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giovedì 30 gennaio 2020

PUBLIC ENEMY – pensieri e parole

Siamo stati accusati dai bianchi di aver realizzato un video su Martin Luther King, apostolo della pace, con immagini di inaudita violenza. È vero, in By Me The Time I Get To Arizona si vede il nostro leader, Chuck D. in divisa paramilitare mentre prepara una bomba, un senatore che muore avvelenato e un governatore ucciso da un'autobomba. Non voleva essere, come qualcuno ha scritto, una punizione o una minaccia nei confronti delle autorità dello stato dell'Arizona, uno dei due stati che non hanno accettato di celebrare il Martin Luther King Day, la festa nel giorno della sua nascita per ricordare un grande uomo. Voleva semplicemente far capire all'America bianca che cosa si prova a vedere tutti i leader della propria razza morire per mano di attentati. Ogni nostro rappresentante, ogni guida nera emersa negli ultimi decenni stata uccisa dai bianchi, da Martin Luther King a Malcom   X. È vero, Martin Luther King era un pacifista, ma se fosse vissuto abbastanza da vedere lo stato in cui ci troviamo oggi, forse avrebbe cambiato idea. Il sindaco di Phoenix, la capitale dell'Arizona, ha dichiarato che il video esprime tutte le cose per le quali Martin Luther King si era battuto. Non accettiamo questo discorso da una persona che non ha fatto niente per celebrare uno dei leader della mia gente. Noi siamo andati nelle scuole a spiegare il nostro punto di vista. Abbiamo parlato contro la droga, la violenza quotidiana, il crimine, contro tutte quelle cose che non aiutano a crescere e a migliorare la nostra situazione. In America ci sono un sacco di stronzi che si credono in gamba  solo perché vanno in giro a sparare con le loro pistole contro la gente del proprio quartiere. Noi non siamo per la violenza fine a se stessa. Noi chiediamo alla gente di ragionare con la propria testa, e se proprio si deve commettere qualche atto violento che almeno sia mirato al raggiungimento di qualcosa di importante, non al denaro o al predominio nel quartiere. Prendiamo il Sudafrica. Noi, i bianchi del Sudafrica li ammazzeremmo tutti, perché il Sudafrica è come la Germania nazista. I neri di laggiù non otterranno mai nulla con le buone tanto vale allora passare alle vie di fatto. 
Rap  significa picchiare, e solo metaforicamente parlare sopra il disco. Il rap è la Cnn dell'America nera. Il rap è vita, è lotta contro le ingiustizie. Con ogni mezzo. Il rap è telegiornale. Nostro compito e dare delle informazioni alla gente, affinché tutti sappiano che cosa sta succedendo. Il lavoro dei Public Enemy non è solo musica. È arte, rappresentazione  del quotidiano, notiziario. 
Il pericolo per i rapper è dire cose giuste alla mia gente ma non riuscire a cambiare la situazione. La giustizia si evolve solo quando l'ingiustizia è sconfitta.
Noi vogliamo un'Apocalisse, la vogliamo imminente per l'affrancamento della comunità nera. Noi vogliamo essere il Nemico Pubblico Numero Uno: contro l'ignoranza, contro i bianchi, contro la programmazione radiotelevisiva, l'alcolismo, l'indifferenza della stampa. Noi vogliamo essere contro.
Molti bianchi sono merda. Avrebbero bisogno di una bella calpestatina. Altri, come gli Anthrax o altri gruppi di heavy metal, sono a posto. Noi non abbiamo mai detto che non si deve lavorare con i bianchi. Noi siamo convinti che non si deve lavorare per i bianchi.

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