Stanno per chiudere il parco.
Negli stagni
nascono improvvisamente ampie caverne
dove un lieve palpitare di foglie
denuncia gli alberi in ombra.
Un sangue debole di consistenza,
una linfa rosacea,
si è sparsa senza riposo
in certi angoli del bosco,
su certe panchine.
Stanno per chiudere il parco
E l’infanzia di giorni impassibili e soleggiati,
svanirà per sempre nelle tenebre irrecuperabili.
Ho alzato un braccio per impedirlo;
ora, più tardi, quando ormai nulla si può fare.
Provo a chiamare e una garza funeraria
affoga ogni mio sogno
non lasciando altra vita
che questa di ogni giorno
logora e aliena
alla tesa veglia di altri anni.
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