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giovedì 11 luglio 2013

le 10 regole del controllo sociale


1 – strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
 2 – strategia dell'inganno. Si crea il problema e poi si offre la soluzione. Si crea cioè una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure  organizzare attentati e gestire direttamente gli atti terroristici per fare in modo che sia il pubblico stesso a pretendere le leggi sulla sicurezza  a discapito delle libertà. 
3 – strategia della gradualità. Per far accettare misure altrimenti inaccettabili, si stabilisce una gradualità di imposizioni, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche e politiche più confacenti agli interessi del momento delle élite politiche vengono imposte con la minima resistenza possibile: autoritarismo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantiscono redditi dignitosi.
4 – strategia del differire. Per far accettare decisioni impopolari occorre talvolta presentarle come “dolorose e necessarie” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
5 – strategia del buon padre. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa parole, rappresentazioni, discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
6 – strategia dell'emotività. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7 –strategia dell’ignoranza. le super-specializzazioni, l'ìper- tecnologismo, fa si che la gente si senta incapace di comprendere  tecniche e metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere  più povera e mediocre possibile, ma al tempo stesso deve essere improntata dall'autoritarismo e dalla gerarchizzazione dei rapporti.
8 – strategia della mediocrità. Rapporti mediocri, analisi mediocre, comportamenti mediocri, assenza di senso critico,  volgarità divengono gli elementi sui quali si intrecciano i rapporti sociali. Le varie declinazioni della stupidità, della volgarità dell'ignoranza divengono le modalità standard di comunicazione pubblica e privata
9 – strategia del senso di colpa. l'individuo (de-individualizzato, ignorante, dipendente) diviene solo lui responsabile della proprie disgrazie, come tale non è più in grado di "vedere il nemico" di vedere colui che l'opprime  e anziché ribellarsi contro il sistema economico e politico si auto condanna all'inazione
10 – strategia della dipendenza. La tecnologia, le super-specializzazioni, la medicalizzazione diffusa, la scuola, il lavoro salariato, l'assenza di lavoro, hanno creato masse di uomini e di donne incapaci di agire criticamente come individui, incapaci di gestire autonomamente  e liberamente  le loro vite. Masse di persone sempre più divengono dipendenti da aggeggi super-tecnologici, da farmaci miracolosi che promettono l'assenza di malattia e che creano dipendenze fisiche e psichiche, scolarizzazioni obbligatorie  che determinano al tempo stesso marginalità e comportamenti massificati, l'assenza di lavoro come ricatto, il lavoro salariato come spersonalizzazione.

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