresa medica distrugge nella gente la volontà di soffrire la propria condizione reale. E' un sintomo di questa iatrogenesi il fatto che la parola "sofferenza" è diventata quasi inservibile per indicare una risposta umana realistica: evoca infatti superstizione, sadomasochismo, oppure la degnazione del ricco nei confronti del povero. La medicina organizzata professionalmente è venuta assumendo la funzione di una impresa morale dispotica tutta tesa a propagandare l'espansione industriale come una guerra contro ogni sofferenza. Ha così minato la capacità degli individui di far fronte alla propria realtà, di esprimere propri valori e di accettare il dolore e la menomazione inevitabili e spesso irrimediabili, la decadenza e la morte.
Nessun commento:
Posta un commento