La maliosa vivacità di Maude riaccende gradualmente in Harold l'interesse per la vita, attraverso una lenta ma saggia riscoperta dei valori della natura. La linda e calda casettina ove abita Maude, la suggestione per l'arte pittorica, lo stupore dei sensi, azionati da una strana macchina, la bellezza dei fiori, del canto, della musica, delle piante, dei boschi e degli uccelli affascinano il ragazzo.
Nella scena madre del film, Maude chiede ad Harold quale fiore vorrebbe essere, lui risponde una margherita, perché sono tutte uguali. Allora lei lo corregge dicendo che non è assolutamente vero: “certe sono più piccole, certe più grosse, alcune pendono a sinistra e altre a destra, certe hanno perso i petali… Ma sono tutte diverse”. E poi conclude dicendo: “Sai Harold, secondo me gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa permette che altra gente la consideri uguale”.
Un film stravagante, spiritoso e coinvolgente che dimostra che l’amore non conosce barriere. E la colonna sonora di Cat Stevens aggiunge magia alla magia.
Il film di Hal Ashby non ha un contenuto direttamente politico, ma è profondamente intriso dello spirito del ’68: l rivolta contro tutte le convenzioni, il desiderio di vivere la propria vita e gli affetti senza condizionamenti che arrivano dalla società.
Al di là delle derive sessantottine, Ashby si serve di un impianto narrativo brillante per mettere in evidenza un problema che è tipico anche dei nostri tempi: la solitudine e l’isolamento della vita nella società moderna. Così, i due caratteri (di Maude e di Harold) e le due esistenze, diametralmente opposte, trovano un incontro nel rifiuto di una società basata sull’avere, rigettando – come insegna Maude – il benessere, la ricchezza, l’aridità dei sentimenti, a vantaggio della fantasia, dell’altruismo e dell’ottimismo.
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