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giovedì 20 febbraio 2014

Lottiamo per la liberazione animale


Il primo stadio è quello di 50.000 anni fa quando con l’arco l’uomo cacciava i grandi mammiferi. Il secondo risale a 10.000 anni fa quando la società umana è diventata agricola e ha costretto gli animali a trasformarsi da selvatici a domestici, usandoli per vari scopi per i propri bisogni, cominciando anche a creare svaghi attorno agli animali come ancora ne sono tracce tante sanguinarie tradizioni come quelle in Spagna.
Terzo stadio: nel 17° secolo poi sono iniziati gli esperimenti scientifici sugli animali.
Quarto stadio: nel 19° secolo abbiamo inventato i macelli-industriali.
Quinto Stadio: nella metà del 20° secolo abbiamo inventato gli allevamenti intensivi.
Sesto stadio: adesso la guerra si è intensificata e include clonazione, trapianti di organi animali, ingegneria di vario genere applicata agli animali e a spese degli animali.
L’impero umano si è dunque formato a spese loro e il mondo è pieno di allevamenti, macelli, laboratori di vivisezione, allevamenti e fabbriche di pellicce.
60 miliardi di animali di terra sono uccisi ogni anno per il cibo. Almeno 10 volte tanti sono i pesci sacrificati sempre per il cibo. 100 milioni di animali vengono uccisi nei laboratori di vivisezione. Decine di milioni per le pellicce. Con numeri del genere come possiamo usare un termine diverso da guerra?
La guerra può essere aperta o nascosta. Quella contro i lupi è un esempio di guerra aperta.
La guerra non dichiarata è quella silenziosa dei laboratori dove viene fatta la sperimentazione, è la ricerca umanitaria, o anche la carne biologica, entrambe queste situazioni rendono più accettabile la morte di decine di milioni di animali.
La nostra guerra è difensiva, non offensiva. Non abbiamo iniziato noi la guerra, l’hanno loro la responsabilità, la loro guerra non ha alcuna giustificazione etica, mentre noi lottiamo per la liberazione animale, è un’auto-difesa, e abbiamo bisogno di mettere sul tavolo più tattiche possibili, ogni possibile tattica purchè sia intelligente e che funzioni. Non istighiamo alla violenza ma proponiamo una totale disobbedienza civile.

I nostri veri nemici al momento sono le multinazionali dell’agro-business. Noi dobbiamo coalizzarci contro l’agro business multinazionale e per farlo dobbiamo stringere patti, gettare ponti, non dividerci tra vegani e non vegani, questa è una cosa sciocca che non ci porterà lontano, noi possiamo trattare con i consumatori, con i piccoli produttori, anche con i piccoli allevatori, con le istituzioni che cercano di difenderli, e dobbiamo individuare il nostro nemico comune. Finché non faremo questo non otterremo risultati.
Noi vogliamo una società inclusiva, che apra i suoi diritti anche per gli altri animali, Non c’è spazio per il razzismo, per il sessismo, per il patriarcato, per la gerarchia, per l’elitismo, per il militarismo, per il nazionalismo animale perché il mondo che vogliamo è un mondo di pace e libertà dove tutti abbiano accesso ai diritti.


Immaginatevi di notte, state camminando in una strada buia, siete soli, avete paura, se urlaste nessuno vi sentirebbe, affrettate il passo. In fondo alla strada vedete un’ombra che vi viene incontro, un uomo che si fa sempre più vicino, sempre più minacciosamente vicino e la vostra angoscia sta salendo. Chi vorreste che fosse quest’uomo? Un nazista, uno del Ku Klux Klan o un animalista che libera gli animali?

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