Il debito è promessa di lavoro futuro, è sottoporsi alla certezza
che domani dovrai lavorare di più per produrre di più. Insieme
all’ideologia del lavoro è il principale meccanismo di asservimento a
disposizione del sistema.
Il neoliberismo ancorché sconfitto dai fatti che sconfessano fede
nei mercati e deregulation, continua a replicarsi, perché è
principalemente un’ideologia politica che s’ammanta della retorica
dell’efficienza economica. Il neoliberismo vuole escludere ogni
alternativa al capitalismo, per dimostrare che è l’unico sistema
possiibile. La crisi è la dimostrazione della sua
insostenibilità economica.
Si esce da questa crisi con un controllo democratico sull’emissione
di moneta. Oggi le banche centrali sono isolate ad arte dalla
democrazia. Sono la roccaforte dell’1%, di quei banchieri internazionali
che non hanno rispettato le regole e giocato d’azzardo precipitando
tutti. Risultato: ai banchieri vanno
triliardi, al 99% tagli e austerità. Paghiamo per chi si è già
enormemente arricchito sulle nostre spalle negli ultimi trent’anni, da
quando la moneta è diventata circolazione del debito.
Il movimento Occupy è un ritorno alla democrazia reale, radicale,
diretta. Il sistema delle lobby ha legalizzato la corruzione ed
espropriato le nazioni della democrazia. Occupy si è radicato in città
grandi e piccole focalizzandosi su questioni di solidarietà e
sopravvivenza concrete.
Vogliono farci credere che l’unica alternativa al fallimento del
neoliberismo sia la catastrofe. Vogliono impedirci di immaginare
un’altro sistema oltre il capitalismo. Ma il nostra compito è proprio
questo: immaginare e sperimentare reti di promesse e impegni economici
che si reggano su principi di solidarietà, gratuità e reciprocità, invece che di
disuguaglianza e dominazione.
Oggi ci vuole un grande giubileo del debito, l’esatto
opposto di chi vorrebbe moralizzare la crisi, addossando ai popoli la responsabilità di decenni di politiche economiche redistributive
verso l’alto.
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