Il vero volto della morte moderna, fatta dalla connessione oggettiva, senza difetto, rapida, di tutti i termini di un sistema. Le nostre vere necropoli non sono più i cimiteri, gli ospedali, le guerre, le ecatombe, la morte non è affatto là dove si pensa; non è più biologica, psicologica, metafisica, non è nemmeno più omicida. Le sue necropoli sono le cantine o le sale degli elaboratori elettronici, spazi bianchi, epurati da qualsiasi rumore umano, bare di vetro dove si congela tutta la memoria sterilizzata del mondo. Solo i morti si ricordano di tutto; qualcosa come un’eternità immediata del sapere, una quintessenza del mondo che oggigiorno si sogna di seppellire sotto forma di microfilm e d’archivi, archiviare il mondo intero affinché sia ritrovato da qualche generazione futura. Criogenizzazione di tutto il sapere nell’immortalità come valore/segno.
(Archivio Bodo’s Project 1985)
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