Il decreto formale per l’internamento in manicomio di Carlo Cafiero venne emesso dal Tribunale di Firenze il 13 febbraio 1883. Il 7 marzo 1883 il Tribunale di Firenze dispone la definitiva associazione di Cafiero al Regio Manicomio di Bonifazio; sia l’autorità sanitaria che quella giudiziaria sono orientate contro l’eventualità di una liberazione, sia pure condizionata alla custodia domestica.
Dai documenti che accompagnano i ricoveri vari del povero Cafiero, allora, si ricava una serie di elementi che vanno a costituire il suo paradigma psichiatrico.
Alcuni esempi di questi elementi – ascrivibili al versante medico-igienico:
Cafiero non voleva più lavarsi
Si denudava (si tagliava addosso i vestiti, anche)
Si alimentava di soli liquidi, o pesce, o cioccolata
Parlava da solo (anche in francese, o in tedesco)
Fumava molto
Diceva di ricevere benefici influssi dai pavimenti
Era ipocondriaco
Rideva in modo strano (come un grido di pavone)
A volte era aggressivo con i medici (ma raramente)
Si tagliava più peli che poteva (e diceva che aspettava la crescita delle penne, per volare)
Almeno in un caso si è dato all’iconofagia (mangiando fotografie di persone care, per purificarsi)
Poi, (per la sezione meno tradizionalmente medicalizzata del paradigma):
Era darwinista e, al contempo, creazionista: materia e forza sono eterne, uomo, bestie e piante si possono trasformare ma sono creati ab eterno
Sostiene che l’ultima fase dell’evoluzione sarà la spiritualizzazione della materia
Quindi, è teleologista
Vorrebbe unire i socialisti con i gesuiti
Parla dell’occhio della mente
Firma apponendo una croce cristiana dopo il proprio nome
Credeva in una sorta di simbolismo cromatico
Invia “telegrammi” gestuali (comunicazione telepatica)
Ipotizza l’esistenza di una macchina duplicatrice
Sogna di fare il marinaio nella Marina Inglese
E, a quanto pare, per un anno intero non ha “consumato” il matrimonio.
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