Translate

giovedì 4 settembre 2014

AMERICA 1929 STERMINATELI SENZA PIETA' di Martin Scorsese

America, Grande Depressione. Bertha Thompson è una ragazza con un dramma alle spalle, ha visto morire il padre aviatore per mano del suo padrone schiavista. Salita su un treno merci, incontra ‘Big’ Bill Shelly, un sindacalista sovversivo che tenta disperatamente di far valere i suoi diritti e quelli dei suoi compagni. I due s’innamorano, ma, dopo una notte di passione, l’uomo abbandona la ragazza. Giunta in una cittadina, la donna conosce Rake Brown, un uomo che si procura da vivere imbrogliando i suoi avversari al gioco delle carte. Con il suo aiuto, Bertha riesce ad organizzare un piano per liberare ‘Big’ Bill Shelly, nel frattempo messo in carcere. Ci riesce, ma presi dall’euforia della libertà i quattro (a loro si aggiunge un nero, anch’esso dotato di una sana dose di rivalsa) cominciano a delinquere, rapinando banche e case di ricchi signori. Scopo della banda è quello di sabotare la ferrovia del Sig. Sartoris, un avido e malvagio ferroviere. L’operazione, se solo portata a buon fine, farebbe uscire i malviventi dalla crisi della Grande Depressione e apporterebbe un po’ di pace nelle loro vite. Infatti, il sogno di Bill però non è ancora realizzato, egli vorrebbe difatti distruggere la ferrovia, e decide così di rapire il proprietario e chiedere un ricco riscatto. Purtroppo cadono in una trappola nella quale Rake è ucciso. Berta riesce a fuggire ed arriva a Washington dove per sopravvivere è costretta a prostituirsi. Una sera riconosce la musica del ragazzo di colore e da lui si fa portare dove Bill si nasconde dopo essere evaso. Qui però sono raggiunti dagli esecutori che dopo averli massacrati di botte crocifiggono Bill alla parete di un vagone. Il ragazzo di colore vendica Bill uccidendo gli uomini del proprietario della ferrovia a colpi di fucile. Il treno riparte con il corpo di Bill ancora appeso e Berta che lo insegue.
Nel corso del suo viaggio la protagonista si associa ad altri “marginali”, espulsi o marginalizzati da una società che appare classista e psicotica. I compagni di viaggio di Bertha sono dei simboli del lungo apartheid americano. Un nero, che suona continuamente l’armonica, un ebreo newyorkese, baro dalle pessime carte e dalle fortune ancora peggiori, isolato sia perché ebreo sia perché newyorkese nel profondo Sud, e un sindacalista socialista, Big Billy Shelley  che sperimenta il furore ideologico di un’America ricca e abituata a un atteggiamento psicotico verso le rivendicazioni meno accondiscendenti delle classi lavoratrici.
Da una parte, con Bertha e i suoi compagni, l’America che Scorsese prende ad esempio, caricando indubbiamente di valore positivo una figura classicamente negativa come quella degli “assaltatori” di treni, è quella libertaria e radicalmente antiborghese degli hobos, personaggi a metà tra gli homeless e i moderni hippies. Nomadi, sessualmente liberi, ostili al lavoro coatto ma non per questo disimpegnati, questi hobos rappresentano la nemesi del conformismo borghese con cui vengono, quasi per necessità, a scontrarsi. Dall’altra parte si pone l’America del potere centralizzato e oligarchico, l’America delle corporations in fase di avanzamento e dei padroni, che è inorridita da questa manifestazione di libertà e “disfattismo” al punto da perseguitarla come un impero farebbe con i discepoli di una religione nemica. 
Liberamente tratto dall’autobiografia di Boxcar Bertha Thompson, America 1929 (sterminateli senza pietà) è il secondo film di Martin Scorsese la storia narrata è quella, di Bertha Thompson, che, dopo aver perso il padre a causa di un incidente sul lavoro, intraprende un viaggio lungo le strade, ferrate e non, degli Stati Uniti utilizzando quei Boxcar delle ferrovie – i vagoni merci aperti – da cui prenderà il suo soprannome. 
L’opera richiama sullo sfondo quella crisi che sconvolse gli equilibri  di allora: l’America, infatti, si popolò di vagabondi che cercavano un lavoro occasionale per sfamare loro stessi e la propria famiglia, ma si popolò pure di disperati pronti a tutto, di sindacalisti arrabbiati, di avventurieri per cui ogni espediente era buono per sopravvivere. Aumentò di conseguenza la criminalità e anche la violenza. Si accentua ovviamente e a volte si radicalizza lo scontro sociale facendo emergere non tanto un odio classista ma un odio razzista. Non a caso i protagonisti sono: una donna, cioè una puttana, un ebreo, uno “sporco negro” e un comunista.
Una violenza individualista, che vuole con forza e rabbia sganciarsi dalle istituzioni, dall’autorità politica, da un mondo culturale e sociale ritenuto ormai corrotto, ipocrita e superato.


Nessun commento:

Posta un commento