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giovedì 8 febbraio 2018

William Morris Notizie da Nessun Luogo

William Morris, socialista, anarchico, architetto e cultore della tradizione artigianale minacciata dal «progresso» della tecnologia industriale, esponente della scuola preraffaellita, creatore di comunità artistiche che avrebbero influenzato lo sviluppo delle arti e della cultura in Inghilterra, William Morris, uno dei tanti scrittori di utopie del diciannovesimo secolo, ha composto una delle più belle, e più anarchiche, descrizioni di una società futura, quello straordinario News from Nowhere che ha rappresentato, soprattutto nei paesi anglosassoni, un caposaldo e un precursore della letteratura «fantascientifica» che tanto sviluppo avrà nel ventesimo secolo.
Nato nel 1834 da agiata famiglia borghese, compiuti gli studi ad Oxford, la sua prima formazione culturale fu orientata al recupero di un «ritorno al gotico» su ragioni sociali di colore libertario, con particolare attenzione alle antiche libere associazioni corporative dei lavoratori. Sostenitore della tesi che «un’arte fatta dal popolo per il popolo è felicità per chi la crea e per chi ne usa», seppe poi coniugare questa sua aspirazione artistica, concretizzatasi nel notissimo laboratorio artigiano di arte applicata e arredamento «Arts and Crafts», con un forte impegno sociale fatto di conferenze, comizi, scritti e iniziative di agitazione a fianco delle vittime del duro sistema industriale dell’Inghilterra dell’ottocento. Nel 1885 fondò la «Lega Socialista» dal chiaro sapore anarchico e ne diresse il giornale The Commonweal, ove esprimeva appassionatamente le sue teorie sulla possibilità di una emancipazione popolare capace di attuarsi anche attraverso gli strumenti della libera arte. L’ultima sua fatica fu la creazione di un laboratorio per la stampa e la legatura a mano dei libri, che lo tenne impegnato fino alla morte, avvenuta in povertà nel 1896. 
News from Nowhere è un riassunto di ardite e originali concezioni sociali, un esercizio ideale che si inserisce nel ricco filone della letteratura utopistica sviluppatasi in Europa dopo la Rivoluzione francese, allorché la caduta della monarchia consentiva alle menti più aperte e fantasiose di immaginare società future, perfette, felici e ispirate ai principi di libertà, fraternità e uguaglianza. A differenza però di molti «colleghi», come Cabet, Bellamy, Fourier, la società che ha in mente Morris non è affatto una struttura chiusa e predeterminata, nella quale tutto è già deciso e il sistema di regole prospettato prevede un fermo controllo autoritario, ma
piuttosto una società aperta, passibile di sviluppi e progressi, nella quale nessuno esercita o può esercitare autorità, e dove la felicità e la serenità del singolo si riflettono nella felicità e nella serenità della intera comunità. Una vera utopia libertaria dunque, con aspetti magari ingenui ma dove è possibile vivere una situazione profondamente «anarchica», dove le istituzioni coercitive sono un ricordo del passato e l’unica autorità rimasta è quella nata, spontaneamente, dal lavoro liberato. Lavoro liberato che diventa creazione artistica e vita naturale, in perfetta sintonia con l’esigenza primaria dell’uomo nuovo, non più schiavo e vittima di bisogni indotti, ma capace di costruire, nell’attività fisica e intellettuale, il proprio compimento. 
La trama è quanto mai semplice. William Guest, militante
libertario, rientrato a casa dopo una accesa discussione coi compagni sulle prospettive della futura rivoluzione sociale, si trova trasportato nella Londra del XXI secolo. Qui, confuso e incuriosito, conosce il barcaiolo Dick e il vecchio bibliotecario Hammond, che gli illustrano le caratteristiche, straordinarie per l’anarchico William, di quella loro nuova società, dalla quale sono definitivamente e concordemente banditi lo sfruttamento capitalistico e le istituzioni autoritarie. Un «mondo nuovo», una Londra immaginaria, senza più i grandi stabilimenti industriali e le cattedrali del capitalismo, ripulita dai fumi, dalla sporcizia e dalle tenebre della società del profitto, immersa e inserita in una campagna rigogliosa e attraversata da un Tamigi divenuto un serafico luogo di delizia. Consapevole del propri limiti L’autore evita volutamente, di prospettare un sistema chiuso e predeterminato, molto viene lasciato nel vago, per permettere al lettore di stabilire una specie di relazione interattiva con il racconto. Una originale forma di rispetto, quindi, che permette di capire, più di tante altre cose, l’approccio esistenziale profondamente libertario di Morris. 

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