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giovedì 19 settembre 2013

LA FAMIGLIA

Il sorgere della proprietà privata, basata sulla divisione dei terreni, del bestiame, aggravata dalla metallurgia e da nuove divisioni del lavoro e degli oggetti prodotti dal lavoro, portò il passaggio dalla società matriarcale a quella patriarcale. L’uomo assunse il governo anche nella casa; la donna fu avvilita, asservita, divenne la schiava del suo piacere e un semplice strumento di riproduzione. L’uomo, che ormai era quello che accumulava ricchezza, voleva sapere con esattezza che i figli fossero i SUOI e non di un altro, per lasciare a loro l’eredità dei suoi beni. Ma per avere questa sicurezza non poteva fare che una cosa: schiavizzare la donna e imporle una castità e fedeltà coniugale rigorosa.
La famiglia è la cellula ideale di una società basata sul profitto, dove si dà all’operaio la possibilità materiale di vivere e quindi di produrre (garantita dal lavoro a tempo pieno e improduttivo della moglie) di far vivere i propri figli (anche questo sarebbe impossibile senza il lavoro della donna) e quindi riprodursi.
Il modello famigliare è ben preciso: il capofamiglia che procura i soldi, la moglie che fa funzionare la casa, i figli che consumano e basta. Tutto questo è determinato da una necessità economica imposta dall’organizzazione capitalistica della produzione in questa fase del suo sviluppo.
La donna diventa un angelo in scatola che le mura domestiche separano dal resto del mondo. Non avendo la possibilità di pagare dei servizi (asili, ecc.) il suo ruolo le si chiude addosso ed è costretta a svolgere funzioni prettamente domestiche: una statistica dice che in Italia le donne non rientrano a lavorare dopo la maternità, se non in numero ridottissimo.
E tu figlio, ti vedi programmato il tuo affetto, i tuoi rapporti umani per tenere bene in piedi un ferreo sfruttamento. Il movente economico è quello della società borghese, in cui il lavoro di molti deve servire a pochi per accumulare capitali.
Lavori alienanti, orribilmente pesanti, pericolosi, monotoni, da far fare alla classe sociale più povera, ricattata nella vita, perché deve mantenere una famiglia. Condizionata a produrre dei buoni cittadini perché non si renda conto della sua forza di massa, dell’ingiustizia subita ogni giorno, perché non si accorga e non si ribelli.
Ti senti dire da loro che se studi non farai la loro stessa fine, mentre studiare e farsi una posizione vuol dire mettersi in una condizione per cui è più difficile per il padrone poterti sfruttare.

(Tratto da: Manuale di autodifesa e di lotta per i minorenni CONTRO LA FAMIGLIA, Stampa Alternativa Roma 1974)

1 commento:

  1. cos'è sta m e r d a???

    la famiglia è SACRA

    queste stronzate marxiste handicappate raccontatele ai cerebrolesi di lotta comunista e co (frequentati da borgheselli del cazzo schifosamente ipocriti)

    lelamedispadaccinonero.blogspot.it

    mi piacerebbe ricevere una risposta sensata circa la m e r d a che ho appena letto

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