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giovedì 13 febbraio 2014

La società anarchica

La visione della società anarchica che si può descrivere nelle sue molteplici determinazioni si fonda sulla centralità della libertà e dell’uguaglianza intese come dimensioni inscindibili. La libertà e l’uguaglianza sono concepite come leve reali della trasformazione sociale perché sono poste all’inizio di tale processo. Esse si costituiscono a qualsiasi livello storico dato, in quanto non sono viste come esiti derivati da uno sviluppo di altra natura. Come le forme le forme del potere esprimono il grado di una società gerarchica, così le forme della libertà e dell’eguaglianza esprimono il livello storico di una società liberatasi dal principio di gerarchia. Ponendo la libertà e l’uguaglianza come cause anziché come effetti, l’anarchia svolge interamente la sua dimensione utopica perché non tiene conto del condizionamento della storia verso la quale, anzi, si pone con un senso di rottura radicale e irreversibile. La libertà e l’uguaglianza, quali principi informatori causali, non sono il risultato di un determinato sviluppo socioeconomico, proprio perché esse non sono risolvibili una volte per tutte. Sono, invece, perenne svolgimento indeterminato dell’agire umano, spinta continua al cambiamento e all’esperimento.
La società anarchica intesa come un vero e proprio progetto pensato secondo schemi razionali, ossia come pura costruzione teorica sostanzialmente priva di referenti concreti attuali, e perciò avulsa dal reale processo storico in atto, delinea un assetto libertario ed egualitario nel quale sono aboliti ogni forma di Stato e di governo. In esso vige la libertà come principio generale di associazione, l’eguaglianza fra tutti i membri della società, la parità e la libertà sessuale, la pratica del mutuo appoggio e in genere del solidarismo, l’economia quasi sempre socializzata secondo moduli comunistici o socialistici, lo sfruttamento razionale delle risorse, la ripartizione egualitaria fra tutti gli individui dei lavori più gravosi, l’integrazione del lavoro manuale con il lavoro intellettuale, il superamento della divisione fra città e campagna.
Ciò che accomuna queste delineazioni è il tentativo di una descrizione in termini di reale funzionamento della società anarchica, nel senso che anticipano sul tempo una visualizzazione della sua esperibilità, secondo un voler essere rispetto all’effettiva datità presente.

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