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venerdì 5 agosto 2016

HONKYTONK MAN di Clint Eastwood

Negli Stati Uniti verso gli anni Trenta ha inizio la Grande Depressione. Una piccola famiglia di agricoltori dell’Oklaoma, pur trovandosi con il raccolto semidistrutto da un uragano, lascia partire il piccolo Whit con lo zio Red Stovall; perché Red è gravemente malato ed è un beone e, dovendo partecipare al festival di Nashville, qualcuno deve necessariamente occuparsi di lui. Red è un giramondo, ma anche un cantautore country e, per di più, affezionatissimo al suo saggio nipotino: così i due partono in macchina e con loro se ne va il vecchio nonno, ormai desideroso di tornare nel natio Tennesse per dare un significato ai fantasmi della sua giovinezza. Il viaggio verso Nashville è lungo: Red si produce, applaudito, in balere ed in altri locali più o meno popolari, vive un po’ di espedienti perfino il furto di polli, in una casa di piacere fa iniziare Whit ai misteri del sesso, ma purtroppo è sempre più malato e la tosse gli squassa il petto. L’audizione a Nashville è un insuccesso, ma ad essa assiste per caso il rappresentate di una casa discografica in cerca di nuovi talenti: la maniera di cantare di Red Stovall gli piace e, tra prove e tosse, il disco sarà fatto e lanciato, proprio mentre Red muore: a lui saranno accanto la fida bottiglia, una ragazzona conosciuta per caso e lo sconsolato nipotino che lo adorava.
Dal romanzo di Clancy Carlile, anche autore della sceneggiatura, uno dei lavori più belli e poetici diretti da Clint Eastwood film solare e polveroso. Il regista va alla scoperta del sound dell'America bianca, attraverso la figura di un antieroe virile e romantico, che nella musica consuma se stesso fino all'autodistruzione. Tempi perfetti, ottima ricostruzione d'epoca e parecchio humour in questa elegia tragicomica di un'America genuina e vitale. 
Honkytonk man è un viaggio verso la morte per zio Red, ma anche un viaggio di iniziazione e di apprendistato per suo nipote Whit, perciò è un virile passaggio di consegne, circostanza che aggiunge tenerezza.
È un film di improvvisi sussulti di fuga e rincorsa. Un film del miraggio per un futuro migliore. Un film alla ricerca del punto di rottura dell’eroe, della materia contaminata da vizi, impossibilità di essere normali. Un film miracolosamente in bilico tra dramma e commedia; forse il quadro storico non è sempre attendibile, ma il risultato è di grande suggestione. L’evocazione del sogno americano si scioglie in un clima amarognolo, malinconico, che sconfina spesso nel pessimismo tra farmers poveri e vagabondi ai margini della storia.


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