L'anarchismo contemporaneo capovolge l'interpretazione classica secondo cui la società anarchica è una meta, un fine, un utopia, a favore di una lettura anarchica del presente.
"Lo stato non è qualcosa che può essere distrutto da una rivoluzione, è una condizione, un rapporto fra gli esseri umani, un modo di comportarsi. Può essere distrutto contraendo altri rapporti, comportandosi in modo diverso."
Nella vita quotidiana le società possono andare avanti esclusivamente grazie a due fenomeni spontanei, ovvero l'associazione volontaria e il mutuo soccorso: "Gli anarchici derivano una filosofia sociale e politica dalla tendenza naturale e spontanea degli esseri umani a raggrupparsi per il beneficio comune." L'anarchia è dunque una teoria dell'organizzazione basata non tanto su di un idea predefinita di natura umana, o su postulati dogmatici e immutabili, quanto sulla convinzione che esiste una spontanea capacità, tra gli esseri umani, di darsi un ordine e un organizzazione: "Dato un comune bisogno, le persone sono in grado, tentando e sbagliando, con l'improvvisazione e l'esperienza, di sviluppare le condizioni per il suo ordinato soddisfacimento; e l'ordine cui si approda per questa via è di gran lunga più duraturo, e funzionale a quel bisogno, di qualsiasi altro imposto da un'autorità esterna".
Lo scontro costante nella storia dell'umanità è tra chi sostiene la soluzione autoritaria e chi auspica e pratica quella libertaria rispetto a ogni problema che la società si trova ad affrontare. Lo scopo, in ossequio a una visione pluralista delle caratteristiche umane e in vista di una grande valorizzazione delle diversità naturali, è quello di pensare una società auto-organizzata in continua autotrasformazione: "L'alternativa anarchica è quella che propone la frammentazione e la scissione al posto della fusione, la diversità al posto dell'unità, quella che propone, insomma, una massa di società e non una società di massa."
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