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giovedì 16 giugno 2011

DEATH politica

Siede arbitro il Caos, e con le sue decisioni raddoppia, ancora il contrasto per il quale regna; presso a lui governa supremo il Caso.”

Nella scena politica degli ultimi due secoli é essenziale almeno aver corso il rischio di essere ucciso o di uccidere. Nella nostra civiltà politica, la scena, la morte, il pensiero e il sangue sono strettamente congiunti; dove l'azione storica ha bisogno di essere azione scenica per avere senso e azione violenta per essere creduta reale. Ha bisogno di essere scenica, cioè di ripetere un modello, di riatualizzare un mito, di recitare un testo, perché pretende di creare al di sopra della società reale, una società ideologica, una società di pensiero, una società razionale, basata sul consenso, sull‘opinione pubblica, sulla socializzazione del sapere; ma appunto perciò nello stesso momento non può darsi soltanto e semplicemente come rappresentazione, come scena, come spettacolo, senza cadere nella farsa, ed é costretta a mantenere questa finzione con la morte, e nei casi estremi con il terrore. Quindi la politica si fonda su un atto "criminale" (il regicidio, la resistenza, la rivoluzione); questo perché il crimine moderno non esiste separato dalla politica, ma ne cerca la protezione almeno quanto la politica cerca la spregiudicatezza. La politica é il delitto, esattamente come il delitto é politico.
(Archivio Bodos)

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