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giovedì 10 maggio 2012

Noi non temiamo le rovine


L'umanizzazione del pianeta e dell'universo naturale, l'umanizzazione dell'uomo stesso, è il possibile, che traspare al di là dei diagrammi del collasso capitalista, al di là della mostruosità imposta al mondo e agli uomini da un modo di produzione necrotizzante, fondato sulla valorizzazione del falso.
La produzione di profitto mortifero e di sottouomini ad esso incatenati deve avere fine, o finirà ogni progetto umano. Questa certezza realizza e incarna, nel movimento reale, il contenuto delle teorie rivoluzionarie del passato  superando la loro forma ancora idealisticamente coscienziale. Il passaggio in armi dalla speranza alla certezza, dalla coscienza alla esperienza vivente, alla vera gnosi, è la transizione necessaria.
La certezza fatica a liberarsi dalle forme vuote in cui l'ideologia la trattiene; a mano a mano che la falsa guerra sceneggiata dalla ideologia mostra ai rivoluzionari la corda con cui strozza il loro furore, la certezza avanza, la vera guerra procede.
E' questo il compito della critica radicale.
Noi illustreremo al mondo nuovi principi traendoli dai principi del mondo.
Fatica e lotte di uomini hanno strappato ai principi del mondo il segreto di un mondo finalmente possibile, hanno fatto propria la coscienza di una speranza il sogno di una cosa. Si tratta oggi di infrangere  l'ultimo diaframma, di fare proprio il mondo stesso.
Noi non temiamo le rovine, erediteremo la terra, questo è certo. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi e questo mondo ogni momento che passa cresce. Sta crescendo proprio adesso che stò parlando con voi. 

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