Queste convinzioni erano diffuse in vasti settori del mondo culturale e politico; era infatti opinione comune che l’essere umano, esposto all’eccesso di stimoli, alle continue innovazioni di cui si alimentava la logica commerciale propria della società di massa e alle infinite tentazioni prodotte dalla diffusione del benessere, dovesse inevitabilmente cadere vittima di un profondo senso di smarrimento, dovesse perdere la sua capacità di autocontrollo, perché sopraffatto dalla capacità di dominio esercitato dagli oggetti sugli esseri viventi.
La società di massa veniva perciò spesso descritta come una vera e propria fabbrica di «invalidi della civilizzazione», cioè di persone svuotate della loro personalità, di «decadenti», di «inetti», di blasé, cioè di individui scettici, annoiati, indifferenti a tutto, di «uomini senza qualità». E, accanto a loro, anche di malati di mente, di criminali e di degenerati di ogni tipo, perché la corsa ai godimenti incoraggiata dalla crescita del benessere, che mirava a soddisfare bisogni fittizi, spingeva l’individuo ad una frenetica attività che consumava irreversibilmente il suo fisico e la sua mente. In effetti, non pochi osservatori erano convinti che ci fosse un rapporto diretto tra il livello di sviluppo economico e sociale di un paese e il deperimento fisico e mentale della sua popolazione.
Il successo che il genere fantascientifico, come sarebbe stato definito alcuni decenni più tardi, conobbe proprio in quei decenni grazie ad autori come Jules Verne e Herbert G. Wells, esprimeva bene la faccia oscura delle nuove scoperte scientifiche e i rischi a cui esse esponevano gli esseri umani a causa della difficoltà di controllare le forze che essi stessi avevano messo in moto.
Una dichiarazione di guerra aperta contro la gioia, un tentativo perverso di togliere ogni incanto alla vita, di dimostrare che «nulla, assolutamente nulla è speciale, unico, meraviglioso» e che tutto poteva essere ricondotto a una routine meccanizzata.
Il risultato paradossale di tutto ciò, è che prima l’uomo ha creato la macchina e poi l’ha assunta come modello ideale da imitare.
Le macchine sono già dentro la vita di moltissima gente. Hanno sostituito la presenza umana. Come Alexa, che ormai tutti usano. Io aborrisco queste cose perchè non so può sostituire l'essere umano con una presenza tecnologica. Ma molta gente si dichiara ben felice di usare queste macchine e non si accorge dello schiavismo mentale che provocano.
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