Translate

giovedì 12 dicembre 2013

L’invenzione dell’ecologia

La parola ecologia compare nel 1806 con Haeckel, in tedesco, e nel 1874 in francese, mentre bisognerà aspettare il 1964 per il termine ecologista. Nel XIX secolo, il termine indica la disciplina che studia i rapporti tra gli essere viventi e i loro ambienti.
Charles Fourier (1772-1837) mette in relazione il modo di produzione industriale e la cattiva qualità degli alimenti, dei prodotti, dei cibi, delle bevande. Nel Nuovo Mondo industriale e societario, Fourier disserta sui cattivi alimenti che, presenti in grande quantità sulla tavola dei poveri, costituiscono dei veri e propri “veleni a lenta azione”. I cibi naturali sono scomparsi, distrutti dalla produzione delirante nel falso regime di Civiltà, in altre parole, un regime di produzione liberale. A causa del libero mercato, della tirannia degli intermediari, della passione per il lucro dei commercianti, non si trova più nulla di buono: vino, olio, latte, carne, verdure, acquavite, zucchero, caffè, farina, tutto è formattato dal mercato, per il mercato.
L’organizzazione capitalistica ha distrutto la qualità di ciò che gli uomini ingeriscono: ad esempio i vermicelli sono ridotti a “colla rancida” messa a punto affinché la massaia possa guadagnare tempo con pietanze facili da preparare, a buon mercato, ma immangiabili; le carni “rancide e infette” perché l’allevatore accelera le fasi di crescita dell’animale per immetterlo prima sul mercato e ricavarne un profitto più rapido; i pascoli inquinati dal letame che trasmette un sapore schifoso ai cibi ottenuti mediante l’erba e la terra; i vini adulterati con prodotti chimici; i raccolti, effettuati anzitempo, che immettono sul mercato frutta e verdura non ancora matura, immangiabile.
Fourier mette in relazione la qualità degli alimenti e la salute della popolazione. Ad esempio la sterilità, maggiore presso coloro che vivono in città e si nutrono di prodotti cattivi che non in quelli che vivono in campagna, ancora relativamente preservati da questa corsa ai prodotti infettati da parte del capitalismo produttivista moderno. Intuizione, dunque, dell’intossicazione, delle malattie, dei danni alla salute della popolazione causati dai cibi adulterati messi in circolazione da mercanti ossessionati dall’accrescimento dei propri benefici.
Solo i ricchi possono comprare prodotti di qualità, più rari e quindi più costosi e alla portata delle loro borse. I poveri, invece, muoiono di fame perché non hanno nulla da mangiare, o perché il poco che mangiano è adulterato, corrotto o rovinato dalla chimica, dal produttivismo esagerato e dalla corsa al guadagno.
La Civiltà distrugge il pianeta, Fourier parla esplicitamente del “deterioramento materiale del pianeta” ed elenca i sintomi: la temperatura si vizia rapidamente; gli eccessi climatici divengono abituali; alcune regioni vedono scomparire le loro colture ancestrali; la scomparsa delle mezze stagioni; la fine delle foreste; l’inaridimento delle sorgenti; lo scatenarsi degli uragani.
Chi si sognerebbe di affermare che si tratta di un bilancio dell’inizio del XIX secolo?

Nessun commento:

Posta un commento