I luddisti si opposero a un tipo di disoccupazione nuovo a livello di massa, per i non schiavi: la possibile mancanza di lavoro salariato senza più accesso alle fonti essenziali della sopravvivenza. La civiltà europea, rappresentata dai villaggi di tessitori del Lancashire, coincideva con una società capace di resistere alle crisi dell’arte della lana e del cotone: le comunità contenevano molti mestieri e le loro strutture territoriali, come le antiche città murate, potevano dar da vivere ai suoi abitanti per lunghi periodi di difficoltà economiche. All’operaio della fabbrica fu da allora sottratto ogni elemento dell’ambiente domestico; sua moglie, costretta al lavoro salariato, non fu più in grado di adempiere nemmeno ad una elementare funzione dell’autonomia di sussistenza: l’allattamento.
Le politiche economiche che, hanno creduto nella possibilità di una giustizia sociale tramite la distribuzione della ricchezza prodotta dalle tecnologie industriali, sono inciampate nella loro incapacità ad esprimere un progresso in cui il lavoro riprendesse il sopravvento sul capitale e ritrovasse quella libertà e dignità autonoma, che le economie artigiane e contadine di sussistenza gli avevano impresso prima della devastazione sociale introdotta dall’industria.
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