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giovedì 6 ottobre 2011

1977, tracce alfabetiche di sogni infranti

Riaprire una porta, guardare negli scaffali della memoria, togliere muffa e polvere dai ciclostili a mano abbandonati e accatastati su bandiere e bottiglie oramai secche di benzina.
Nessuna storia, nessuna verità, nessun pistolotto pro o contro quello o quel ’altro “avevi ragione tu avevo ragione io”, niente di tutto ciò! Solo un percorso emozionale senza distruggere ragnatele e sogni, senza analizzare parole o pensieri di cose e persone che non ci sono più.
Lasciarsi andare un attimo a sentimenti e aliti di sorrisi lontani, non razionalizzare e criticare documenti e volantini o date, ma appoggiarsi sulle pieghe di comunicati sgualciti e giornali ingialliti fuori.
Nessuna pietà nel dimenticare capi, leader e avanguardie, negli scaffali della memoria non c’è posto per chi in fondo ma non troppo voleva comandare, dirigere, profetizzare.
Niente di tutto questo ma solo lucciole che nel buio ci ricordano squarci  di luce folgorante, attimi di rivolta esaltante, profonde carezze femminili e/o maschili sui nostri fazzoletti calati sul viso, sui corpi nudi nei parchi, gioiosa rivoluzione permanente guardando fotografie sfuocate su un alfabeto dimenticato

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