Questo modo di vivere la banca come ieri si viveva il tempio si dimostra, dal punto di vista delle forme economiche, ancora più oppressivo di quello concesso loro dalle sue forme cartacee e metalliche. La cashless society, infatti, è una società nella quale la penetrazione capillare dell'informatica ha raggiunto un punto tale per il quale, la materializzazione del denaro in banconote è addirittura un ostacolo alla circolazione dei capitali e, dunque, al profitto controllato in tempo reale. Ma c'è di più, questa forma immateriale del denaro crea nuove dipendenze e al tempo stesso attenua il suo triviale impatto materiale, favorendo l'identificazione dell'individuo con il denaro, costringendolo a mendicare crediti. Dunque, a mentire, simulare, falsificare e, soprattutto, a perdere il controllo sui segni materiali, che formano l'equivalente generale del valore informatizzato. In definitiva, a smarrirsi nel progresso della circolazione dell'astrazione che ha un fine: la formazione di un mercato perfetto, vale a dire, ontologico. Un mercato nel quale la prima funzione del denaro è dominare, non circolare, facilitando il passaggio della ricchezza sociale nell'immaterialità. Tutto ciò spiega perché la funzione del denaro nelle sue configurazioni moderne tende ad aumentare, invece di essere abolita. In sostanza, tende ad essere consolidata come una forza di polizia che consente i calcoli burocratici della sopravvivenza. Il fatto poi che questa funzione appaia irrazionale nella sua razionalità, non fa che dimostrare come ogni progresso sviluppi nuove contraddizioni in un sistema il cui fine ultimo è la spoliazione sociale.
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