Combattere contro la rassegnazione, l’indifferenza, il provincialismo culturale e morale, la subordinazione per destino prescritto, il perbenismo da salottino moderno, i miti televisivi, l’importazione di modelli estranei con vetrine di lusso, il folklore per i turisti, il patriarcalismo nelle famiglie, la tremenda oppressione femminile, la disgregazione e la disperazione giovanili, lottare e organizzarsi ogni giorno e ovunque. Lottiamo contro le falsità democratiche dei burocrati in poltrona girevole, contro la pazienza che ci insegnano sindaci, preti, professori e sindacalisti per nascondere le loro sporcizie e le villette in campagna o al mare, contro la mafia e il suo terrorismo, la sua omertà, i suoi guadagni,
Autonomia è dunque realtà, lotte, esigenze, programma. A noi sta convogliare e organizzare i mille momenti di lotta in un unico potente cuneo che separi in due quest’unico mondo e sotterri la borghesia.
(Tratto da: mo’ basta! aizamm’a capa, giornale dell’autonomia proletaria calabrese, ottobre 1976)
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