COS’ È LA CIVILTÀ di Lev Tolstoj
La teologia medievale, o la corruzione morale, avvelenarono soltanto i loro popoli, cioè una piccola parte dell’umanità; oggi l’elettricità, le ferrovie e i telegrafi rovinano il mondo intero. Ognuno si appropria di queste cose. Semplicemente non può far a meno di farle proprie. Ognuno ne soffre nella stessa maniera, costretto in egual misura a cambiare il suo modo di vivere. Tutti si trovano nella necessità di tradire quel che è più importante nella loro vita, la comprensione della vita stessa, la religione. Macchine, e per produrre che cosa? Telegrafo, per trasmettere che cosa? Libri, giornali, e per diffondere qual genere di notizie? Ferrovie, per andare da chi e dove? Milioni di persone aggregate insieme e sottomesse ad un potere supremo, per far che cosa? Ospedali, medici, farmacie per prolungare la vita, e a qual fine?
Quanto facilmente sia gli individui che nazioni intere prendono la loro cosiddetta civiltà per una vera civiltà; affinarsi con gli studi, avere le unghie pulite, andare dal sarto e dal barbiere, viaggiare all’estero, ed ecco fatto l’uomo civile. E per quanto riguarda le nazioni: quante più ferrovie è possibile, accademie, officine, navi, fortificazioni, giornali, libri, partiti, parlamenti. E così ecco fatta la nazione più civile.
Dunque un numero abbastanza grande di individui, come pure di nazioni, può esser interessato alla civiltà, ma non al vero progresso. La prima è facile e incontra approvazione; il secondo chiede severi sforzi, e perciò presso la grande maggioranza non incontra altro che disprezzo e odio, poiché rivela la menzogna della civiltà.
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