Questa concezione dell'innata socialità dell'uomo, e della natura progressiva ed evolutiva della storia umana portano Kropotkin ad abbracciare il comunismo quale forma economica della futura società anarchica. E, contrariamente ad altri anarco-comunisti, che ammettono altri sistemi o sottosistemi economici all'interno di un quadro pluralista, per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali racchiusa nel principio "da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni". Questa formula abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno. Il comunismo anarchico è il "comunismo senza governo, quello degli uomini liberi, è la sintesi dei 2 scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica". Il comunismo è il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che completa la libertà. La giustificazione del comunismo è trovata da Kropotkin nella sua perfetta rispondenza alle leggi dell'evoluzione naturale. Comunismo e mutuo appoggio sono due definizioni della stessa realtà: la logica della vita che preserva se stessa, il principio di sopravvivenza alla sua massima espressione. Come già Bakunin prima di lui, Kropotkin si propone di abolire la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale ma anche tra città e campagna. Il tipo di organizzazione sociale anarchica si deve basare sui bisogni pratici,e non su quesiti astratti. Questa si deve sviluppare partendo "dalla libera intesa per territori, funzioni e professioni di tutti gli interessati". Quindi "comuni indipendenti per gli aggruppamenti territoriali, vaste federazioni di mestieri per gli aggruppamenti di funzioni sociali -gli uni allacciati agli altri per aiutarsi a vicenda nel soddisfare i bisogni della società – e aggruppamenti di affinità personali, varianti all'infinito, di una durata o effimeri, creati a seconda dei bisogni del momento per tutti gli scopi possibili. Queste tre specie di raggruppamenti formerebbero come una rete tra loro e giungerebbero a permettere la soddisfazione di tutti i bisogni: il consumo, la produzione, lo scambio; le comunicazioni, le misure sanitarie, l'educazione; la protezione reciproca contro le aggressioni, il mutuo appoggio, la difesa del territorio; la soddisfazione, infine, dei bisogni scientifici, artistici e letterari." In sostanza si tratta di una pianificazione, ma che non ha niente a che vedere con la pianificazione autoritaria, in quanto nasce dal basso e dalle esigenze pratiche. L'idea è quella di una società che si autoregola basandosi sull'equilibrio spontaneo. L'ottimismo eccessivo e lo scientismo di Kropotkin non assumono mai il carattere della totalità, poiché basati sul metodo deduttivo e sperimentale, fondato sulla verifica continua quale garanzia contro le tentazioni totalitarie Alcune delle impostazioni di base di Kropotkin, e in particolar modo l'ottimistica idea che la società vada spontaneamente evolvendosi verso la libertà e l'uguaglianza, appaiono superate, tuttavia è vero che sotto altri aspetti l'opera di Kropotkin serbi ancora motivi rilevanti di interesse. Se è vero che l'identificazione fra scienza ed anarchia ed il determinismo che da ciò deriva risulta contraddittorio con l'ideologia libertaria, è altresì vero che lo stesso Kropotkin lo supera sostenendo la necessaria coerenza tra mezzi e fini e dia a questa rilevanza metodologica, e cioè scientifica. Il rapporto coerente tra mezzi e fini ci dice che questi possono essere raggiunti solo attraverso l'adeguamento dei mezzi alla natura dei fini. Non solo, ma i fini non sono dati, ma posti ovvero è la prassi rivoluzionaria, l'azione cosciente dell'uomo che determina i fini, che sono quindi la meta di un'azione cosciente e volontaria. Per ciò "la questione che l'anarchia si propone di risolvere potrebbe concretarsi come segue: quali forme sociali assicurano più efficacemente, in determinate società per amplificazione, nella umanità in generale, una maggior somma di benessere e, per conseguenza, una fonte più copiosa di vitalità?" La scienza pone quindi delle domande, mentre l'anarchia cerca di dare delle risposte. Mentre l'economia classica e marxista si basa su una prospettiva "oggettiva" dove la libertà di scelta non esiste, l'anarchismo Kropotkiniano si basa su una prospettiva rivoluzionaria, dove l'emergere del sociale e della volontà crea i propri fini e la propria azione, operando una scelta. E' universalizzando la pratica e la metodologia della scienza che si può arrivare, attraverso sperimentazioni ed errori, alla libertà ed all'uguaglianza, all'utopia attraverso la scienza.
Bodo’s Project è un progetto di comunicazione “altra” per la creazione e la circolazione di scritti, foto e di video geneticamente sovversivi. La critica radicale per azzerare la società della merce; la decrescita, il primitivismo, la solidarietà per contrastare ogni forma di privatizzazione iniziando dall’acqua. Il piacere e la gioia di costruire una società dove tutti siano liberi ed uguali.
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giovedì 28 ottobre 2021
La quarta rivoluzione industriale e il capitalismo della sorveglianza
La quarta rivoluzione industriale, teorizzata Klaus Schwab fondatore e direttore esecutivo del World Economic Forum, consiste in una accelerazione tecnologica e digitale già in atto, destinata a modificare radicalmente il nostro modo di vivere, lavorare e relazionarsi gli uni agli altri. Flussi di big data, intelligenza artificiale, automazione, smart city, cyborg, internet delle cose, sanità digitale, 5G: il transumanesimo, che rappresenta il sostrato politico e filosofico della quarta rivoluzione industriale, mette in discussione il significato stesso di “essere umano” attraverso una nuova configurazione del rapporto tra le sfere fisica, biologica e digitale. Schwab individua e analizza nel dettaglio ventiquattro innovazioni tecnologiche che si dovrebbero plausibilmente verificare entro il 2025 e che creeranno questo nuovo ordine economico e sociale, secondo un processo ineluttabile di fronte al quale egli paventa un unico grande pericolo: L’altro lato oscuro di questa rivoluzione è la paura che genera nelle persone. Soprattutto contro i leader e contro le élite, che sono ritenute le prime responsabili di questi cambiamenti. Se nel mondo stanno crescendo tante forze di opposizione che demonizzano le élite, sia politiche che economiche, è perché il timore aumenta. È una reazione simile a quello che fu il luddismo nella prima rivoluzione industriale, ovvero la risposta violenta all’introduzione delle macchine. Tuttavia, questa rivoluzione c’è e non si può fermare. Si può solo indirizzare nel modo migliore possibile.
Il capitalismo della sorveglianza si presenta come il complemento economico reso possibile dalla quarta rivoluzione industriale. Il capitalismo della sorveglianza si appropria dell’esperienza umana usandola come materia prima da trasformare in dati sui comportamenti. Alcuni di questi dati vengono usati per migliorare prodotti o servizi, ma il resto diviene un surplus comportamentale privato, sottoposto a un processo di lavorazione avanzato noto come “intelligenza artificiale” per essere trasformato in prodotti predittivi in grado di vaticinare cosa faremo immediatamente, tra poco e tra molto tempo. Infine, questi prodotti predittivi vengono scambiati in un nuovo tipo di mercato per le previsioni comportamentali: “mercato dei comportamenti futuri”.
Il DONO per un futuro migliore
Il mostro dell’economia autonomizzata va urgentemente fermato e nessuno potrà farlo al nostro posto.
Al dogma della crescita economica comincia a opporsi il progetto di una decrescita piacevole e conviviale, tendente a ristabilire sul piano demografico, su quello dei consumi, su tutti i piani del vivente il predominio della qualità sulla quantità.
Sta a noi non ridurlo a un’ennesima morale di rinuncia. Non abbiamo niente da perdere se non una immensa insoddisfazione in una tragedia planetaria. Abbiamo da esplorare la gioia di vivere al di fuori di qualsiasi sacrificio.
Non è una certezza, ma una scommessa, cui ogni istante siamo invitati a non rinunciare mai, che finalmente dalle ambiguità dell’apatia generale venga fuori una volontà di battersi per creare se stessi armonizzando la società col godimento di sé.
Niente ci impedirà di distinguere, all’ombra dei patiboli, delle prigioni, delle fabbriche, delle scuole, nella clandestinità delle città, la folla insolita di coloro che hanno vissuto e tentano di vivere in rottura con gli imperativi della sopravvivenza. Una tale folla è in ciascuno di noi. Basta sentirla al di sopra del vano gridio della morte.
giovedì 21 ottobre 2021
Kropotkin, il Pensiero – parte seconda
L'anarchismo è per Kropotkin lo sbocco logico ed inevitabile di tale impostazione. Esso deve rimanere saldamente agganciato alla cultura razionalista ed all'illuminismo, di più, al metodo induttivo che è per Kropotkin, la base metodologica dell'anarchismo. Ma Kropotkin va più in là affermando "l'anarchia è una concezione dell'universo, basato sulla intepretazione meccanica dei fenomeni, che abbraccia tutta la natura, non esclusa la vita della società. Il suo metodo è quello delle scienze naturali; e, secondo questo metodo, ogni conclusione scientifica deve essere verificata. La sua tendenza è di fondare una filosofia sintetica, che si estenda a tutti i fatti della natura, compresa la vita delle società umane e i loro problemi economici, politici e morali". Come si desume da queste righe per Kropotkin non solo si può assegnare alla scienza una funzione di segno progressista e libertario, ma anche assegnare all'anarchismo il compito di spiegare scientificamente la natura ed il mondo delle relazioni umane, siano esse economiche o politiche o sociali. Vi è insomma più che un parallelismo tra scienza ed anarchia, una vera e propria identificazione. Secondo Kropotkin a partire dalla rivoluzione copernicana, ogni scoperta scientifica conferma che la struttura dell'universo non ha un centro specifico di forza o direzione della forza "il centro, l'origine della forza, trasferito una volta dalla terra al sole, si trova ora sparpagliato, disseminato: è dappertutto ed in nessun luogo". L'universo è quindi costituzionalmente non gerarchico, ma si basa sull'armonia. Tale costituzione non gerarchica è confermata dalla scienza in tutti i campi, da quello biologico a quello dei rapporti umani. Non esistono leggi naturali prestabilite, ma l'armonia della natura è il risultato fortuito e temporaneo di un processo. Di incontri e scontri all'interno della struttura materiale non esistono leggi ma bensì fenomeni. Così come l'armonia della natura è data dall'equilibrio temporaneo e spontaneo, senza che nessuna legge o forza esterna precostituita la determini, così la società umana si regge sull'armonia spontanea, e non può che sfociare nell'Anarchia, poiché anche la società umana tende a respingere le forme cristallizzate.
BLUES DEI RIFUGIATI - Wystan Hugh Auden
Poniamo che in questa città vi siano dieci milioni di anime,
c’è chi abita in palazzi, c’è chi abita in tuguri:
Ma per noi non c’è posto, mia cara, ma per noi non c’è posto.
Avevamo una volta un paese e lo trovavamo bello,
Tu guarda nell’atlante e lì lo troverai:
Non ci possiamo più andare, mia cara, non ci possiamo più andare.
Nel cimitero del villaggio si leva un vecchio tasso,
A ogni primavera s’ingemma di nuovo:
I vecchi passaporti non possono farlo, mia cara, i vecchi passaporti non possono farlo.
Il console batté il pugno sul tavolo e disse:
“Se non avete un passaporto voi siete ufficialmente morti”:
Ma noi siamo ancora vivi, mia cara, ma noi siamo ancora vivi.
Mi presentai a un comitato: mi offrirono una sedia;
Cortesemente m’invitarono a ritornare l’anno venturo:
Ma oggi dove andremo, mia cara, ma oggi dove andremo
Capitati a un pubblico comizio, il presidente s’alzò in piedi e disse:
“Se li lasciamo entrare, ci ruberanno il pane quotidiano”:
Parlava di te e di me, mia cara, parlava di te e di me.
Mi parve di udire il tuono rombare nel cielo;
Era Hitler su tutta l’Europa, e diceva: “Devono morire”;
Ahimè, pensava a noi, mia cara, ahimè, pensava a noi.
Vidi un barbone, e aveva il giubbino assicurato con un fermaglio,
Vidi aprire una porta e un gatto entrarvi dentro:
Ma non erano ebrei tedeschi, mia cara, ma non erano ebrei tedeschi.
Scesi al porto e mi fermai sulla banchina,
Vidi i pesci nuotare in libertà:
A soli tre metri di distanza, mia cara, a soli tre metri di distanza.
Attraversai un bosco, vidi gli uccelli tra gli alberi,
Non sapevano di politica e cantavano a gola spiegata:
Non erano la razza umana, mia cara, non erano la razza umana.
Vidi in sogno un palazzo di mille piani,
Mille finestre e mille porte;
Non una di esse era nostra, mia cara, non una di esse era nostra.
Mi trovai in una vasta pianura sotto il cader della neve;
Diecimila soldati marciavano su e giù:
Cercavano te e me, mia cara, cercavano te e me.
Il Manifesto del Melbourne Anarchist Club (1886)
Ai popoli dell’Australasia
Il Melbourne Anarchists’ Club rivolge il proprio saluto ai cittadini amanti della libertà di queste giovani colonie e si appella a loro per dare assistenza ai propri membri impegnati a rimuovere quel pubblico sentire e quelle pubbliche istituzioni che sono state trapiantate qui dall’emisfero settentrionale e che ritardano il progresso e il benessere sociali, e a mettere al loro posto i principi di Libertà, Uguaglianza e Fraternità!
Le finalità del Melbourne Anarchists’ Club sono:
1. Sostenere il pubblico interesse nelle grandi questioni sociali del momento, promuovendo in ogni modo possibile la ricerca; promuovere una libera discussione pubblica di tutte le questioni sociali; fa circolare e stampare testi che facciano luce sui mali presenti e sui metodi necessari per eliminarli.
2. Sostenere ed estendere i principi della fiducia in se stessi, dell’iniziativa e dello spirito di Indipendenza tra la gente,
3. Difendere e mantenere i principi di Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Per Libertà noi intendiamo ‘la pari libertà di ciascuno, limitata solo dalla pari libertà di tutti’. Per Uguaglianza intendiamo ‘la pari opportunità di ciascun individuo. E per Fraternità intendiamo ‘il principio che nega le distinzioni di nascita e di classe, afferma la Fratellanza tra gli Uomini e dichiara “il mondo è il mio paese” ‘.
4. Auspicare e cercare di raggiungere l’abolizione di tutti i monopoli e di tutti i dispotismi che distruggono la Libertà dell’Individuo che in tal modo bloccano il progresso sociale e la prosperità.
5. Esporre e opporsi a quella colossale truffa che è il Governo, e sostenere l’Astensione dal Voto, la Resistenza alle Imposte, la Cooperazione Privata e l’Azione individuale.
6. Favorire la Fiducia reciproca e la Fraternità tra lavoratori di ogni categoria e rivolgere la loro attenzione ai comuni nemici: i Preti e i Politici, e ai loro coadiutori, attaccando i principi più che gli individui.
7. Invitare alla cooperazione di tutti coloro che hanno compreso il male innato delle istituzioni di governo, e auspicare la loro rapida dissoluzione per il beneficio generale dell’Umanità.
8. Promuovere la formazione di istituzioni volontarie simili al Melbourne Anarchist Club in tutta la colonia di Victoria e in quelle confinanti e, con il loro consenso, alla fine unirsi a loro per formare l’Australasian Association of Anarchists.
giovedì 14 ottobre 2021
Kropotkin, il Pensiero – parte prima
Lo sforzo teorico di Kropotkin è rivolto essenzialmente verso uno scopo. Dare dignità di scienza all'anarchia. Per comprendere il senso di questo sforzo è necessario considerare il periodo storico nel quale si trova ad operare il "principe dell'anarchia". E' il periodo del massimo sviluppo delle teorie positiviste e scientiste. Le tesi più in voga nel periodo sono essenzialmente due: nel campo scientifico-naturalistico la teoria dell'evoluzionismo darwiniano, con la sua affermazione della inevitabile vittoria del più adatto e del più forte sul più debole. In campo socialista l'affermarsi del socialismo scientifico e in particolare del metodo dialettico e del determinismo economico. In apparenza diversi ed opposti, questi due sistemi si basano su una concezione comune: l'idea della lotta come costante dell'esistenza, sia biologica che sociale, ed il prevalere del più forte, sia esso individuo, animale o classe, come sbocco inevitabile di questa lotta. Kropotkin lancia la sua sfida intellettuale: dimostrare che l'anarchismo è in perfetta sintonia con lo sviluppo e i metodi della scienza, che esso ha basi scientifiche indiscutibili e, soprattutto dimostrare che la vita umana ed animale è prevalentemente basata sulla cooperazione e la solidarietà, piuttosto che sulla lotta. Evoluzionismo, positivismo, determinismo scientifico e creatività popolare sono le armi teoriche usate da Kropotkin per dimostrare il perfetto incontrarsi di anarchia e scienza. In sostanza il tentativo di Kropotkin è quello di giustificare la libertà e l'uguaglianza attraverso una spiegazione di tipo naturalistico. Per Kropotkin "L'Anarchia è il risultato inevitabile del movimento intellettuale nelle scienze naturali, movimento che cominciò verso la fine del XVIII secolo". Il movimento intellettuale nato dall'Illuminismo e dall'enciclopedismo, a causa della sua radicale critica al principio d'autorità, non poteva che sfociare in una concezione anarchica della vita. Il carattere rivoluzionario di questo movimento è dovuto alla sua valenza naturalistica, ovvero al suo riportare i problemi alla propria origine fisico-naturale, operando un disincanto verso tutta la cultura religiosa e metafisica precedente"(gli enciclopedisti) fecero un tentativo di fondare il sapere generalizzato - la filosofia del sapere e della vita- con un metodo strettamente scientifico, respingendo quindi tutte le costruzioni metafisiche dei filosofi precedenti e spiegando tutti i fenomeni con l'azione delle medesime forze fisiche, che erano state per essi sufficienti a spiegare l'origine e l'evoluzione del globo terrestre". Questo indirizzo materialistico ha strappato una volta per tutte i veli mistici e pseudo scientifici che avevano coperto la realtà. Questo metodo si è esteso dallo studio degli astri a quello della chimica, giungendo alfine allo studio delle forme politiche, giuridiche ed economiche della società umana. Quindi la scienza ha una valenza atea, rivoluzionaria e demistificante, perché è grazie alla scienza che è possibile "leggere il libro della natura, compresa ciò che ciò che tratta dell'umanità, senza ricorrere all'idea di un creatore, di una "forza vitale" mistica, o di un'anima immortale, e senza consultare la trilogia di Hegel, né nascondere la nostra ignoranza sotto non importa quale simbolo metafisico".
PRENDI FRA LE MANI LA TESTA – Riki Maiocchi
Due scarpe tu ce l'hai
Due scarpe tu ce l'hai
Puoi andare dove vuoi
Puoi fare ciò che vuoi
Perché tu non lo fai?
Perché non te ne vai, perché?
Un cuore tu ce l'hai
Un cuore tu ce l'hai
Ma pensi troppo ormai
Non sai più quel che fai
Non sai più dove vai
E tutto gira intorno a te
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Dura poche ore la festa
Dopo finirà...
Due scarpe tu ce l'hai
Due scarpe tu ce l'hai
Puoi andare dove vuoi
Puoi fare ciò che vuoi
Perché tu non lo fai?
Perché non te ne vai, perché?
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Dura poche ore la festa
Dopo finirà...
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Prendi fra le mani la testa
E non girerà
Dura poche ore la festa
Dopo finirà...
David Thoreau Wieck
Il 1° luglio 1997, moriva ad Albany, nello stato di New York, David Thoreau Wieck. Nato nel 1921 nell’Illinois in una famiglia in cui l’attivismo politico di stampo radicale era di casa (la madre, Agnes Burns era conosciuta nel movimento sindacale come «la Mother Jones dell’Illinois»), alla metà degli anni Trenta si trasferisce con la famiglia a New York, dove appena quindicenne aderisce all’anarchismo. Alla fine degli anni ’30, mentre è studente alla Columbia University, David matura una scelta di antimilitarismo militante che lo porterà, una volta scoppiata la seconda guerra mondiale, a rifiutare la coscrizione obbligatoria, cosa che nel ’43 lo porterà in prigione. Insieme ad altri obiettori, organizzerà durante la prigionia una serie di azioni di disturbo contro la politica di segregazione razziale attuata nel sistema penitenziario americano. Dovrà aspettare il 17 maggio del 1946 per essere finalmente rilasciato, oltretutto solo dopo vivaci proteste degli ambienti antimilitaristi e pacifisti. Tornato a New York entra a far parte della redazione del periodico anarchico «Why? A Journal of Free Inquiry», uno dei più interessanti e vivaci laboratori di ricerca dell’anarchismo contemporaneo anglosassone. E questo il gruppo in cui lavorano, tra gli altri, Paul Goodman, Audrey Goodfriend, David Koven e Diva Agostinelli, di famiglia anarchica d’origine italiana, che diventa la compagna della sua vita. Alla fine degli anni Quaranta il gruppo originale si disperde e la redazione viene assunta dal solo Wieck, che modificata la testata in «Resistance» continuerà le pubblicazioni fino al 1954. Dai primi anni ’60 insegna filosofia al Polytechnic Institute di Rensselaer, dove partecipa attivamente per tutto il periodo alle iniziative antimilitariste contro la guerra in Vietnam. Nel frattempo scrive diversi saggi sull’anarchismo contemporaneo come Essentials of Anarchism, Anarchism Justice, The Negativity of Anarchism, The Habit of Direct Action ed altri ancora, tra cui una biografia della madre. In italiano è uscito il suo The Negativity of Anarchism, pubblicato in tre puntate nel 1976 su «Volontà» (a.XXIX, nn. 2,3,4) con il titolo Il negativismo anarchico. “Un'Idea come l'anarchismo, come io la concepisco, è un pensiero, un pensiero, una convinzione, un desiderio, uno scopo, una visione della vita, la cui natura è un'insistenza che si realizzi e il cui senso pieno deve manifestarsi solo in la sua realizzazione. Esprime una potenzialità dell'essere umano, riconoscibile dagli esseri umani e abbracciabile come una meta che insieme si sforzano di realizzare. Esiste nei (e come) movimenti sociali, nei (e come) movimenti della mente, nelle (e come) vite, azioni ed esperienze delle persone. Ha fondamento nel presente sociale e nell'oggettività e nella realtà potenziale come scopo condiviso e sociale. Sebbene suscettibile di articolazione, non è essenzialmente concettuale, certamente non razionalista. Al suo centro, come sua *materia*, come sua fonte materiale, è il sentimento -- sentimenti sulle relazioni tra gli esseri umani, sull'identità e sul valore personale, sull'essere umano.” (Tratto da The Negativity of Anarchism)
giovedì 7 ottobre 2021
PIOTR KROPOTKIN – parte seconda
In ogni modo, come ogni altro delinquente, fu rinchiuso nella terribile e tristemente celebre fortezza dei Santi Pietro e Paolo, ove rimase per tre lunghi anni, dal '73 al '76. Ma nel luglio del '76, coll'aiuto del suo amico e compagno Dott. Weimar riuscì a fuggire. Da quel momento cominciò per Kropotkin la tumultuosa ed incerta vita dell'esiliato. Le prove sofferte in patria, non l'avevano punto fiaccato, ma, come succede delle tempre nobili e generose, l'avevano rafforzato. Ed eccolo darsi all'instancabile propaganda dell'Idea, attraverso l'Europa, in Svizzera, Francia, Belgio. Eccolo fondare a Ginevra, insieme con Grave e Réclus, il «Révolté», il cui primo numero porta la data del 22 febbraio 1879. Eccolo espulso dall'Austria, dall'Italia, dalla Svizzera stessa! Eccolo in Francia, arrestato sulla fine del 1882, e coinvolto, anzi parte principale del celebre processo di Lione contro gli anarchici, insieme con Emilio Gautier, Tressaud, Martin, Fager, Sala ed altri. Le pene che il tribunale di Lione pronunciò contro quegli audaci che avevano osato reclamare «il pane per tutti, la scienza per tutti, il lavoro per tutti, e per tutti anche l'indipendenza e la giustizia» furono severissime. Kropotkin fu condannato a 5 anni di prigione e destinato alla casa di pena di Clairvaux. Liberato nel 1886, per l'amnistia accordata da Grévy, dopo la sua rielezione a Presidente della Repubblica, egli corre a Parigi, ove riprende la penna, ove si agita con la parola, aprendo una tribuna popolare alla sala Levis, nel quartiere di Batignolles. Corre quindi in Inghilterra, a Newcastle, dove parla innanzi a 4000 persone che acclamano, con lui, all'Anarchia. Ed espulso ancora dalla Francia non gli resta che rifugiarsi nella grande pace di Londra nebbiosa. La «Conquête du pain», le «Paroles d'un Révolté», omaggio reso a Kropotkin, durante il suo incarceramento di Clairvaux, dall'amicizia solidale di Eliseo Réclus, che raccolse sotto quel titolo una collana di studi sociali dal 1879 al 1882, l'«Anarchie, sa philosophie, son idéal», una delle più chiare ed insieme più concettose esposizioni del contenuto filosofico, scientifico e idealistico dell'Anarchia, la meravigliosa conferenza sulle «Prigioni» pronunziata a Parigi subito dopo la sua liberazione dal carcere, e infine, una serie incessante di articoli storici e sociali, di studi geniali e profondi, come la «Morale anarchiste», «l'Etat et son rôle historique», «le Césarisme» «La Grande Révolution» «Les Temps Nouveaux»,ecc., tradotti e diffusi in tutte le lingue, sono le pietre miliari della via prodigiosa che il nostro compagno ha fatto percorrere trionfalmente all'ideale anarchico, nel dominio della scienza, della sociologia, della filosofia, della storia! Come scienziato profondo e come letterato geniale e poliglotta, Kropotkin collabora alle principali pubblicazioni e riviste francesi, inglesi, tedesche, russe e americane. La conosciutissima Nineteenth Century di Londra l'ha tra i suoi scrittori più accetti e desiderati. Ed egli, il sereno e profondo agitatore dell'anarchismo, se ne vive ora dedito interamente alle sue cure di studioso, di pensatore e di scrittore, insieme con la sua forte compagna e con la gentile figliola, nel quieto romitaggio di Viola, a Bromley, nel Kent, a un'ora circa di distanza da Londra. Uscendo a sud-est dalla bolgia fumosa della metropoli inglese, lo spirito s'allarga a poco a poco e si purifica, come il cielo che si fa a mano a mano più aperto, più limpido, più azzurro, finché si spalanca in una immensa radiosità di splendori sul verde cupo della contea di Kent.
IL MANGIAGUARDIE – Claude Faraldo
Operaio verniciatore della squadra esterna presso la ditta "Gentil", Themroc rimane un giorno sconvolto da assurde discussioni sindacali seguite dagli immotivati rimproveri e castighi da parte di un superiore per aver pizzicato una tresca tra direttore e segretaria.. Semi-impazzito, il protagonista torna al modestissimo appartamento nel quale vive con la madre e la sorella e vi inizia una rivolta radicale: abbattendo un muro esterno, trasforma l'abitazione in una specie di grotta trogloditica e panoramica sul cortile; diviene l'amante della sorella, una ragazzetta minorenne, e poi della dirimpettaia; si esprime a grugniti. Un poco alla volta il suo comportamento diviene contagioso e, per conseguenza, intervengono gendarmi, poliziotti e soldati: ma Themroc li ridicolizza; ne cattura due; insieme ad altri li arrostisce e li mangia. L’intero sistema si sgretola sotto i colpi di un neo-primitivismo, che a poco a poco coinvolge tutta la città dalla quale di notte si alzano urla belluine. Cinema anarchico e gioiosamente corrosivo, Il mangiaguardie di Claude Faraldo si rivela per una visione inconsueta che ci parla di idee di cinema lontane e perdute.
Sotto la furia gioiosamente distruttiva de Il mangiaguardie ci finisce tutto il sistema occidentale, ivi comprese le sue consolidate istituzioni. Finisce a pezzi lo stesso linguaggio umano, rifiutato e riconfigurato secondo espressioni preverbali. Per buona parte Il mangiaguardie non prevede dialoghi, e laddove i personaggi ricorrono alla comunicazione, si affidano a grugniti e parole inventate. Una ribellione a raggio totale che si abbatte contro tutti i tabù di un universo morale, contro tutto ciò che fa parte di un meccanismo a ingranaggi in cui tutto si integra con tutto, e la cui unica vittima risulta l’uomo omologato. Un vero e proprio ritorno alla pre-cultura, dove sono accolti il cannibalismo, l’incesto, la pre-lingua, il concetto di orda. Gli echi sonanti del nuovo linguaggio libertario abbracciano una realtà totalizzante e cosmopolitica e le nuove regole, sono presto indette: re(pro)gredire alla più totale indipendenza, liberarsi da un potere coattivo e sovvertirne le regole limitanti dei diritti o dell'espressione personale. II film di Faraldo rappresenta uno dei casi più anarchici e originali di rivolta contro le istituzioni politiche imposte; sfonda con la devastante forza di un macigno la cupola della società capitalista/perbenista e ne abbatte le regole; la morale; il linguaggio. La primaria originalità del film, sta infatti nel suo inscenarsi mediante una decostruzione linguistica dove la parola è soppiantata da borbottii sordi e incomprensibili, vocaboli soffocati da un gutturalismo primigenio, per tutto il film, non esiste un dialogo di senso compiuto. Il mangiaguardie si delinea realmente come una visione inconsueta, che ci parla di tempi lontani e idee lontane. Un’idea di cinema coraggioso, che non si auto-argina, che va allo scontro con le regole dell’industria. Non le teme, le sfida senza preoccuparsi di vincere o perdere. Qualcosa di decisamente inconcepibile (tranne rare eccezioni) per il cinema di oggi.
I disastri dello sviluppo capitalistico
I disastri, che si a bbattono con tanta violenza sulla nostra terra, sono l’effetto perverso di due secoli e mezzo di sviluppo capitalistico. Uno sviluppo basato su due fattori fondamentali: lo sfruttamento della classe operaia e la rapina delle risorse naturali del pianeta. Si è avuta una crescita economica senza precedenti. Le condizioni di vita, almeno in occidente, sono considerevolmente migliorate. Il prezzo pagato, però, è stato caro. Sono aumentate le disuguaglianze sociali e territoriali. Il divario tra livelli di povertà e ricchezze smisurate nelle mani di pochi è diventato intollerabile. Uomini e cose sono sottomessi alla logica alienante e disumana del massimo profitto. Questione sociale e questione ambientale si intrecciano. La quantità di C02 emessa nell’atmosfera,\ per soddisfare le esigenze del mercato, è sempre maggiore. Da qui il climate change. Ma sono i paesi poveri a subirne le conseguenze più pesanti. L’acqua del mare si innalza e invade i campi coltivati del Bangladesh, distruggendone la fertilità. Le dune del deserto avanzano nei villaggi e nelle città delle aree subsahariane e, a causa della siccità e della fame, si determina una forte spinta alle migrazioni di massa. I governi dei paesi occidentali, in genere a trazione liberale, sono convinti che una trasformazione radicale del sistema energetico avrebbe conseguenze devastanti sull’industria dell’auto, sulla chimica e sugli altri settori da cui dipende la ripresa economica. Il punto è proprio questo. La conversione ecologica non è compatibile con l’idea della crescita illimitata. Il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili presuppone un cambiamento profondo nel modo di produzione e di consumo, e negli stili di vita. La «transizione» non può ridursi ad escamotage per rinviare il momento di scelte strategiche e risolutive. La sinistra sembra accomodata nel ruolo di coscienza critica del pensiero liberal. Stenta a diventare protagonista di un’iniziativa autonoma e di massa che ponga al centro la contraddizione insanabile tra la logica del profitto e l’esigenza di salvaguardare il pianeta.
Il monito di Rosa Luxemburg «socialismo o barbarie» risuona più che mai attuale.