Luna Nera di Louis Malle film fantastico, senza effetti speciali ma immerso meravigliosamente nel quotidiano in piena libertà espressiva e continua ricerca formale in una storia per niente lineare. Una versione aggiornata di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll in cui l’inconscio ed il sogno prendono il sopravvento.
Nella casa assistiamo ad una serie di incontri surreali: un unicorno, una vecchia signora che parla con un topo, due giovani, una ragazza e suo fratello legati da uno strano rapporto, un gatto che si interessa di musica, un maialino che mangia con dei bimbi nudi.
Nella sua Luna Nera Malle non intende comunque offrirci una lettura freudiana della nostra realtà ma piuttosto, attraverso la sua protagonista Lily, un viaggio verso la scoperta del proprio equilibrio e la propria maturità sessuale. Non a caso tutte le donne del film si chiamano Lily e rappresentano le tre diverse età della stessa persona, dall’adolescenza alla maturità fino alla vecchiaia e di conseguenza alla morte.
Il regista crea un racconto ipnotico, più suggerito che mostrato, in cui le ossessioni di un periodo preciso, come il caos di una civiltà che non rispetta più i suoi valori e che anzi ne contesta le basi fondamentali.
Un film girato negli anni 70 dove Malle con linguaggi diversi che vanno dalla psicanalisi alla metafora, frullando il tutto in chiave etico - politica, ci parla del malessere dell’adolescenza, di un mondo dominato dalla guerra e dalla civiltà avvolta nella merce.
Un testo cinematografico che non ha bisogno di essere letto o interpretato ma semplicemente vissuto e visto.
Praticamente muto, a parte le sequenze in cui si parla una lingua incomprensibile, e quella con il liocorno chiacchierone e filosofo. Luna Nera più che sogno - incubo è una favola senza morale dove angoscia e inquietudine si mescolano con un umorismo tutto cerebrale.
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