Sébastien Faure e altri, oltre che con illustri personaggi della cultura come Emile Zola e Anatole France. Dopo essersi dedicato a numerosi lavori inizia ad insegnare lo spagnolo in un liceo serale e qui fa la conoscenza della signorina Meunier la quale, conquistata da Ferrer e dai suoi ideali laici e libertari sull’educazione, alla sua morte gli donerà una notevole somma che servirà al rivoluzionario catalano per fondare la Scuola Moderna e sostenere altre iniziative. Dopo essersi separato dalla moglie, si unisce a Léopoldine Bonnard che, assieme alla Meunier, lo accompagnerà in un viaggio attraverso numerosi Paesi europei. In questo periodo conosce numerosi pedagogisti ed educatori oltre Elisée Reclus, Luigi Fabbri, Luigi Molinari e Paul Robin. Nel 1901 ritorna in Spagna e fonda la prima «Escuela Moderna» a Barcellona ispirandosi ai princìpi dell’insegnamento libertario, laico e razionalista. Questa esperienza si diffonde rapidamente e progressivamente in numerose località della Catalogna e la sua notorietà si espande in tutta l’Europa.
L’esperienza di Ferrer va inquadrata nel contesto storico della Spagna dell’epoca basato su un sistema educativo di stampo ancora medievale, saldamente nelle mani della Chiesa cattolica. Scopo della scuola da lui voluta non è solo quello di creare delle situazioni educative libertarie, ma anche promuovere e diffondere una cultura razionalista e scientifica in modo da promuovere l’emancipazione delle classi lavoratrici. Egli è convinto che crescendo in un ambiente libero e solidale i ragazzi sarebbero naturalmente divenuti adulti indipendenti ed autonomi, capaci di costruire una società libertaria. Le scuole moderne diventano così dei veri e propri centri di istruzione ed educazione popolare. Si tengono corsi serali e conferenze domenicali per gli adulti. Viene fondata una biblioteca e una casa editrice che edita numerosi libri di testo destinati ad adulti e bambini, tutti ispirati ai prìncipi del libero pensiero, scevri da ogni dogma sia religioso che pseudoscientifico. Completa l’intensa produzione editoriale un «Boletin de la Escuela Moderna» che uscirà per cinquantanove numeri. Francisco Ferrer oltre a finanziarla e collabora anche con un periodico sindacalista
rivoluzionario «Huelga General» (Sciopero Generale). Tutte queste attività, che riscuotono indubbiamente un notevole successo, non tardano a scatenare le ire del clero e dei reazionari. Nel 1906 viene accusato di essere complice e mandante dell’attentato contro il re Alfonso XIII, compiuto da un libertario di nome Matteo Moral che aveva lavorato come traduttore presso la Scuola Moderna. La scuola viene chiusa e Ferrer arrestato. Ma dopo tredici mesi di carcere viene processato e poi assolto soprattutto grazie alla mobilitazione internazionale che si sviluppa in suo favore. Ripara nuovamente in Francia dove fonda la rivista «L’Ecole Renovée» a Bruxelles (poi a Parigi) e la sua versione italiana, «La Scuola laica», a Roma, in collaborazione con Luigi Fabbri. Inoltre dà vita, con la presidenza di Anatole France, alla Lega internazionale per l’educazione razionale dell’infanzia con sedi in tutti i Paesi europei. Nel 1909, durante i fatti della «settimana tragica» (una agitazione popolare contro la spedizione militare in Marocco), Ferrer rientra per motivi familiari in Spagna. Riconosciuto viene immediatamente arrestato e rinchiuso in prigione con l’accusa di essere uno dei fomentatori della rivolta. Il tribunale di guerra, con un processo che viola sistematicamente ogni diritto elementare della difesa, lo condanna senza prove a morte. Il 13 ottobre 1909 Francisco Ferrer viene fucilato nella fortezza di Montjuich a Barcellona, nonostante in tutto il mondo manifestazioni, appelli, scioperi generali reclamassero la sua innocenza.
Dopo la morte il «fenomeno» Ferrer si estende in numerosi Paesi europei ed extra europei. Scuole ispirate alla sua esperienza si diffondono in America Latina, negli Stati Uniti, in Egitto, in tutta Europa. Nonostante questa diffusione e il fatto che le scuole a lui ispirate fossero, per un certo periodo, sicuramente più numerose di quelle di Froebel, l’importanza di Ferrer negli ambienti pedagogici è stata molto sottovalutata. In Italia solo pedagogisti come Tina Tomasi, Lamberto Borghi e Aldo Visalberghi hanno dedicato la loro attenzione, in qualche articolo, all’opera di questo pioniere dell’educazione libertaria.
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